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Concetti Chiave

  • Luigi Capuana è stato un rappresentante del Verismo italiano, un movimento che mirava a rappresentare la realtà in modo verosimile, senza distorsioni.
  • Capuana, nato a Mineo, Sicilia, ha spesso ambientato le sue opere nella sua terra natale, esplorando i conflitti interiori e le dinamiche della società rurale.
  • Nel romanzo "Il marchese di Roccaverdina", il protagonista è implicato in un omicidio, con l'autore che insinua sospetti attraverso indizi sulla sua inquietudine.
  • Il racconto esplora il viaggio psicologico del marchese, tormentato da sensi di colpa, visioni e paure che lo conducono verso la pazzia.
  • Capuana analizza scientificamente la patologia del marchese, utilizzando uno stile narrativo oggettivo e il discorso indiretto libero per esplorare la sua psiche.

Indice

  1. Luigi Capuana e il Verismo
  2. Il delitto di Rocco Criscione
  3. Il tormento del marchese

Luigi Capuana e il Verismo

Luigi Capuana ha vissuto per un lungo periodo che è terminato proprio con la prima guerra mondiale, infatti ha vissuto dal 1839 fino all’anno del 1915 ed è stato uno delle persone e anche degli scrittori che hanno rappresentato nel migliore dei modi possibili il Verismo italiano, che era un movimento letterario che voleva rappresentare la realtà della nostra nazione nella maniera più verosimile possibile, senza distorsioni della realtà. Nato nel territorio relativo a Mineo, in Sicilia, e la figura di Capuana ha sempre mostrato un legame davvero molto forte con la sua terra, che spesso fa da sfondo alle sue opere, caratterizzate da una profonda attenzione ai conflitti interiori e alle dinamiche della società rurale.

Il delitto di Rocco Criscione

Siamo in un momento nevralgico del romanzo. Si è già consumato il delitto di Rocco Criscione, il devoto fattore del marchese di Roccaverdina, delitto per il quale è stato condannato un innocente. Nel brano qui riportato il marchese va a visitare i suoi possedimenti e ritorna a palazzo. Non sappiamo ancora che il colpevole dell'omicidio è proprio lui, ma l'autore ci indirizza sulla via del sospetto. Una serie di indizi rivela la sua equivoca inquietudine: viene visto dal cocchiere mentre è rannicchiato in fondo alla carrozza chiusa, e insolitamente silenzioso (rr. 2-3); effettua una distratta ricognizione delle proprietà, ripartendo senza dare nessuna disposizione, senza mostrarsi scontento né soddisfatto (rr. 53-54); infine non riesce a celare il turbamento provato dinanzi alle chiacchiere dell'avvocato don Aquilante, che si dice convinto di poter apprendere presto il nome dell'omicida direttamente dal fantasma dell'assassinato. Le stramberie (r. 100) di questo interlocutore, veggente e spiritista, mettono a nudo lo sbigottimento del marchese, per il quale ha inizio un calvario interiore che si protrarrà per tutto il romanzo.

Il tormento del marchese

Il racconto di Capuana si configura come un torbido viaggio tra folli visioni, paure che riemergono dall'inconscio, terrore del mistero e soprattutto sensi di colpa che destabilizzano la personalità del protagonista. Il marchese tenta in tutti i modi di appigliarsi alla ragione e alla fede in Dio e nella Chiesa per respingere le strane teorie di don Aquilante, ma si capisce che il rimorso lo ossessiona: da questa condizione psicologica traggono origine le superstizioni e le allucinazioni morbose che lo porteranno inesorabilmente alla pazzia. La patologia del marchese è scientificamente analizzata da Capuana con una modalità oggettiva, neutra. Come impone il canone verista, il narratore si astiene da interventi e interpretazioni personali: gli anfratti dell'anima del protagonista vengono esplorati dall'interno, grazie soprattutto all'adozione del discorso indiretto libero, che permette di assumere il suo punto di vista e di riportarne il pensiero (E l'Inferno? E il Paradiso? E il Purgatorio? Don Aquilante li spiegava a modo suo; ma la Chiesa non dice che si tratta di cose diaboliche?, rr. 104-105; Ormai! Che doveva importargli delle stramberie dell'avvocato?... Ma se fosse vero? Eh, via!... Ma, infine, se fosse vero?..., rr. 131-132).

Domande da interrogazione

  1. Chi era Luigi Capuana e quale movimento letterario rappresentava?
  2. Luigi Capuana era uno scrittore italiano nato nel 1839 e vissuto fino al 1915, noto per essere uno dei principali rappresentanti del Verismo, un movimento letterario che mirava a rappresentare la realtà italiana in modo verosimile e senza distorsioni.

  3. Qual è il contesto del delitto di Rocco Criscione nel romanzo?
  4. Nel romanzo, il delitto di Rocco Criscione, un fattore devoto del marchese di Roccaverdina, è un evento centrale. Un innocente è stato condannato per il crimine, mentre il vero colpevole è il marchese stesso, il cui comportamento sospetto e inquieto viene gradualmente rivelato attraverso indizi.

  5. Come viene descritto il tormento interiore del marchese?
  6. Il tormento del marchese è descritto come un viaggio tra visioni folli, paure inconsce e sensi di colpa che destabilizzano la sua personalità. Nonostante i tentativi di aggrapparsi alla ragione e alla fede, il rimorso lo ossessiona, portandolo a superstizioni e allucinazioni che lo conducono alla pazzia.

  7. In che modo Capuana analizza la patologia del marchese?
  8. Capuana analizza la patologia del marchese in modo oggettivo e neutro, seguendo il canone verista. Utilizza il discorso indiretto libero per esplorare gli anfratti dell'anima del protagonista dall'interno, riportando il suo pensiero e le sue riflessioni.

  9. Qual è il ruolo di don Aquilante nel romanzo?
  10. Don Aquilante è un avvocato veggente e spiritista che, con le sue teorie strane, mette a nudo lo sbigottimento del marchese. Le sue chiacchiere contribuiscono al calvario interiore del marchese, alimentando i suoi sensi di colpa e le sue paure.

Domande e risposte

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