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La stagione delle avanguardie
Il rifiuto della tradizione e del mercato culturale :
Il termine avanguardia appartiene al vocabolario militare e indica, la pattuglia di soldati che va in avanscoperta. Usata poi nell’Ottocento in senso politico, sta ad indicare i gruppi che si ponevano a capo di movimenti rivoluzionari, successivamente il termine si estende al primo Novecento a designare anche alcune tendenze letterarie e artistiche. Per la prima volta viene impiegato agli inizi del secolo scorso, a proposito di movimento – il Futurismo, il Dadaismo, il Surrealismo ecc. – oggi detti “avanguardie storiche”, per distinguerle dalle neoavanguardie più recenti. Queste sorte di avanguardie storiche sono una sorta di rivolta che vuole colpire al cuore le ideologie dominanti a partire dalle forme artistiche che ne sono l’espressione e che vengono coinvolte in un comune giudizio di condanna. L’intenzione è in ultima analisi politica e mira a un rinnovamento totale della società.
Lo scrittore d’avanguardia contesta l’intero sistema del mercato culturale, accusato di aver trasformato il prodotto artistico in merce, che, per essere venduta, si basa su stereotipi e luoghi comuni, lusingando la pigrizia intellettuale del grosso pubblico e proponendosi con un intento dichiaratamente provocatorio.
Gruppi e programmi :
L’avanguardia presenta in questo senso un evidente carattere militante, attribuendosi un ruolo forte di intervento anche ideologico e politico, oltre a proporre un profondo rinnovamento delle forme dell’arte che, interagiscono strettamente tra di loro, basandosi su principi comuni di poetica. Da questa volta di rottura nasce anche l’esigenza di costituire in gruppi, alla ricerca di una maggiore forza d’urto, che consente di svolgere un’azione più efficace, di qui anche la necessità di formulare dei programmi per dichiarare le ragioni di scelte che potevano apparire incomprensibili. Si spiga così lo stretto legame tra i principi teorici e la realizzazione delle opere, che ne costituiscono la concreta esemplificazione.
I futuristi:
Nasce in Italia, anche se ufficialmente fondata a Parigi, la prima delle avanguardie storiche, il Futurismo, si diffuse ben presto in Europa e nel Mondo, aprendo la strada alle avanguardie successive. Uno dei maggiori futuristi c’è Filippo Tommaso Marinetti, nel quale Manifesto del Futurismo pubblicato sul quotidiano parigino “Le Figaro”, formula il suo programma di rivolta contro la cultura del passato a tutti gli istituti del sapere tradizionale, proponendo un azzeramento su cui elevare una concezione della vita integralmente rinnovata. Il culto dell’azione violenta ed esasperata respinge ogni forma esistente di organizzazione politica e sindacale, così come rifiuta il parlamentiamo, il socialismo, e il femminismo, nel nome, di un individualismo assoluto e gratuito, in cui non è difficile notare una nuova incarnazione del mito del superuomo. Da qui l’adesione all’ideologia nazionalista e militarista, che celebra la guerra come “sola igiene del mondo”.
Le innovazioni formali :
Il futurismo respinge ogni forma consueta di casualità e di consequenziatilà, sostituendo, all’impegno logico del pensiero, una forma più sintetica e abbreviata, quella dell’analogia; accostando e assimilando realtà diverse e lontanissime tra di loro. C’è un netto rifiuto della logica tradizionale ha anche, come conseguenza, il proposito di distruggere la sintassi, che riflette l’ordine consequenziale di un pensiero rigorosamente concatenato. Vengono anche aboliti i tradizionali elementi di interpunzione, che scandivano i rapporti interni della frase. Alla distruzione della sintassi si sostituisce la teoria delle parole in libertà, che consiste nel disporre i sostantivi a caso come nascono. Questo perché è come se la parola fosse destinata a sua volta a produrre impressioni acustiche o tattili, come se la parola stessa suoni che si ascoltano o che realmente si toccano. La poesia futurista opera così una funzione o compenetrazione tra i diversi linguaggi artistici artistico – espressivi, che perdono le caratteristiche della loro separatezza. Evidente è il rapporto tra letteratura e pittura nelle tavole parolibere, che si basano su un libero accostamento di lettere, parole, segni grafici e immagini.
Filippo Tommaso Marinetti
Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1876, compì gli studi superiori a Parigi, laureandosi poi in Giurisprudenza all’Università di Genova. Nel 1905 fondò a Milano la rivista “Poesia”, con l’intento di far conoscere le voci dei nuovi scrittori, italiani e stranieri. Nel 1909 scelse un prestigioso giornale parigini, “Le Figaro”, per lanciare il Manifesto del Futurismo, che sostituisce l’atto ufficiale della fondazione del gruppo. Nel 1912 pubblicò il Manifesto tecnico della letteratura futurista. L’ideologia dell’attivismo e del dinamismo, di tipo individualistico e antidemocratico, doveva condizionare le scelte politiche di Marinetti, che già nel 1909 aveva proclamato la “guerra sola igiene del mondo”. Dopo aver esaltato l’impresa libica ed essere stato un accesso interventista, prese parte alla Prima guerra Mondiale. Poi in fine diventò un intellettuale di regime.
