Concetti Chiave
- Il poema di Kavafis descrive il profondo dolore dei cavalli di Achille per la morte di Patroclo, evidenziando la loro natura immortale turbata dalla tragedia umana.
- Zeus osserva il dolore dei cavalli e riflette sul suo errore durante le nozze di Pèleo, rammaricandosi di averli concessi a un mortale.
- I cavalli, sebbene liberi da morte e vecchiaia, sono coinvolti nelle sofferenze umane, unendo il loro destino a quello dei mortali.
- Il componimento esplora il contrasto tra l'immortalità e la partecipazione involontaria alle miserie umane, sottolineando la compassione divina.
- Il commento finale evidenzia come il poema richiami un momento centrale dell'Iliade, mettendo in luce la reazione emotiva degli esseri immortali al contatto con la mortalità.
Come lo videro morto,
lui così bravo così forte così tenero,
i cavalli di Achille si misero a piangere Patroclo -
era lo sdegno del loro io immortale
che fremeva a quel tragico guasto.
Piegavano la testa, scuotevano le lunghe criniere
e con l'unghia raspavano la terra lamentando
unitamente di sentirlo lì sotto esanime, lo spirito
smarrito, indifeso, senza fiato;
dalla vita restituito al Gran Nulla.
Zeus vide il pianto, ebbe pietà dei divini
corsieri. E disse: "Alle nozze di Pèleo avrei dovuto
agire con più circospezione. Meglio,
o miei cavalli, che non vi avessi mai ceduto!
Che cercavate laggiù tra i mortali, tra i miseri
blocchi della sorte? Ora, eccovi afflitti
da effimeri mali, voi che io ho fatto
liberi da vecchiaia e da morte, e già
partecipi dei guai degli umani". - Nonpertanto
le due nobili bestie piangevano sempre
l'irrevocabile sventura della morte.

Il Lamento dei Cavalli di Achille
Nel momento in cui lo videro morto,
per come era così bravo, così forte e anche tenero,
i cavalli di Achille si misero a piangere per la morte di Patroclo (amico di Achille)
era lo sdegno della loro parte immortale
che si faceva sentire in quel momento tragico.
Abbassavano la testa, muovevano le lunghe criniere
e con gli zoccoli levigavano la terra piangendo e lamentandosi per l’anima che era smarrita, indifesa e anche senza alcun fiato
della sua vita che era stata restituita al nulla (intesa come una vita che non ha più connessa la sua anima, ossia l’anima di Patroclo)
La Pietà di Zeus
Zeus ebbe modo di vedere il pianto dei cavalli, per cui
ebbe pietà di loro. Il dio dunque disse: “ Alle nozze di Pèleo avrei dovuto
agire con maggiore prudenza.
Sarebbe stato meglio miei cavalli che non vi avessi mai ceduto!
Che cosa andavate cercando tra gli esseri umani (mortali)
tra le misere parti del destino?
Ora eccovi, così colpiti da mali di breve durata,
voi che io ho creato liberi dalla vecchiaia e anche dalla morte
e che già avete preso parte ai guai degli esseri umani.
Infatti i poveri cavalli piangevano sempre l’immodificabile
e sventurata morte.
Riflessioni di Kavafis sull'Iliade
In questo componimento poetico di Constantinos Kavafis viene descritto un passo molto importante dell’Iliade, ovvero il momento in cui i cavalli di Achille iniziano a piangere per la morte dell’amico del Pelide, Patroclo. Viene descritta la loro disperazione in quel tragico momento e viene anche riportato il discorso di Zeus riguardo proprio all’atteggiamento assunto dai cavalli di fronte a questo avvenimento tanto luttuoso. Zeus afferma che aveva creato i cavalli liberi sia dalla vecchiaia sia dalla morte, ma essendo stati ceduti ad Achille avevano avuto modo di entrare a contatto con i mortali, pertanto iniziarono a partecipare al dolore e alle tragedie degli esseri umani.
Domande da interrogazione
- Qual è la reazione dei cavalli di Achille alla morte di Patroclo?
- Come reagisce Zeus al pianto dei cavalli di Achille?
- Qual è il significato del discorso di Zeus riguardo ai cavalli?
- Cosa rappresenta il lamento dei cavalli secondo Kavafis?
I cavalli di Achille iniziano a piangere per la morte di Patroclo, mostrando sdegno per la loro parte immortale e lamentandosi per l'anima smarrita e indifesa di Patroclo.
Zeus prova pietà per i cavalli e riflette sul fatto che avrebbe dovuto agire con più prudenza alle nozze di Pèleo, rammaricandosi di averli ceduti agli umani.
Zeus sottolinea che i cavalli, creati liberi dalla vecchiaia e dalla morte, sono ora afflitti dai mali umani a causa del loro contatto con i mortali.
Il lamento dei cavalli rappresenta la partecipazione al dolore umano e la tragedia della morte, nonostante la loro natura immortale, come descritto da Kavafis nel suo componimento poetico.