Concetti Chiave
- Diego Valeri, poeta di grande cultura tra Ottocento e Novecento, ha scritto poesie celebri come "Umana", "Crisalide" e "Ariele", raccogliendole in "Poesie vecchie e nuove" nel 1939.
- Nato a Piove di Sacco nel 1887, studiò letteratura all'Università di Padova e divenne docente di latino e italiano, ma si allontanò dall'insegnamento durante il fascismo.
- Collaborò con la rivista "Nuova Antologia" e ottenne una cattedra di lingua e letteratura francese a Padova, proseguendo l'insegnamento fino al suo esilio in Svizzera durante l'occupazione nazista.
- Le poesie di Valeri sono caratterizzate da un linguaggio raffinato, ritmi metrici accurati e un utilizzo intenso dei cinque sensi per esplorare suoni e colori, ispirandosi a poeti come Verlaine e Leopardi.
- Il suo stile poetico cattura la bellezza fugace e i sentimenti umani, con una particolare attenzione alle "gaie tristezze" e ai temi dolci, influenzato dai poeti crepuscolari.
Indice
- Biografia di Diego Valeri
- Formazione e Carriera Accademica
- Contributi Letterari e Politici
- Stile Poetico di Valeri
- Temi Ricorrenti nella Poesia
Biografia di Diego Valeri
In questo appunto viene riportata la biografia del grande poeta operante tra Ottocento e Novecento Diego Valeri, uomo di grande cultura e autore di importanti poesie come Umana, Crisalide e Ariele. Si riportano tre testi poetici delle sue raccolte.

Formazione e Carriera Accademica
Diego Valeri, nato a Piove di Sacco il 25 gennaio 1887, proviene da una famiglia di estrazione sociale borghese, frequentò l’università degli Studi di Padova studiando letteratura.
Uno dei suoi professori all’università di Padova è stato il celebre filologo Vincenzo Crescini. Riuscì a conseguire la laurea nel 1908 esordendo giovanissimo scrivendo Monodia d’amore e Le gaie tristezze nel 1913.
L’anno seguente era in Francia dove frequentò un corso presso la Sorbona di Parigi e subito dopo, in modo molto precoce, divenne intraprese la carriera di docente iniziando ad insegnare latino e italiano nei licei. Si allontanò dall’ambiente scolastico sotto gli anni del fascismo, perché non poteva esprimere liberamente le proprie idee ai suoi allievi. Sotto la dittatura fascista lavorò presso la Sovrintendenza alle Arti di Venezia.
Oltre ad insegnare nelle scuole, fu un grande collaboratore della rivista Nuova Antologia avendo una rubrica di letteratura francese nota come “Note e consegne”. Tra i suoi componimenti ricordiamo Umana (1916), Crisalide (1919) e Ariele (1924). Tutte queste poesie furono inglobate nella raccolta Poesie vecchie e nuove del 1939.
Nel 1939 l’Università di Padova gli affidò una nuova cattedra: quella di lingua e letteratura francese. Insegnò a Padova per ben vent’anni eccetto nel periodo di occupazione nazista (1943-1945) quando fu costretto ad andare in Svizzera come rifugiato politico. Tra i suoi lavori di quegli anni ricordiamo:
- Romanzi e racconti d'amore del Medio Evo francese (1944);
- Antichi poeti provenzali e W. Goethe (1954);
- Lirici tedeschi (1959).
Contributi Letterari e Politici
Grande uomo di cultura, Valeri aderì anche all’Alleanza della cultura nel 1948. Successivamente fu anche Sovrintendente alle Belle Arti di Venezia conoscendo grandi figure operanti in campo artistico e culturale come ad esempio Sandro Sergi, Luigi Tito, Virgilio Guidi. Insegnò più tardi presso l’Università di Lecce, dal 2007 nota come Università del Salento. Dopo aver dedicato tutta la vita all’insegnamento, Valeri si trasferì a Venezia entrando anche a far parte della giunta comunale della città. Diego Valeri morì a Roma il 27 novembre 1976.
Stile Poetico di Valeri
Diego Valeri, nei suoi componimenti poetici, trasse ispirazione dai grandi poeti ottocenteschi come Verlaine, Leopardi, Rilke. In ambito poetico utilizza un registro molto personale andando alla ricerca di scelte lessicali raffinate, adozione di ritmi metrici molto accurati, uso di un linguaggio poetico leggero, musicale capace di donare un certo fascino alla sua poesia. La sua poesia è caratterizzata dall’utilizzo di tutti e cinque i sensi alla continua ricerca di suoni e colori. Per il poeta i versi devono essere in grado di cogliere l’amabile fanciullezza del mondo, le cosiddette “gaie tristezze”.
Temi Ricorrenti nella Poesia
In tutta la sua produzione poetica vi è un grande richiamo a temi dolci e ai poeti crepuscolari. Nelle sue liriche riesce a catturare momenti di bellezza fugace dei momenti e i sentimenti umani.
