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Sintesi
Storia: la Belle Epoque

Arte: Toulouse Lautrec

Economia: pubblicità e marketing

Francese: le agenzie di viaggi

Geografia del turismo: la Cina

Italiano: Gabriele D'Annunzio (l'estetismo)

Inglese: il movimento delle suffragette
Estratto del documento

Tesina

Una breve stagione di euforia

“La Belle Epoque”.

In genere quando parliamo di storia, pensiamo in modo particolare alle lunghe

battaglie di un tempo fino a quelle più devastanti dei giorni nostri. Un giorno

mentre sfogliavo il libro di storia, mi soffermai su una di quelle letture cui

solitamente nessuno presta molta attenzione; vi era scritto: 1890-1914: gli anni

dell’ottimismo, una breve stagione di euforia: la Belle Epoque; fui curiosa, e

decisi di leggerla, così leggendola mi resi conto che mi ero appassionata

talmente tanto che decisi già da allora di voler sviluppare la mia tesina di

maturità intorno a questo affascinante e piccolo pezzo di storia.

Da li ebbe inizio il mio piccolo viaggio tra gli ultimi anni dell’ottocento e i primi

del novecento, in cui l’Europa usciva da una lunga depressione; le innovazioni

tecnologiche e la fiducia in un progresso materiale avevano favorito la ripresa

della crescita industriale ed economica. Così si diffuse tra la borghesia di fine

secolo un clima di spensieratezza e di ottimistica fede nel futuro, che sembrava

coinvolgere anche le classi meno agiate.

Furono notevoli le scoperte in campo medico e i miglioramenti dell’igiene,

questo soprattutto grazie ai grandi progressi compiuti dalla chimica che

permise la scoperta del vaccino e l’utilizzo degli antibiotici. Decisive furono

soprattutto le ricerche nel campo delle malattie infettive fatte da Pasteur e

Koch. Grazie a tutto ciò la maggior parte delle epidemie furono debellate e la

mortalità infantile si era notevolmente ridotta, di conseguenza ci fu una

notevole crescita demografica, che corrispose a un’impressionante aumento

della produzione industriale e del commercio mondiale.

In campo tecnologico ci furono innovazioni destinate a migliorare la vita

quotidiana come: la messa a punto del telefono, ideata dall’italiano Antonio

Meucci e prodotto a livello industriale negli stati uniti nel 1876, essa permise la

comunicazione a distanza.

Nello stesso anno l’invenzione del motore a scoppio in Germania velocizzò lo

spostamento di persone e merci, e soprattutto l’invenzione dei mezzi di

trasporto. Nel 1885 si realizzò la prima motocicletta, tramite l’applicazione del

motore a scoppio a una bicicletta, in seguito applicarono lo stesso a una

vettura dando origine alla prima automobile, che inizialmente erano prodotte

artigianalmente per ricchi borghesi o aristocratici, ma a inizio secolo tramite la

produzione industriale intrapresa da Henry Ford, le automobili divennero meno

costose e accessibili a più persone. Infine, il motore a scoppio a due eliche

permise ai fratelli Wright la progettazione del primo aeroplano, i progressi

furono rapidi e nel 1909 fu realizzato il primo volo sul canale della Manica che

diede inizio all’era degli aerei. Un importante mito e simbolo della Belle Epoque

fu l’Orient Express: il 2 maggio 1883 nasceva il treno che avrebbe attraversato

l’Europa verso l’Oriente misterioso, verso Costantinopoli, a bordo del quale

politici, giornalisti, artisti e scrittori intrecciarono le loro storie.

Alla fine dell’800 la borghesia celebrava i risultati raggiunti, con grandi

esposizioni universali, in cui venivano esibite le ultime meraviglie della scienza,

della tecnica e dell’arte, molte di queste però erano temporanee, ad eccezione

vi furono il Crystal Palace, costruito in occasione della prima esposizione

universale di Londra nel 1851 e la magnifica tour Eiffel, costruita a Parigi come

ingresso all’esposizione del 1889, essa prese il nome dal suo progettista,

l’ingegnere Gustave Eiffel, inizialmente il pubblico non apprezzò il “mostro di

ferro”, poiché era considerato poco estetico; ma, oggi, è considerata uno

straordinario esempio di arte architettonica ed è visitata da circa 6 milioni di

turisti l’anno.

