Concetti Chiave
- Carlo Emilio Gadda, nato a Milano nel 1893, proveniva da una famiglia della borghesia lombarda, con un passato di difficoltà finanziarie e personali.
- Nonostante la carriera di ingegnere, Gadda coltivò parallelamente studi filosofici e letterari, pubblicando le sue prime opere negli anni Venti.
- Negli anni del secondo conflitto mondiale e del dopoguerra, Gadda si dedicò a tempo pieno alla scrittura, raggiungendo il successo con opere come "La cognizione del dolore".
- Gadda concepiva la realtà come un groviglio complesso, e la sua scrittura cercava di riflettere questa intricata complessità attraverso un linguaggio ricco e polifonico.
- Rifiutando la struttura del romanzo ottocentesco, Gadda optava per un tipo di narrazione che privilegiava l'analisi, l'enciclopedismo imperfetto e l'opera aperta.
Indice
Origini e formazione di Gadda
Figlio del secondo matrimonio del padre Francesco Ippolito con Adele Lehr, nacque il 14 novembre 1893 a Milano in una tipica famiglia della borghesia lombarda, il nonno paterno era un avvocato e lo zio paterno fu un ministro dei lavori pubblici, la madre era insegnante di lettere mentre il padre lavorava nell’azienda tessile di proprietà della prima moglie, morta prematuramente.
Il padre decise poi di inserirsi, con scarsa fortuna, nella coltivazione dei bachi da seta, il dissesto finanziario che scaturì il fallimento di questa iniziativa, costò loro molti sacrifici. Oltre alla loro situazione economica, a rendere più doloroso il ricordo dei trascorsi giovanili: la partecipazione alla Prima guerra mondiale con la conseguente morte del fratello Enrico e i rapporti difficili con i genitori.Carriera e prime opere letterarie
Dopo aver frequentato con successo le scuole comunali milanesi e aver conseguito la maturità classica a pieni voti, Gadda rinunciò alle proprie inclinazioni letterarie per rispetto della volontà materna e si iscrisse all’Istituto tecnico superiore, il futuro Politecnico, dove nel luglio 1920 conseguì la laurea in ingegneria elettronica. Trovò una prima occupazione nella centrale elettrica di Cagliari, poi a Varese costruendo impianti di riscaldamento e infine in Argentina nella Compañia General de Fòsforos, da dove tornò nel 1924 per trasferirsi a Roma, alle dipendenze dei Servizi tecnici del Vaticano. Il lavoro di ingegnere, non lo allontanò però dagli studi filosofici, e nemmeno gli impedì di approfondire gli studi sulla psicanalisi e di coltivare progetti letterari che più gli stavano a cuore, in quegli anni compose infatti i primi testi saggistici e narrativi e furono le edizioni di “Solara” ad accogliere i suoi primi due libri: la raccolta di racconti “La Madonna dei filosofi” e la raccolta di prose “Il castello di Udine”. Il periodo in cui strinse i rapporti con Firenze segna probabilmente la stagione di maggiore intensità creativa, mentre nel ventennio tra le due guerre aveva fatto convivere al professione dell’ingegnere con quella di letterato, negli anni del secondo conflitto mondiale e in quelli dell’immediato dopoguerra poté dedicarsi a tempo pieno alla scrittura ma dovette aspettare prima di essere riconosciuto dal pubblico.
Successo e riconoscimento letterario
Da una parte avviò una serie di collaborazioni con i quotidiani come “Gazzetta del popolo” su cui pubblicava memorie di viaggio, articoli occasionali o di argomento tecnico che confluirono in “Le meraviglie d’Italia” e “Gli anni”, dall’altra pose mano alle sue opere più celebri come “La cognizione del dolore” o “Quel pasticciaccio brutto de via Merulana”. Le condizioni economiche non particolarmente floride, per un lungo periodo impedirono a Gadda di essere uno scrittore a tempo pieno e lo obbligarono a trasferirsi a Roma, da cui non si allontanò fino alla morte nel 1973, qui non solo trovò impiego alla Rai presso la redazione culturale dei programmi radiofonici ma soprattutto incominciò la lunga opera di revisione del Pasticciaccio che uscì nel 1957 presso Garzanti. Esplose così il caso Gadda, il suo romanzo venne salutato come una delle più importanti novità della letteratura del dopoguerra, il segnale più eclatante del successo di Gadda fu l’interesse che i grandi editori mostravano nei confronti delle sue opere ancora inedite.
