Concetti Chiave
- Il poeta si immerge in un dialogo ideale con la natura, che assume un carattere sacro grazie al contatto con Laura.
- Il tempo della canzone oscilla tra presente, passato e futuro, riflettendo l'assenza di Laura e l'immaginazione del poeta.
- Il ricordo di Laura evolve dall'indurre sofferenza a portare consolazione e pace al poeta.
- La metrica della canzone, composta principalmente da settenari, conferisce un tono leggero e musicale al testo.
- La struttura metrica leggera contrasta con la complessità sintattica, creando un effetto unico di profondità e musicalità.
Acque [della Sorga], limpide fresche e dolce,
nelle quali rinfrescò il suo bel corpo
colei che a me pare l’unica donna al mondo;
ramo gentile, al quale elle si compiacque
(me lo ricordo sospirando
di appoggiare (= fare….. colonna) il suo bel fianco;
erba e fiori che la gonna
leggiadra coprì
con una piega degna di una veste angelica;
aria divina, serena;
dove Amore mi ferì il cuore con i dardi che uscivano dai suoi occhi:
voi tutti ascoltate (= date udienza)
queste mie parole di dolore che potrebbero essere le ultime (= estreme)
Indice
Il destino e la speranza del poeta
Se è proprio il mio destino,
e il cielo si sta adoperando in tal senso,
che Amore stesso chiuda questi miei occhi pieni di lacrime,
qualche dono dall’alto faccia sì
di seppellire il mio povero corpo qui tra voi:
e poi l’anima, priva della sua veste mortale faccia ritorno alla dimora che le spetta [= il Cielo].
La morte sarà meno crudele
Se porto con me questa speranza
A quel passo pauroso:
perché il mio spirito estenuato
non potrebbe fuggire la carne sfinita
e le ossa in un approdo finale più sereno,
né in una sepoltura più tranquilla.
Il ritorno di Laura e la natura
Forse verrà anche un tempo
che questa creatura selvatica, bella e dolce [Laura][,
torni a questi luoghi, dove era solita soggiornare;
e là, dove essa mi scorse
nel giorno benedetto [del nostro incontro],
essa volga, cercandomi, il suo lieto sguardo,
desideroso di vedermi ancora: e, che vista compassionevole,
nel momento fra le pietre la terra [la terra smossa della sepoltura del poeta]
Amore la ispiri
in modo che essa sospiri così dolcemente da ottenere misericordia per me,
e riesca a vincere il rigore della giustizia divina,
asciugandosi gli occhi col bel velo [=con il suo pianto]
Il trionfo dei fiori e la bellezza
Dai bei rami scendeva
(oh che dolce ricordo)
una pioggia di fiori sopra il suo grembo;
ed essa se ne stava seduta
con un atteggiamento di umiltà,
coperta da una nube d’amore.
Un fiore le cadeva sul lembo della veste,
un altro sulle trecce bionde,
che quel giorno sembravano
oro lucente [= i capelli] e perle [= i fiori come se fossero incastonati nei capelli];
uno si posava in terra, un altro sull’acqua del ruscello;
uno con un leggiadro volteggio nell’aria
sembrava dire: “Questo è il regno dell’Amore”.
Quante volte dissi fra me e me
pieno di un sacro terrore: ”
certamente, costei è una creatura del Paradiso.
Reso così dimentico di tutto,
il suo divino portamento, il suo volto, le sue parole e il suo dolce sorriso
mi avevano distaccato dalla realtà della sua immagine,
a tal punto che io, sospirando dicevo:
“Come sono arrivato qui, o quando?”
Convinto di trovarmi in cielo e non dov’ero.
Da quel momento in poi ho amato
tanto questi luoghi che altrove non riesco a trovare pace.
O Canzone, se tu fossi bella ed elegante come vorresti essere,
potresti senza timore
uscire dal bosco e andare in mezzo alla gente.
Il poeta vive in uno stato di grande prostrazione: si sente prossimo alla morte e sembra quasi compiacersi a tal pensiero.
Ritornando sulle rive del fiume Sorga (un fiume della Francia meridionale – la Sorgue) dove un tempo contemplò Laura in tutta la sua giovanile bellezza, è preso dai ricordi e si lascia andare a dolci, malinconiche e struggenti fantasie: immagina di essere stato sepolto nello stesso luogo e che Laura, ritornata a cercarlo, pianga sulla sua tomba. Ricreandosi questa immagine, per qualche tempo, il poeta perde la nozione del luogo e del tempo e dimentica il proprio dolore. I critici considerano questa canzone come la massima espressione della poetica del Petrarca
Il testo si presenta come un colloquio ideale del poeta con la natura: i termini che appartengono al campo semantico della natura sono numerosi (acque, ramo, fior, herba, aere, boscho, nembo). Questi elementi essendo entrati a contatto con Laura, acquistato una certa sacralità ed è per questo che attraggono il poeta a tal punto che egli si sente annullato in essi quando scrive: “già terra in fra le pietre / vedendo”.
