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Concetti Chiave

  • Il componimento "Il pino" di Camillo Sbarbaro è parte della raccolta "Resine" pubblicata nel 1911, ma potrebbe essere stato scritto nel 1907.
  • Il pino, descritto come "rachitico", simboleggia lo stesso Sbarbaro, rappresentando la capacità di resistere e adattarsi a un mondo ostile.
  • La poesia utilizza un'ambientazione ligure arida e inospitale, evidenziando un parallelismo tra la natura e la durezza della vita.
  • L'opera è vista come un'allegoria universale, rappresentando le difficoltà dell'epoca contemporanea e l'impulso umano a trovare forza interiore.
  • La malvagità umana è simboleggiata dal "torrentaccio torbido e furibondo", suggerendo una generale sfiducia verso il prossimo.

Il componimento “Il pino” presenta quattro ottave di settenari ed endecasillabi con lo stesso schema metrico e ritmico che vede: zazabCcb. Rappresenta inoltre parte della raccolta “Resine”, raccolta pubblicata nel 1911, anche se si pensa che la stesura di questa poesia risalga al 1907 come presentazione emblematica della sua poetica, infatti venne posta ad introduzione della raccolta.

Indice

  1. Simbolismo del pino e del poeta
  2. Visione realista della terra natale
  3. Allegoria universale e contemporanea

Simbolismo del pino e del poeta

Il pino a cui si fa riferimento nel titolo rappresenta il protagonista del componimento, è un pino “rachitico” che sorge in un’atmosfera tipicamente ligure caratterizzato da un ambiente secco e povero di elementi naturali, come spesso avviene nello sfondo della sua poetica. Inoltre, il pino incarna simbolicamente la figura di Sbarbaro, che è riuscito nella sua impresa di poeta a resistere in un mondo ostile, adattandosi e accontentandosi delle poche cose che la vita gli concedeva, senza mai lamentarsi, neanche nei momenti più bui.

Visione realista della terra natale

Come infatti il pino ha saputo resistere, imponendo nella profondità del terreno le sue grosse radici per resistere alla violenza del vento, allo stesso modo il poeta ha saputo ambientarsi e resistere nell’ostilità del proprio mondo. La terra natale dell’autore viene vista dunque con occhio realista, non è un locus amoenus bensì un luogo inospitale con “rovi sassi e mota”, verso dieci, “spelata schiena”, verso sei, così secca che “si sgretola”, verso otto, probabilmente questa visione di una terra in cui “anche la goccia lesina” ispirò autori futuri come ad esempio Eugenio Montale, anche lui di origini ligure, però di dodici anni più giovane.

Allegoria universale e contemporanea

In realtà però in questa grande allegoria è facile riscontrare una matrice di riferimento universale, il poeta infatti non è il solo a potersi immedesimare nella figura del pino, il mondo ostile infatti non è solo quello ligure, bensì l’intera epoca contemporanea, in cui le sofferenze sono così persistenti e affannose da portare l’uomo a considerare la morte come preferibile alla vita. Il vento allora diventa allegoria di questa violenza, mentre il “torrentaccio torbido e furibondo” simboleggia la malvagità nella sua forma più assoluta, che in questo caso assiste allo sforzo del pino di non cadere con la bora e anzi, sembra pure godere di questa sua condizione. Allo stesso modo, è come se l’autore sostenesse una generale cattiverai dell’uomo, dunque fare affidamento sui propri simili si rivela per lui sempre una delusione, quindi non bisogna fidarsi neanche di coloro che ci stanno più vicino.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il simbolismo del pino nel componimento “Il pino”?
  2. Il pino rappresenta il protagonista del componimento e simboleggia la figura del poeta Sbarbaro, che resiste in un mondo ostile adattandosi alle difficoltà senza lamentarsi.

  3. Come viene descritta la terra natale dell'autore?
  4. La terra natale è vista con occhio realista come un luogo inospitale, caratterizzato da elementi naturali scarsi e ostili, ispirando una visione simile in autori futuri come Eugenio Montale.

  5. Qual è l'allegoria universale presente nel componimento?
  6. L'allegoria universale rappresenta l'ostilità dell'intera epoca contemporanea, dove le sofferenze portano l'uomo a preferire la morte alla vita, con il vento e il “torrentaccio torbido e furibondo” simboleggianti la violenza e la malvagità.

  7. Qual è la visione dell'autore riguardo alla fiducia negli altri?
  8. L'autore sostiene che fare affidamento sui propri simili porta sempre a delusioni, suggerendo di non fidarsi neanche di coloro che ci stanno più vicino.

Domande e risposte

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