Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Nel romanzo del XIX secolo, il tempo è rappresentato come una sequenza lineare di eventi, con tecniche come prolessi e analessi per creare suspense.
  • Autori come Manzoni e Verga mantengono un ordine cronologico per rispettare l'unità d'azione e l'oggettivismo positivistico, aderendo alla realtà.
  • Nel XX secolo, il tempo diventa soggettivo, influenzato dagli stati di coscienza individuali e dalla memoria, come descritto da Freud e Bergson.
  • Marcel Proust esplora la memoria involontaria nella sua opera, evidenziando come odori e sensazioni possano risvegliare il passato.
  • Con Svevo, la memoria diventa inaffidabile, mischiando ricordi, fantasie e desideri, portando a una frantumazione dell'identità temporale.

Indice

  1. La narrativa dell'Ottocento
  2. Percezione del tempo nel Novecento
  3. Memoria e identità in Svevo

La narrativa dell'Ottocento

La narrativa dell’Ottocento intende il tempo come una sequenza lineare di eventi. Tuttavia, poiché non è possibile narrare due eventi contemporaneamente, a volte può succedere che siano anticipati eventi successivi (tecnica della prolessi) o recuperati eventi precedenti (tecnica dell’analessi, chiamata anche del flash back). Questo avviene anche se lo scrittore vuole produrre effetti di suspense o sorprendere il lettore. Al di fuori di questi casi, tuttavia, gli scrittori del XIX secolo concordano tutti di dare un ordine agli eventi secondo un criterio cronologico. Addirittura qualcuno, come Alessandro Manzoni si spinge più oltre poiché sostiene che non è possibile concentrare in una sola giornata eventi e dinamiche che in realtà chiederebbero tempi più lunghi. In questo caso, si tratterebbe una specie di rispetto dell’unità di azione aristotelica come avveniva nel teatro classico. In modo analogo si comporta Giovanni Verga con lo scopo di garantire il suo oggettivismo positivistico e la sua esigenza di aderire alla realtà e alla verità della descrizione.

Percezione del tempo nel Novecento

All’inizio del Novecento la percezione del tempo cambia. Si perde poco a poco l’immagine del personaggio che può essere rappresentato e conosciuto in modo oggettivo Infatti, la realtà del singolo individuo viene determinata dagli stati di coscienza momentanei che si modificano nel corso del tempo. Nelle fasi della nostra vita, non siamo mai persone identiche a noi stesse e la nostra percezione del tempo presente, passato o futuro cambia a seconda delle circostanze. Nella teoria dell’inconscio di Freud, per esempio, non troviamo i normali rapporti di causa/effetto o di successione cronologica. Addirittura il filosofo francese Henri Bergson sostiene che esiste un tempo interiore, che scandisce la nostra vita e che non può mai essere ridotto ad una formula matematica, ed il tempo matematico riducibile ad un calcolo esatto. Poiché l’individuo è in continua evoluzione nel tempo, la sua identità è determinata dalla memoria che egli ha del suo passato e dai cambiamento che lo hanno fatto diventare quello che è ora. Si passa quindi da una concezione oggettiva ad una concezione soggettiva del tempo. IL più grande interprete di questo nuovo modo di intendere il tempo e quindi i personaggi, è Marcel Proust, con la sua Recherche. Per Proust il tema della perdita del passato che la memoria volontaria non può recuperare è fondamentale. solo il caso e l’analogia fra odori, profumi e sensazioni tattili possono far scattare la memoria involontaria e resuscitare un passato che credevamo morto. Questa “resurrezione del passato” è particolarmente significativa nell’episodio della madeleine.

Memoria e identità in Svevo

Tuttavia il recupero della memoria non porta con sé una successione temporale lineare.

Con Svevo la memoria diventa inattendibile e per certi versi la situazione si aggrava. Infatti, la memoria è il luogo in cui non solo giacciono i ricordi, ma anche le fantasie e i desideri a tal punto che non arriviamo a distinguere se il nostro ricordo si riferisce ad un fatto realmente accaduto o ad un fatto che vorremmo accadesse. E a questo punto, non è più possibile ricostruire il tradizionale ordine cronologico del tempo. Pertanto si arriva ad una frantumazione dell’identità individuale a livello temporale che costituisce la condizione esistenziale di estremo dolore dell’uomo contemporaneo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione del tempo nella narrativa dell'Ottocento?
  2. La narrativa dell'Ottocento vede il tempo come una sequenza lineare di eventi, con tecniche come prolessi e analessi usate per creare suspense o sorpresa, mantenendo un ordine cronologico.

  3. Come cambia la percezione del tempo nel Novecento?
  4. Nel Novecento, la percezione del tempo diventa soggettiva, influenzata dagli stati di coscienza e dalla memoria, come illustrato da Freud e Bergson, con Proust che esplora la memoria involontaria.

  5. Qual è il ruolo della memoria nella concezione del tempo di Svevo?
  6. In Svevo, la memoria è inaffidabile, mescolando ricordi, fantasie e desideri, rendendo impossibile ricostruire un ordine cronologico tradizionale e frammentando l'identità individuale.

  7. Qual è l'importanza della memoria involontaria secondo Proust?
  8. Per Proust, la memoria involontaria è fondamentale per recuperare il passato, come nell'episodio della madeleine, dove odori e sensazioni risvegliano ricordi che la memoria volontaria non può raggiungere.

  9. Come influisce la teoria dell'inconscio di Freud sulla percezione del tempo?
  10. La teoria dell'inconscio di Freud elimina i normali rapporti di causa/effetto e successione cronologica, contribuendo a una visione soggettiva e non lineare del tempo nel Novecento.

Domande e risposte

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