Concetti Chiave
- "Taci, Anima Mia" è un componimento in endecasillabi sciolti della raccolta "Pianissimo", presentato prima come "L’Attesa" sulla rivista "Voce".
- Il poeta esprime un dramma interiore, sentendosi privo di volontà e sperando in un impulso esterno per la sua voglia di vivere.
- Il testo esplora un vuoto esistenziale, con la consapevolezza di un male radicato nell'anima che lo porta alla rassegnazione.
- Nonostante il tentativo di aprirsi al mondo, il contatto con l'esterno rimane virtuale, mentre riflette sulla sua condizione universale.
- Lo stile confidenziale e schietto, tipico dei vociani, si manifesta nell'uso dell'endecasillabo sciolto, unendo lirica e prosa.
“Taci, Anima Mia” rappresenta un componimento in endecasillabi sciolti incluso nella raccolta “Pianissimo”, in particolare in apertura della seconda sezione, in realtà però venne anticipato sulla rivista “Voce”, con cui lui collaborava da anni, ma in questo caso venne presentata con il titolo “L’Attesa”.
Indice
Drammi Interiori del Poeta
Il protagonista è proprio il poeta con tutti i suoi drammi interiori, si sente infatti privo di volontà e cerca un impulso esterno che possa dargli la voglia di vivere, ma teme che nulla possa salvarlo da questa drammatica situazione, quindi inizia una riflessione che passa dall’attesa speranzosa alla disperazione. Vive quindi un vuoto esistenziale da cui nulla sembra poterlo sollevare e consolare in quanto questo male appare radicato nell’anima che lo porta a sentirsi come un cadavere privato della propria vita, come se l’anima lo avesse già abbandonato.
Attesa e Rassegnazione
Assume quindi un atteggiamento di attesa nella speranza che qualcosa di esterno possa risvegliarlo, anche perché questa forza sicuramente non sarebbe arrivata all’interno, arriva quindi alla consapevolezza di essere un caso disperato ma di fronte a questa amara situazione, in totale rassegnazione decide di aprirsi al mondo per tentare la salvezza.
Contatto con l'Esterno
Tuttavia questo possibile contatto con l’esterno si traduce nel mancato tentativo in quanto questo contatto è solo virtuale, non si attiva infatti in alcun modo, ma si limita a guardare la vita che gli scorre attorno come “uno specchio rassegnato” ma il metodo non risulta completamente inutile. Durante la sera, lui ricade infatti in questo loop di depressione, ma al contempo, ha provato pietà per il “cantastorie cieco” che descrive al quattordicesimo verso, inoltre il contatto con una gonna e “l’improvviso lampo d’una nuca” che ha acceso nuovamente e temporaneamente le sue “cupidigie”. Ma la sua situazione appare come universale, di tutti gli uomini dell’intera epoca contemporanea, in cui le sofferenze sono così persistenti e affannose da portare l’uomo a considerare la morte come preferibile alla vita.
Struttura e Stile del Componimento
A livello strutturale, si può inoltre notare la tipica influenza dei vociani, in particolare nell’uso dell’endecasillabo sciolto che non prevede uno schema di rime preciso e quindi abbandona il carattere integrante del genere della poesia. Il componimento va quindi a riportare lo stile confidenziale e schietto tipico dei vociani, con l’obiettivo e l’inclinazione ad avvicinare il genere della lirica con invece quello della prosa.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del componimento "Taci, Anima Mia"?
- Come si manifesta l'attesa e la rassegnazione nel poeta?
- Qual è il significato del contatto con l'esterno nel componimento?
- Quali sono le caratteristiche strutturali e stilistiche del componimento?
Il tema principale è il dramma interiore del poeta, che si sente privo di volontà e vive un vuoto esistenziale, cercando un impulso esterno per ritrovare la voglia di vivere.
Il poeta assume un atteggiamento di attesa sperando in un risveglio esterno, ma giunge alla consapevolezza di essere un caso disperato, decidendo di aprirsi al mondo in totale rassegnazione.
Il contatto con l'esterno è solo virtuale e non si attiva realmente, ma provoca riflessioni e momenti di pietà e desiderio, rappresentando una condizione universale di sofferenza umana.
Il componimento utilizza l'endecasillabo sciolto, tipico dei vociani, abbandonando schemi di rime precisi e avvicinando la lirica alla prosa con uno stile confidenziale e schietto.