Le opere :
Nella poetica di Marinetti si può notare il suo passaggio dal simbolismo delle prime raccolte alla ricerca analogica e fonosimbolica, con la trasformazione del verso libero nell’anarchia compositiva delle “parole in libertà”, teorizzate nel manifesto del 1912. Davvero decisivo fu il distacco della scrittura teatrale della tradizione, che fa di Marinetti un punto di rifermento essenziale per il teatro d’avanguardia.
L’avanguardia russa
L’adesione al fascismo che caratterizza il Futurismo italiano non trova corrispondenza nel parallelo motivo russo. Lo scopo dell’avanguardia russa è quello della distruzione e della rivoluzione. L’impegno della trasformazione, di conseguenza, finisce per convergere con la finalità di un impegno anche politico. E’ questa la direzione imboccata dal Futurismo russo, il cui maggiore esponente è Vladimir Majakovskij, nello scritto “il futurismo oggi”, separa nettamente le scelte ideologiche dalle soluzioni tecnico – espressive. Majakovskij ne fece inoltre l’espressione di un attivismo che vedrà i futuristi russi a fianco della rivoluzione bolscevica, nell’ipotesi di una trasformazione politica strettamente legata a istanze di giustizia sociale.
Dadaismo e Surrealismo :
Per opera del rumeno Tristan Tzara. Il Dadaismo trasferì la sua sede principale a Parigi nell’immediato dopoguerra, ottenendo l’adesione di numerosi artisti e scrittori internazionali. Il suo programma, formulato da Tzara nel 1918, considera l’arte come una forma anarchica e gratuita di assoluta libertà. A differenza dei futuristi , i dadaisti non si curano di far nascere, dalle rovine del passato, un mondo nuovo; la contestazione e l’irrisione valgono in se stesse, rivelandosi nella pura provocazione, fino alla brutale degradazione di ogni valore. Staccatosi dal dadaismo, Breton teorizza il procedimento della “scrittura automatica” che, sottraendosi a ogni forma di controllo razionale, può esprimere e formalizzare le fantasie dell’inconscio e le pulsioni profonde della psiche. Il surrealismo presenta così anche una valenza conoscitiva e terapeutica. Da qui la ricerca di un impegno politico che porterà alcuni dei suoi più prestigiosi esponenti ad aderire al comunismo
Le innovazioni formali :
Il futurismo respinge ogni forma consueta di casualità e di consequenziatilà,
sostituendo, all’impegno logico del pensiero, una forma più sintetica e abbreviata,
quella dell’analogia; accostando e assimilando realtà diverse e lontanissime tra di loro.
C’è un netto rifiuto della logica tradizionale ha anche, come conseguenza, il proposito
di distruggere la sintassi, che riflette l’ordine consequenziale di un pensiero
rigorosamente concatenato. Vengono anche aboliti i tradizionali elementi di
interpunzione, che scandivano i rapporti interni della frase. Alla distruzione della
sintassi si sostituisce la teoria delle parole in libertà, che consiste nel disporre i
sostantivi a caso come nascono. Questo perché è come se la parola fosse destinata a
sua volta a produrre impressioni acustiche o tattili, come se la parola stessa suoni che
si ascoltano o che realmente si toccano. La poesia futurista opera così una funzione o
compenetrazione tra i diversi linguaggi artistici artistico – espressivi, che perdono le
caratteristiche della loro separatezza. Evidente è il rapporto tra letteratura e pittura
nelle tavole parolibere, che si basano su un libero accostamento di lettere, parole,
segni grafici e immagini.
Filippo Tommaso Marinetti
Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1876, compì gli studi superiori a Parigi, laureandosi
poi in Giurisprudenza all’Università di Genova. Nel 1905 fondò a Milano la rivista
“Poesia”, con l’intento di far conoscere le voci dei nuovi scrittori, italiani e stranieri. Nel
1909 scelse un prestigioso giornale parigini, “Le Figaro”, per lanciare il Manifesto del
Futurismo, che sostituisce l’atto ufficiale della fondazione del gruppo. Nel 1912
pubblicò il Manifesto tecnico della letteratura futurista. L’ideologia dell’attivismo e del
dinamismo, di tipo individualistico e antidemocratico, doveva condizionare le scelte
politiche di Marinetti, che già nel 1909 aveva proclamato la “guerra sola igiene del
mondo”. Dopo aver esaltato l’impresa libica ed essere stato un accesso interventista,
prese parte alla Prima guerra Mondiale. Poi in fine diventò un intellettuale di regime.
Le opere :
Nella poetica di Marinetti si può notare il suo passaggio dal simbolismo delle prime
raccolte alla ricerca analogica e fonosimbolica, con la trasformazione del verso libero
nell’anarchia compositiva delle “parole in libertà”, teorizzate nel manifesto del 1912.
Davvero decisivo fu il distacco della scrittura teatrale della tradizione, che fa di
Marinetti un punto di rifermento essenziale per il teatro d’avanguardia.
L’avanguardia russa
L’adesione al fascismo che caratterizza il Futurismo italiano non trova corrispondenza
nel parallelo motivo russo. Lo scopo dell’avanguardia russa è quello della distruzione
e della rivoluzione. L’impegno della trasformazione, di conseguenza, finisce per
convergere con la finalità di un impegno anche politico. E’ questa la direzione
imboccata dal Futurismo russo, il cui maggiore esponente è Vladimir Majakovskij, nello