Concetti Chiave
- Il poema inizia con un apostrofe alla natura, testimone della presenza di Laura, evocando acque limpide, rami gentili e aria sacra.
- Il poeta esprime il desiderio di essere sepolto nel luogo reso sacro dal contatto con Laura, sperando che la sua anima trovi pace lì.
- Laura torna nel luogo dove incontrò il poeta, e la sua presenza suscita misericordia e compassione divine tramite il suo pianto.
- La natura si armonizza con Laura, omaggiandola con una pioggia di fiori, creando un'atmosfera di amore e bellezza.
- Il poeta conclude con un congedo alla canzone, esprimendo il desiderio che la sua poesia raggiunga il pubblico, condividendo il suo amore per Laura.
Indice
Apostrofe agli elementi naturali
Nella prima strofa possiamo vedere un strofa che sta a rappresentare l’Apostrofe agli elementi naturali che hanno visto la presenza di Laura:
- (vv. 1-13) O limpide, fresche e care acque, dentro le quali (ove) immerse (pose) il bel corpo colei che sola a me appare come signora (donna); o gentile ramo, sul quale le piacque appoggiarsi con il suo corpo (fare al bel fiancho colonna); o erba e fiori, che la gonna graziosa ricoprì con il proprio bianco lembo (angelico seno); o aria sacra, luminosa, dove Amore mi apri il cuore attraverso lo sguardo (begli occhi) di Laura: tutti insieme date ascolto (udienzia) alle mie ultime (extreme) parole di dolore (dolenti).
Desiderio di sepoltura sacra
In questa seconda strofa incontriamo un passo che rappresenta il desiderio del poeta di essere sepolto nel luogo reso sacro dal contatto con Laura:
- (vv.14-26) Se è proprio (pur) mio destino e Dio ('l cielo) lo vuole che Amore chiuda questi occhi mentre ancora piangono (lagrimando), qualche favorevole sorte (gratia) faccia in modo che il mio povero corpo sia sepolto tra voi, e l'anima, liberata dal corpo (ignuda), se ne torni alla propria sede (albergo). La morte ogni alla propria rosa se a quel pericoloso passaggio (dubbiose passo) porto questa speranza (spene); poiché il mio spirito stanco (lasso) non potrebbe mai abbandonare (fuggir) il corpo travagliato e le ossa in un porto più riparato (riposato) né in una tomba (fossa) più tranquilla.
Laura e la misericordia divina
In questa terza strofa Laura tornerà in quel luogo e pregando sulla tomba del poeta otterrà da Dio misericordia per lui:
- (vv. 27-39) Forse ci sarà ancora un giorno in cui la belva (fera) bella e mansueta [Laura] tornerà al luogo dove era solita soggiornare (usato soggiorno) e volgerà lo sguardo (la vista), desideroso [di vedermi] e lieto, in quel punto dove mi vide in quel giorno benedetto, cercandomi: e, o spettacolo degno di compassione! (o pietà!), vedendo [il mio corpo] ormai ridotto in polvere tra le pietre, Amore la ispirerà in modo che essa sospiri così dolcemente da ottenere per me compassione (mercé) e da forzare Dio (cielo), asciugando si gli occhi con il suo bel velo.
Omaggio della natura a Laura
La quarta strofa presenta una nuova rievocazione di Laura immersa nella natura che le rende omaggio:
- (vv. 40-52) Dai bei rami cadeva (è dolce ricordare) una pioggia di fiori sopra il suo grembo; ed ella si sedeva, umile in una gloria così grande, già ricoperta da questa nuvola (nembo) amorosa. Qualche fiore cadeva sull'orlo della veste (lembo), qualcuno sulle trecce bionde, che quel giorno sembravano oro splendente (forbito) e perle; qualcun altro si posava al suolo e qualcun altro ancora sull'acqua (su l'onde); qualcuno muovendosi a tondo (girando) nell'aria con una graziosa voluta (con un vago errore) sembrava dire: «Qui regna Amore».
Estasi del poeta per Laura
Nella quinta e penultima strofa abbiamo l’estasi del poeta di fronte alla bellezza di Laura:
- (vv. 53-65) Quante volte allora, pieno di timore, dissi: «Costei è nata certamente (per fermo) in paradiso». II portamento divino, il suo volto, le sue parole e il suo dolce sorriso mi avevano fatto dimenticare me stesso (carco d'oblio [...] m'aveano) e mi avevano allontanato dalla realtà (da l'imagine vera) al punto che io chiedevo tra me e me, sospirando to che modo e (o) quando sono giunto in questo luogo?»; e quasi credevo di essere in paradiso, non nel luogo dove mi trovavo. Da allora (Da indi) amo quest'erba, tanto che non ho pace se non qui.
Congedo alla canzone
La sesta e ultima strofa rappresenta il congedo dell'autore alla canzone:
- (vv. 66-68) Se tu avessi tanti pregi stilistici (ornamenti) quanti ne desideri, potresti con coraggio (arditamente) uscire dal bosco e andare alla presenza della gente.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del poema "Chiare, fresche et dolci acque" di Francesco Petrarca?
- Come viene rappresentata la figura di Laura nel poema?
- Qual è il desiderio espresso dal poeta nella seconda strofa del poema?
- Come si manifesta l'interazione tra Laura e la natura nel poema?
- Qual è il significato del congedo dell'autore alla canzone nell'ultima strofa?
Il tema principale è l'amore del poeta per Laura, esplorato attraverso la contemplazione della natura che la circonda e il desiderio di unione eterna con lei, anche nella morte.
Laura viene rappresentata come una presenza angelica e divina, la cui bellezza e bontà ispirano il poeta e trasformano la natura intorno a lei, rendendola sacra.
Il poeta esprime il desiderio di essere sepolto nel luogo sacro toccato da Laura, sperando che la sua anima possa trovare pace e unione con lei dopo la morte.
La natura omaggia Laura con una pioggia di fiori e si armonizza con la sua presenza, creando un'atmosfera di bellezza e amore che circonda e celebra la sua figura.
Nel congedo, il poeta esprime un augurio per la sua poesia, sperando che essa possieda abbastanza pregi stilistici da poter uscire con coraggio dal bosco e presentarsi alla gente, simboleggiando il desiderio di condividere il suo amore e ammirazione per Laura con il mondo.