Il tempo di questo colloquio è il presente; camminando, il poeta giunge sulle sponde del fiume e si rivolge alla natura, però è anche il tempo collegato all’assenza di Laura. Infatti, il poeta si trova nei luoghi che un tempo videro Laura presente e che, forse, in futuro la rivedranno, presa dal dolore della morte del poeta, ma ora essa è lontana e quindi assente. Tuttavia, la sofferenza sembra proiettare il poeta ora verso il passato, ora verso il futuro in questo suo oscillare fra le fantasticherie. L’immagine di Laura è predominante e associata, per contrappunto, ogni volta, ad un elemento naturale: acque/membra, ramo/fianco, herba e fior’/ gonna e seno; aere/occhi.
La II e la III stanza sono proiettate in un futuro ipotetico: se il destino del poeta è di morire presto, che almeno ciò avvenga nel luogo dove Laura ha lasciato, nella natura, una traccia della sua bellezza. E dove un giorno, forse, tornerà a piangere l’amore perduto per sempre. Addirittura, nella stanza III il poeta si lascia andare a tutte queste fantasticherie, il tono malinconico diventa struggente e ogni collegamento con il presente è cancellato.
Nelle due ultime stanze, si ritorna al ricordo e quindi al passato. La stanza IV è un trionfo di fiori, ma mettere in relazione con il trionfo primaverile della bellezza della donna. La V stanza è invece un ripiegamento dell’io-poetico su se stesso: a questo proposito è da notare la rima io / oblio. Il poeta perde la nozione di tempo e di spazio e si crede di essere stato assunto in cielo. Il motivo stilnovistico è presente, anche se resta molto forte la consistenza terrena di Laura.
L'evoluzione interiore del poeta
In sintesi si può dire che nella canzone può essere individuata un’evoluzione interiore del poeta: il ricordo di Laura, contestuale alla consapevolezza della sua assenza, produce sospiri e quindi sofferenza. Il dolore induce lo scrittore affermarsi sulla sua prossima fine [ = parole estreme]. Tuttavia le fantasticherie che seguono hanno un ruolo consolatorio, a tal punto che il ricordo, se prima generava “sospiri” e quindi dolore, ora è dolce. Infine, nella conclusione capiamo che il luogo che ha permesso al poeta di evocare ricordi e fantasie genera un momento di pace che gli permette di dimenticare il proprio tormento e di perdere ogni nozione di tempo e di spazio.
Struttura metrica e musicalità
Dei tredici versi che compongono ogni stanza, in maggioranza sono settenari. Questo ci può già far capire che la canzone, pur essendo complessa ha un tono leggero, aspetto che si avrebbe se i versi fossero degli endecasillabi. Inoltre, i primi sei versi di ogni stanza rimano tre a tre nello stesso modo, come se si trattasse di un sonetto, aggiungendo così, un ulteriore elemento di musicalità. Tuttavia, all’interno di questa struttura metrica piuttosto leggera, la sintassi, invece, presenta un periodare molto ampio che può occupare anche tutto lo spa
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della canzone analizzata?
- Come viene descritta la natura nel testo?
- Qual è l'evoluzione interiore del poeta nel corso della canzone?
- In che modo la struttura metrica contribuisce alla musicalità del testo?
- Qual è il ruolo delle fantasticherie nel testo?
Il tema principale è il ricordo struggente e malinconico del poeta per Laura, che si intreccia con la natura e la speranza di un ricongiungimento spirituale dopo la morte.
La natura è descritta con termini che le conferiscono sacralità, poiché è stata testimone della bellezza di Laura e del loro incontro, diventando un rifugio per il poeta.
L'evoluzione interiore del poeta passa dal dolore per l'assenza di Laura a una dolce consolazione attraverso i ricordi, che gli permettono di trovare pace e dimenticare il tormento.
La struttura metrica, composta principalmente da settenari e con rime che richiamano il sonetto, conferisce un tono leggero e musicale, nonostante la complessità sintattica.
Le fantasticherie hanno un ruolo consolatorio, permettendo al poeta di immaginare un futuro in cui Laura ritorna e piange sulla sua tomba, alleviando il suo dolore presente.