La complessità della realtà secondo Gadda
Metafora centrale nell’universo gaddiano è il groviglio, per lui la realtà è un groviglio che l’uomo non riesce mai a districare completamente, diffidava della razionalità, era scettico nei confronti del metodo logico e di fronte all’intricata complessità del reale anziché reagire cercando una soluzione sistematica si arrendeva e di questa complessità si faceva portavoce. Il secondo aspetto tipico della sua letteratura, è la ricerca di una forma espressiva capace di rappresentare questa realtà ingarbugliata, concepisce il linguaggio non solo in funzione comunicativa finalizzata a raccontare una storia, ma come elemento mimetico-imitativo della realtà, strumento di conoscenza capace di essere a un tempo forma e contenuto di narrazione.
Linguaggio e stile letterario di Gadda
Non a caso, la lingua del Pasticciaccio è stata definita dallo studioso Emilio Cecchi una “foltissima polifonia” e Giuseppe De Robertis ha parlato di “barocco gaddiano”, in quanto intende riflettere il mondo, da qui deriva la peculiarità della sua lingua: se l’argomento è ingarbugliato come una matassa, la lingua non può essere che un pastiche, cioè una contaminazione di registri e lessici diversi, impastando immagini e deformando termini. Gadda si è accorto che la struttura del romanzo ottocentesco di impostazione naturalista era una formula non più proponibile nel Novecento, perché ormai incapace di rappresentare la complessità del mondo, e per questo spesso lasciò i suoi scritti incompleti: simpatia verso l’opera aperta e la scelta di un tipo di romanzo che trascuri la trama preferendo l’analisi alla sintesi ed inglobando storie o personaggi senza preoccuparsi di indicarne la sorte. Mostra quindi una vocazione all’enciclopedismo, anche se si tratta di enciclopedia imperfetta perché qualcosa sfugge sempre.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e la formazione di Carlo Emilio Gadda?
- Come si è sviluppata la carriera letteraria di Gadda?
- Quali sono le opere più celebri di Gadda e come è stato riconosciuto il suo lavoro?
- Come Gadda percepisce la complessità della realtà?
- Qual è lo stile linguistico e letterario di Gadda?
Gadda nacque il 14 novembre 1893 a Milano in una famiglia della borghesia lombarda. Suo padre lavorava nell'azienda tessile della prima moglie e successivamente tentò senza successo la coltivazione dei bachi da seta, portando a difficoltà finanziarie. Gadda frequentò scuole milanesi e si laureò in ingegneria elettronica nel 1920.
Gadda iniziò la sua carriera lavorando come ingegnere, ma continuò a coltivare la sua passione per la letteratura. Pubblicò le sue prime opere con "Solara" e, nonostante le difficoltà economiche, riuscì a dedicarsi alla scrittura a tempo pieno durante e dopo la Seconda guerra mondiale.
Tra le opere più celebri di Gadda ci sono "La cognizione del dolore" e "Quel pasticciaccio brutto de via Merulana". Il suo lavoro ha guadagnato riconoscimento postumo, con il "Pasticciaccio" pubblicato nel 1957, considerato una delle novità più importanti della letteratura del dopoguerra.
Gadda vede la realtà come un groviglio complesso che non può essere completamente districato. Diffida della razionalità e del metodo logico, preferendo rappresentare questa complessità attraverso una forma espressiva che funge da strumento di conoscenza.
Lo stile di Gadda è caratterizzato da una "foltissima polifonia" e un "barocco gaddiano", con una lingua che riflette la complessità del mondo. Utilizza un pastiche di registri e lessici diversi, abbandonando la struttura del romanzo ottocentesco per un approccio più enciclopedico e aperto.