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Concetti Chiave

  • Il contrasto tra virtù e malvagità è centrale nell'opera di De Amicis, con la scuola come teatro di questa contrapposizione, rappresentando un microcosmo sociale.
  • I personaggi virtuosi, come il maestro e i suoi studenti, incarnano i valori civili e morali che De Amicis desidera trasmettere, mentre i ribelli simboleggiano il male.
  • Franti è ritratto come l'archetipo del "cattivo italiano", un delinquente senza speranze, il cui comportamento malvagio è presentato senza giustificazioni sociali o familiari.
  • Le scelte stilistiche di De Amicis, come l'enfatico uso del linguaggio e delle espressioni memorabili, mirano a suscitare una forte reazione emotiva nel lettore.
  • Il confronto tra Franti e Gertrude dei "Promessi sposi" sottolinea come entrambi siano considerati reietti, con Franti visto come consapevolmente malvagio e imperdonabile.

Indice

  1. Il messaggio morale di De Amicis
  2. La scuola come microcosmo sociale
  3. Franti: il cattivo italiano
  4. La scena della madre di Franti
  5. Le scelte stilistiche di De Amicis
  6. Confronto tra Franti e Gertrude

Il messaggio morale di De Amicis

Il messaggio morale e ideologico di De Amicis si affida a uno sistematico umanitarismo: da i maestri depositari dei più nobili valori civili e morali dall'altra i sovvertitori del bene, i marluna Teatro di questa contrapposizione è la scuola, la palestra di vita in cui si impara anche che cosa siano il senso di sacrificio e le sofferenze, un microcosmo sociale che riproduce gli affetti e i rapporti esistenti nella famiglia e, in grande, nella patria.

La scuola come microcosmo sociale

Nella parte nobile dell'umanità, compaiono il maestro (che nel romanzo chiama i propri alunni «miei figlioli», in quanto membri di un'affettuosa famiglia scolastica), i suoi piccoli studenti (dal primo della classe De Rossi al forte e buono Garrone, dal piccolo muratorino, r.

4, che lavora per aiutare la famiglia, a Crossi, Precossi, Robetti, tutti figure di un'Italia sofferente e operosa, sulle quali si appunta la compassione un po' paternalistica dell'autore), il signor Direttore, garante dell'istituzione, fermo ma giusto, pronto ad accogliere la richiesta di aiuto e di perdono da parte di una madre disperata.

Franti: il cattivo italiano

Dall'altra parte, nella zona buia degli irrecuperabili, tra le pecore nere della civiltà, stanno i ribelli. Campione indiscusso è Franti, il modello di malvagità che incarna lo stereotipo del "cattivo italiano". A De Amicis non interessa indagare le ragioni familiari e sociali del suo comportamento deviante. Il messaggio pedagogico che egli intende trasmettere ai suoi giovani lettori non deve essere problematico: nessun alibi può giustificare la disumanità di chi viene considerato un delinquente nato, senza speranze.

La scena della madre di Franti

Non a caso, nella prima parte del brano antologizzato, l'occasione in cui vediamo Franti esternare la propria irriverente maleducazione è un rito civile: mentre l'esemplare Derossi è impegnato nella solenne rievocazione dei funerali di Vittorio Emanuele II, egli ride.

Pochi giorni dopo, l'oggetto del suo scherno è la madre: affannata, coi capelli grigi arruffati, tutta fradicia di neve (rr. 39-40), protagonista suo malgrado di una patetica scena teatrale, a cui assistono in silenzio tutti gli scolari, è la vittima disgraziata della malvagia irresponsabilità del figlio, che, dopo aver sbeffeggiato la patria (incarnata dalla figura del re), ora riserva lo stesso trattamento alla famiglia (rappresentata dalla madre).

Le scelte stilistiche di De Amicis

Le scelte stilistiche

All'enfatico appello del direttore (Franti, tu uccidi tua madre!, r. 64), De Amicis fa seguire un'espressione destinata a rimanere impressa nella mente del suo pubblico: E quell'infame sorrise (r. 65). La chiusa dell'episodio è indubbiamente efficace: la rappresentazione commovente della madre malata e supplichevole (Mi faccia la grazia!, r. 48; lo faccia per pietà d'una povera donna!, rr. 52-53), la gestualità mimica con cui rende partecipi della sua malattia (ho la morte qui, r. 49), il tono toccante di tutta la scena (si noti il ricorso sistematico al punto esclamativo) preparano, con un crescendo di tensione drammatica, l'esito finale destinato a sdegnare i lettori. Attraverso la sua risata, Franti ha decretato con sfacciata insolenza il proprio destino di escluso dalla comunità civile.

Confronto tra Franti e Gertrude

È facile supporre che, nel suggellare l'emarginazione sociale di Franti con il suo E quell'infame sorrise, De Amicis abbia voluto ricalcare un'altra frase celebre e lapidaria: «La sventurata rispose», con cui, nei Promessi sposi (capitolo X), Manzoni aveva alluso alla perdizione di Gertrude, la monaca di Monza. A ben vedere, i due personaggi si assomigliano: cattivi e reietti in un mondo in cui dovrebbe vincere la bontà (in De Amicis) o la Provvidenza (in Manzoni), essi portano alle estreme conseguenze il proprio disadattamento (il ragazzo, al mondo e alla società borghese; la donna, al convento in cui l'ha relegata la famiglia).

Nel caso di Gertrude, l'assenza della fede e della pietà umana le ha impedito di imboccare la via del bene; in quello di Franti, la punizione (l'esclusione dalla collettività e il riformatorio) è, per cosi dire, meritata, in quanto conseguenza di una scelta cattiva la quale lo ha portato a deridere i valori che, secondo De Amicis, una società giusta deve condividere. Tuttavia tra i due personaggi esiste anche una differenza, e non trascurabile: mentre i comportamenti di Franti (linfame) ne fanno un esemplare archetipico di malvagità consapevole, compiaciuta e percio imperdonabile, la colpa della «sventurata» è quella di non essersi opposta alle circostanze che l'hanno condotta al traviamento, mostrandosi debole e incapace di ribelarsi alla violenza.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il messaggio morale di De Amicis nel suo romanzo?
  2. Il messaggio morale di De Amicis si basa su un umanitarismo sistematico, dove la scuola è vista come un microcosmo sociale che insegna valori civili e morali, rappresentando un luogo di apprendimento del sacrificio e delle sofferenze.

  3. Come viene rappresentata la scuola nel romanzo di De Amicis?
  4. La scuola è descritta come un microcosmo sociale che riflette gli affetti e i rapporti familiari e nazionali, con il maestro che considera gli alunni come membri di una famiglia affettuosa e il direttore come garante dell'istituzione.

  5. Chi è Franti e quale ruolo svolge nel romanzo?
  6. Franti è il personaggio che incarna la malvagità e il "cattivo italiano", rappresentando un ribelle irrecuperabile senza giustificazioni per il suo comportamento deviante, secondo il messaggio pedagogico di De Amicis.

  7. Qual è la scena significativa che coinvolge la madre di Franti?
  8. La scena significativa è quella in cui la madre di Franti, disperata e affannata, diventa oggetto di scherno da parte del figlio, evidenziando la sua malvagia irresponsabilità e il suo disprezzo per i valori familiari e patriottici.

  9. In che modo De Amicis confronta Franti con Gertrude dei Promessi Sposi?
  10. De Amicis confronta Franti con Gertrude sottolineando che entrambi sono reietti in un mondo che dovrebbe premiare la bontà, ma mentre Franti è consapevolmente malvagio e imperdonabile, Gertrude è vittima delle circostanze e della sua debolezza.

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