Accanto alle tradizionali occasioni di svago, si diffuse l’abitudine di passare le

sere in locali pubblici, molti investitori capirono che quello del divertimento era

un settore su cui si potevano fare buoni affari, e in cui valeva la pena investire

del denaro. La nascente industria dello svago fu favorita dall’illuminazione

elettrica, che fece protrarre i divertimenti fino a notte fonda, così per chi il

giorno lavorava, la notte diventava una buona occasione per godersi la vita.

Ecco perché la Belle Epoque è associata all’atmosfera gioiosa e trasgressiva dei

cabaret, nei quali furoreggiava il “cancan”che divenne un ballo simbolo, la

danza dell’allegria, della lussuria, della spensieratezza e della perdizione,

diventato emblema della vita notturna parigina. Inizialmente, il cancan era

ballato solo nei locali parigini d’infimo ordine, dove serviva alle prostitute per

adescare la clientela. Nonostante ciò, intorno al 1880 il ballo si era diffuso

ovunque, anche negli Stati Uniti. Fu, però, la Francia a trasformarlo nel simbolo

delle sfrenate notti parigine, in cui le ballerine sollevavano le gonne, lanciavano

in aria le gambe e terminavano il tutto con una spaccata. Questo spettacolo

“peccaminoso” divenne l’attrazione di molti cabaret, soprattutto dell’Elysèe-

Montmartre, diventato famoso per le sue eccezionali ballerine, per la sua

clientela equivoca e per le risse che scoppiavano quasi tutte le sere tra gli

avventori. Proprio per questa sua atmosfera un po’ losca, il locale cominciò ad

attirare un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, affascinato dal contatto

con gli ambienti marginali della città.

Lo stesso successo toccò al più celebre di questi cabaret, il mitico Moulin

Rouge, aperto nel 1890 a Montmartre. I suoi ideatori, Charles Zidler e Joseph

Oller, capirono che lo spettacolo un po’ licenzioso poteva diventare un ottimo

affare, se riusciva ad attirare la buona società e a farle conoscere la musica e la

danza della malavita dell’epoca: ecco perché i due arredarono lussuosamente il

locale, con sovrabbondanza di specchi, sculture e mobili sfarzosi, e

pubblicizzarono il Moulin Rouge con splendidi manifesti, realizzati dal pittore

HenriToulouse-Lautrec, che, infatti, fu definito come il pittore della Parigi della

Belle Epoque (1864-1901). Egli, pur non aderendo al movimento

impressionista, ne aveva assimilato la tecnica e il gusto estetico. Apparteneva

ad una famiglia aristocratica, era un bambino sano e vivace, ma, in seguito a

due cadute, si bloccò lo sviluppo delle gambe e fu costretto a restare a lungo

immobile ed isolato. La vocazione, che si era già manifestata dalla prima

giovinezza, divenne quasi una scelta obbligatoria e nella pittura trovò un mezzo

per combattere il dolore e un’occasione per tornare tra la gente. L’impossibilità

di una vita normale lo spinse a trasferirsi a Montmartre, il quartiere parigino

dove vivevano i bohèmiens. Così erano chiamati gli studenti squattrinati e

giovani disoccupati che conducevano una vita sregolata e vagabonda, questo

termine derivante da “bohème” era usato come equivalente di “zingaro”. Erano

ragazzi insofferenti verso ogni forma di regola e di costrizione, indifferenti verso

il futuro, e anticonformisti ai margini della società, legati agli ambienti della

malavita per il loro rifiuto di integrarsi e riconoscersi nella “normalità”

borghese. Qui Toulouse trovò un’umanità cui si sentiva vicino, poiché ne

coglieva la tristezza nascosta dietro lo scintillio e la frenetica sete di vita.

Furono i personaggi di codesto ambiente i protagonisti dei suoi quadri , nei

quali egli fissava l’infinita ricchezza di situazioni e di stati d’animo che

animavano le notti parigine. L’identificazione con questo mondo era così

sentita che egli ne diventò l’interprete più sensibile e l’intera epoca si

rispecchiò nei suoi vibranti dipinti. Il bisogno di arrivare a un’arte molto

comunicativa, ma anche di guadagnare il denaro per sopravvivere, lo spinse

verso il nascente settore della pubblicità e a realizzare numerosi affiches

(manifesti), caratterizzati da macchie di colori compatti, brillanti e viceversa

contrastanti, delimitate da robusti contorni, e da figure stilizzate. La sua ricerca

di sensazioni forti e intense, lo portò a vivere un’esistenza febbrile, che indebolì

la sua salute, già compromessa dall’infermità e dall’abuso di alcool, e lo

condusse a una morte precoce a soli trentasette anni.