Voi ricordate, quando l’ho presa,
bimbe, la povera piantina:
era uno stecco, con solo appena
qualche foglia tra spina e spina.
L’ho collocata sul davanzale
della finestra che ha sempre il sole,
sono stata attenta a non farle male,
e l’ho guardata, sì, con amore.
Un sorso d’acqua tutte le sere,
e tutti i giorni la luce del cielo
e voi potete adesso vedere
quel ch’essa ha fatto di ogni suo stelo.
Grande si è fatta, robusta e bella,
si è rivestita di fresco fogliame,
e infine ha acceso la sua fiammella
di gioia, in cima al più alto stame.
Era tempo d’autunno: era finita
la svinatura alla collina e al piano.
Annata magra di vino e di grano;
e già la prima nebbia era apparita.
Ma nella casa di ser Malaspina,
c’era abbondanza grande d’ogni bene
gonfi i granai, le vecchie botti piene,
colme le madie di pura farina.
E vennero i più poveri a bussare
alla sua porta, e con pietosa voce,
segnandosi col segno della croce,
così, umilmente presero a pregare:
“Voi che potete, fateci la grazia
d’un po’ di carità, da buon cristiano.
Un pane solo, un pugnello di grano;
quanto basta a campar; non quanto sazia”.
Il ricco… nulla! Li fece cacciare
da’ suoi servi malvagi e dai mastini,
e, spauriti, i poveri meschini,
se n’andarono altrove a mendicare.
Or ecco che passò dal vicinato
un povero più povero di tutti:
i vestimenti aveva laceri e brutti,
i piedi rotti e ferito il costato;
Aveva gli occhi pieni di dolore
– ma tanto dolci – scarno il viso e tristo.
– ma tanto bello! – ed era Gesù Cristo…
E si fermò davanti a quel signore.
“Un pane solo, un pugnello di grano;
non quanto sazia, sì quanto bisogna…”
Ma quegli: “Fannullone! È una vergogna!
Va’ a lavorare! Sei giovane e sano”.
Gesù Cristo non disse più parola.
Santa pazienza, la testa abbassò,
e più stanco, più afflitto se n’andò
per la sua strada più amara e più sola.
Passò l’inverno e venne primavera,
il tempo dei lavori, e Malaspina
molto grano gettò, potò la vigna,
pien di baldanza, tra i suoi servi a schiera…
Ma quando fu stagion di mietitura,
ahi, che le spighe lucide e biondine
sotto la falce diventaron spine
gialle, irte spine dalla punta dura.
E alla vendemmia i bei grappoli ghiotti
si maturarono anch’essi in crudi stecchi;
e gocciavano sangue dentro i secchi,
e di sangue colmavano le botti…
Quella terra da allora più non dà
un filo d’erba né un fiore né un frutto,
ma solo spine e spine dappertutto…
come un cuor che non abbia carità.
Le foglie del pioppo sospirano
sommesse, quaggiù:
le piccole foglie vorrebbero
anch’esse
volare
salire
svanire
lassù.
Domande da interrogazione
- Chi era Diego Valeri e quali sono stati i suoi principali contributi letterari?
- Qual è stato il percorso accademico e professionale di Diego Valeri?
- Quali sono le caratteristiche distintive dello stile poetico di Diego Valeri?
- Quali temi ricorrenti si trovano nella poesia di Diego Valeri?
- Come ha influenzato il contesto storico la carriera di Diego Valeri?
Diego Valeri era un poeta e accademico italiano del tardo Ottocento e primo Novecento, noto per poesie come "Umana", "Crisalide" e "Ariele". Ha contribuito alla letteratura con opere poetiche e ha avuto un ruolo significativo nella cultura e politica, aderendo all'Alleanza della cultura e lavorando come Sovrintendente alle Belle Arti di Venezia.
Valeri ha studiato letteratura all'Università di Padova, laureandosi nel 1908. Ha insegnato latino e italiano nei licei e, durante il fascismo, ha lavorato presso la Sovrintendenza alle Arti di Venezia. Ha anche insegnato lingua e letteratura francese all'Università di Padova per vent'anni.
Lo stile poetico di Valeri è caratterizzato da un linguaggio raffinato e musicale, con un uso attento dei ritmi metrici. Si ispira ai poeti ottocenteschi e utilizza tutti i cinque sensi per esplorare suoni e colori, cercando di catturare la bellezza fugace e le "gaie tristezze" del mondo.
I temi ricorrenti nella poesia di Valeri includono la bellezza fugace dei momenti e i sentimenti umani, spesso con un richiamo ai poeti crepuscolari. Le sue liriche catturano momenti di dolcezza e introspezione.
Durante il fascismo, Valeri si è allontanato dall'insegnamento scolastico per l'impossibilità di esprimere liberamente le sue idee. Durante l'occupazione nazista, fu costretto a rifugiarsi in Svizzera. Questi eventi storici hanno influenzato la sua carriera accademica e letteraria.