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Sintesi

La crisi del Positivismo


Alla fine dell’800, con l’avvento della Teoria della Relatività di Albert Einstein e della psicoanalisi di Freud, gli ideali positivisti entrano in crisi. Ciò che il positivismo predicava era una fiducia incondizionata nei confronti dell’uo- mo, della scienza e del progresso. In particolare, questi ultimi ritenevano che la vera realtà si potesse raggiungere e conoscere solo attraverso il sa- pere scientifico, ovvero attraverso fenomenici numerici, quantificabili e so- prattutto oggettivi. Con il passare del tempo però, si cominciò a concepire la realtà come un qualcosa di soggettivo, che non fosse più universali per tutti bensì relativo e variabile in base al singolo individuo.

Il Futurismo


Nell’800 il termine “avanguardia” veniva utilizzato in ambito politico per indi- care l’atteggiamento rivoluzionario di alcuni gruppi. Con l’avvento del 900 tale termine si estese anche in ambito culturale e letterario per rappresenta- re e descrivere correnti come il Dadaismo, il Surrealismo e il Futurismo. Quest’ultimo in particolare, nacque in Italia e ben presto si diffuse in Europa e nel mondo.
Gli avanguardisti intendono distruggere tutto ciò che riguarda il passato e costruire un nuovo presente, ponendo le basi per un nuovo futuro. Criticano i valori borghesi come il conformismo, il moralismo, il tradizionalismo e l’ipocrisia. Rifiutano il sistema su cui si fonda il mercato culturale, poiché ri- tengono che quest’ultimo abbia causato la mercificazione dell’arte. Per tan- to, si impegnano alla realizzazione di opere ribelli e provocatorie avvolte da un linguaggio criptico, in modo da non essere comprensibili al pigro pubbli- co intellettuale.
Per realizzare al meglio il loro obbiettivo, gli avanguardisti cominciano ad organizzarsi in gruppi che condividono le idee pronunciate nel “Manifesto del Futurismo”(1909) di Tommaso Marinetti, il quale riassume i punti chiave della rivolta futurista:
- Rivolta contro la cultura del passato e le istituzioni in cui tale cultura si realizza
- Velocità, dinamismo, energia vitale
- Celebrazione della macchina
- Culto dell’azione violenta ed esasperata
- Esaltazione della guerra
- Esaltazione dello sport
Per quanto riguarda l’ambito letterario, Marinetti pubblica nel 1212 il “Mani- festo letterario della letteratura futurista” da cui si evince:
- Rifiuto della logica tradizionale
- Distruzione della sintassi sostituendola con la “Teoria delle parole in liber-
tà”
- Abolizione della punteggiatura tradizionale per far fluire al meglio le sen-
sazioni e la folgorante rapidità dei passaggi
- La parola diventa immagine, suono, gesto
- Fusione tra più linguaggi dell’arte e dell’espressione
Estratto del documento

La crisi del Positivismo

Alla fine dell’800, con l’avvento della Teoria della Relatività di Albert Einstein

e della psicoanalisi di Freud, gli ideali positivisti entrano in crisi. Ciò che il

positivismo predicava era una fiducia incondizionata nei confronti dell’uo-

mo, della scienza e del progresso. In particolare, questi ultimi ritenevano

che la vera realtà si potesse raggiungere e conoscere solo attraverso il sa-

pere scientifico, ovvero attraverso fenomenici numerici, quantificabili e so-

prattutto oggettivi. Con il passare del tempo però, si cominciò a concepire

la realtà come un qualcosa di soggettivo, che non fosse più universali per

tutti bensì relativo e variabile in base al singolo individuo.

Il Futurismo

Nell’800 il termine “avanguardia” veniva utilizzato in ambito politico per indi-

care l’atteggiamento rivoluzionario di alcuni gruppi. Con l’avvento del 900

tale termine si estese anche in ambito culturale e letterario per rappresenta-

re e descrivere correnti come il Dadaismo, il Surrealismo e il Futurismo.

Quest’ultimo in particolare, nacque in Italia e ben presto si diffuse in Europa

e nel mondo.

Gli avanguardisti intendono distruggere tutto ciò che riguarda il passato e

costruire un nuovo presente, ponendo le basi per un nuovo futuro. Criticano

i valori borghesi come il conformismo, il moralismo, il tradizionalismo e

l’ipocrisia. Rifiutano il sistema su cui si fonda il mercato culturale, poiché ri-

tengono che quest’ultimo abbia causato la mercificazione dell’arte. Per tan-

to, si impegnano alla realizzazione di opere ribelli e provocatorie avvolte da

un linguaggio criptico, in modo da non essere comprensibili al pigro pubbli-

co intellettuale.

Per realizzare al meglio il loro obbiettivo, gli avanguardisti cominciano ad

organizzarsi in gruppi che condividono le idee pronunciate nel “Manifesto

del Futurismo”(1909) di Tommaso Marinetti, il quale riassume i punti chiave

della rivolta futurista:

- Rivolta contro la cultura del passato e le istituzioni in cui tale cultura si

realizza

- Velocità, dinamismo, energia vitale

- Celebrazione della macchina

- Culto dell’azione violenta ed esasperata

- Esaltazione della guerra

- Esaltazione dello sport

Per quanto riguarda l’ambito letterario, Marinetti pubblica nel 1212 il “Mani-

festo letterario della letteratura futurista” da cui si evince:

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