Fra i numerosi ritratti di Toulouse, ricordiamo in modo particolare “Al

MoulinRouge” dipinto ad olio su tela, realizzato tra il 1892 e il 1895, che è

conservato all’Art Institute di Chicago. Quest’opera è uno dei tanti ritratti di

straordinaria immediatezza fermati dall’inconsueta scioltezza di segno che

caratterizza la pittura dell’artista: la luce artificiale del locale è resa con colori

brillanti. L’impostazione bidimensionale dell’immagine, data dalla linea

essenziale e nervosa dei contorni, rivela l’influenza esercitata su Toulouse dalle

stampe giapponesi. Al centro della tela, sullo sfondo, si vede lo stesso Lautrec,

riconoscibile dalla bassa statura, in compagnia del cugino Gabriel Tapié de

Céleyran. Al tavolo che li copre parzialmente, sono seduti: il critico d'arte

Édouard Dujardin, la ballerina spagnola detta La Macarona, la ballerina Jane

Avril, con i suoi capelli rossi fiammanti, e Guibert e Paul Sescau, amici del

pittore.

Sullo sfondo, la donna che si sistema la capigliatura conversando con un'altra

dama è la famosa ballerina La Goulue, di grande effetto è il ritratto della donna

in primo piano a destra, sul cui volto compare un riflesso azzurro.

Come detto pocanzi, Toulouse si dedicò al settore della pubblicità che in quel

periodo era in forte crescita tramite volantini e manifesti. In seguito con la

diffusione della radio e della televisione la pubblicità incominciò a entrare

direttamente nelle case; essa ha tuttora come scopo quello di persuadere, al

fine di vendere ai clienti un prodotto o un servizio. Quella scienza che studia

tutte queste strategie prende il nome di Marketing. Più correttamente per

marketing s’intende il rapporto che le aziende hanno con il loro mercato; cioè lo

studio delle esigenze dei consumatori al fine di programmare e attuare tutte

azioni promozionali pubblicitarie e commerciali necessarie per la vendita. Il

punto fondamentale di ogni politica di marketing è la conoscenza dell’ambiente

in cui l’azienda opera. Un’azienda può operare in tre diversi modi, esistono:

Marketing di risposta: l’azienda parte da bisogni già individuati rispetto ai quali

cerca di proporre soluzioni valide con qualche elemento innovativo.

Marketing d’anticipo: se l’azienda riesce a individuare bisogni non ancora

pienamente espressi, anticipando i desideri dei consumatori.

Marketing driving: consiste nel pilotare il mercato, nel condizionarlo al punto da

indurre a forme di consumo alle quali di sua iniziativa il pubblico non avrebbe

pensato.

Il marketing management è la gestione dell’insieme di attività che l’azienda

deve svolgere per imporre un corretto rapporto con il mercato. Tale gestione si

compone di sette momenti successivi:

L’IDEA DI BUSINESS : alla base di una attività imprenditoriale è necessaria

l’idea di che cosa fare e tale idea deve essere commisurata con i mezzi e le

strutture di cui si dispone.

LA CONOSCENZA DEL MERCATO:

LA DEFINIZIONE DELLA MISSIONE:

LA DEFINIZIONE DI MARKETING MIX: è la combinazione degli elementi che

caratterizzano l’approccio dell’impresa con il mercato. Questi elementi sono

solitamente 4, le cosiddette 4 P, alle quali se ne aggiungono almeno altre 2:

prodotto, prezzo, promozione, punto di vendita, personale, politica

IL POSIZIONAMENTO dell’impresa sul mercato.

Tornando alla belle epoque ci terrei a dire che oltre alle svariate innovazioni e

scoperte, attorno all’ottocento anche il turismo aveva cominciato a coinvolgere

un pubblico sempre più vasto e ciò venne confermato dal crescente successo

delle guide di viaggio, come la famosa Baedeker, che aiutava i turisti a

orientarsi e a visitare i paesi stranieri. La prima agenzia di viaggio è associata

all’esploratore Thomas Cook che, dopo aver accompagnato in gita 500 persone

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