Concetti Chiave
- La canzone di Petrarca evoca l'immagine di Laura attraverso la memoria, utilizzando descrizioni ricche di particolari fisici convenzionali.
- La natura è stilizzata secondo l'ideale medievale di locus amoenus, rappresentando un mondo che vive nella memoria del poeta, superando la caducità della vita.
- Il lessico petrarchesco è ricercato e contrasta con il plurilinguismo dantesco, mentre il ritmo scorrevole è dato dalla brevità dei versi.
- La struttura della canzone presenta un'armonica simmetria, con una disposizione temporale che va dal passato al futuro e ritorna al passato.
- Petrarca concepisce Laura come un oggetto sensuale e terreno, diversamente dalla visione dantesca della donna come tramite tra uomo e Dio.
Indice
Riflessioni sull'amore e la morte
O acque trasparenti, fresche e care, nelle quali immerse le sue belle membra Laura, colei che per me è l’unica donna al mondo; o ramo gentile a cui lei piacque (me ne rammento con rimpianto) di appoggiare il suo bel corpo; o erba e fiori che la gonna elegante, con il suo angelico lembo, ricoprì; o aria sacra, limpida e luminosa, dove Amore, attraverso la vista dei begli occhi (di Laura), mi aprì il cuore (ad amare): ascoltate tutti insieme queste mie dolenti, ultime parole.
Speranza di un ricongiungimento
Se è proprio il mio destino, e il cielo si adopera perché ciò avvenga, che Amore chiuda questi occhi piangenti, qualche grazia divina faccia in modo che il (mio) misero corpo sia sepolto tra voi, e la mia anima, priva del corpo, torni al cielo, la sua vera sede. La morte sarà meno dolorosa, se porterò con me questa speranza in quel momento temuto: infatti lo spirito stanco non potrebbe fuggire dal suo corpo, tormentato dalla passione, affidandolo ad un porto più sereno, in una tomba più tranquilla che in questo luogo.
Il ritorno di Laura
Forse verrà un tempo in cui la belva bella e mansueta tornerà al luogo (da lei) abitualmente frequentato, e volga lo sguardo desideroso e lieto, cercandomi là dove ella mi vide nel giorno benedetto: e, o visione dolorosa!, constatando che sono già divenuto terra tra le pietre (del sepolcro), Amore suggerisca a Laura affetti nuovi, in modo che sospiri così dolcemente da ottenere per me il perdono e la misericordia del cielo,e da mutare la volontà di Dio asciugandosi le lacrime col bel velo.
Pioggia di fiori e amore
Una pioggia di fiori (piacevole da ricordare) cadeva dai bei rami sul suo grembo; ed ella era seduta umilmente tra tanta gloria, già ricoperta dalla nube amorosa. Qualche fiore cadeva sul lembo (della sua veste), qualche altro sulle (sue) trecce bionde, che quel giorno a vederle erano oro lucente e perle; qualche altro si posava in terra, e qualche altro (cadeva) sull’acqua (del fiume); qualche altro muovendosi con un leggiadro volteggiare nell’aria pareva dire: Qui regna Amore.
L'illusione del paradiso
Allora quante volte io dissi pieno di spavento: Costei di certo nacque in paradiso. A tal punto l’andatura divina, il volto, la voce e il sorriso soave (di Laura) mi avevano colmato di oblio ed estraniato dalla sua immagine reale, che mi chiedevo sospirando: Come sono giunto qua, o quando? Credendo di essere in paradiso, non là dove (in realtà) ero. Da quel giorno in poi questo luogo mi piace a tal punto, che altrove non ho pace.
(O canzone), se tu avessi tanti pregi artistici quanti ne vorresti, potresti, senza timidezza, uscire da queste selve e andare tra la gente.
Evocazione di Laura e natura
La canzone è incentrata sull’evocazione dell’immagine di Laura tramite la memoria: la sua descrizione è arricchita con tanti particolari fisici, anche se si tratta di elementi convenzionali che non caratterizzano una figura concreta.
Come Laura, anche la natura è stilizzata e risponde pienamente all’ideale di locus amoenus medievale, con acque limpide e piante fiorite. Questa rarefazione esiste perché si trova all’interno dell’animo di Petrarca, nella cui memoria il mondo esterno scompare. Grazie al ricordo egli riesce ad ovviare al problema della caducità e della brevità della vita.
Contrasti stilistici e tematici
Il lessico è così ricercato da sembrare scarno, e il monolinguismo petrarchesco è in netto contrasto con il plurilinguismo dantesco.
Il ritmo scorrevole è dato soprattutto dalla brevità dei versi.
Nella struttura è presente un’armonica simmetria che rivela il gusto per i classici: la prima strofa rievoca il passato e solo alla fine è accennato il presente; la seconda strofa è collocata nel futuro, come anche la terza; la quarta strofa, in simmetria con la prima, offre una reminiscenza del passato, così come la quinta strofa, che ripropone l'estasi dinanzi alla bellezza di Laura.
Abissale è la differenza tra la concezione dantesca e petrarchesca della donna: nel primo caso la donna è un tramite tra uomo e Dio, mentre per Petrarca Laura rappresenta un oggetto sensuale e terreno.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale delle riflessioni sull'amore e la morte?
- Cosa spera l'autore riguardo al suo destino dopo la morte?
- Come viene descritta la scena del ritorno di Laura?
- Qual è l'illusione del paradiso vissuta dall'autore?
- Come si caratterizza lo stile e il tema della canzone?
Il tema principale è l'amore eterno e il desiderio di un ricongiungimento spirituale con Laura, anche dopo la morte.
L'autore spera che il suo corpo sia sepolto vicino a Laura e che la sua anima possa tornare al cielo, rendendo la morte meno dolorosa.
Laura è descritta come una belva bella e mansueta che potrebbe tornare al luogo abituale, suscitando nuovi affetti e misericordia divina.
L'autore, colpito dalla bellezza divina di Laura, si sente trasportato in paradiso, dimenticando la realtà circostante.
Lo stile è ricercato e simmetrico, con un lessico scarno e un ritmo scorrevole, mentre il tema si concentra sull'evocazione di Laura e la natura come locus amoenus.