Concetti Chiave
- I vociani, associati alla rivista "Voce", si focalizzarono sul rinnovamento del linguaggio letterario novecentesco, privilegiando la lirica e l'autobiografia.
- Renato Serra, figura di spicco del movimento, esplorò temi di esame di coscienza e bilanci esistenziali, specialmente nella sua opera "Esame di coscienza di un letterato".
- I vociani evitarono il confronto diretto con la tradizione, preferendo una poetica di dizione pura e autentica, libera da retorica e magniloquenza.
- Influenzati da Benedetto Croce, i vociani cercavano nell'arte l'espressione immediata e sincera del sentimento, rendendo l'originalità un principio estetico fondamentale.
- La scrittura vociana, particolarmente nel ceppo romano guidato da Cardarelli, integrava prosa e poesia, enfatizzando l'idea della verità raggiunta attraverso illuminazioni frammentarie.
Indice
Origini e trasformazione della rivista
Presero il loro nome dalla rivista “Voce” fondata da Giuseppe Prezzolini nel dicembre 1908, dapprima fu un vivacissimo settimanale di impegno civile e cultura militante, ma fino 1912 non pubblicò testi creativi quando la direzione della testata passò a De Robertis che trasformò il settimanale in una rivista letteraria. I vociano non si costituirono in avanguardia come i futuristi, ma concorsero al rinnovamento del linguaggio letterario novecentesco, focalizzandosi sulla lirica e sull’autobiografia.
Vociani e la loro poetica
Essi si mostrarono inclini all’esame di coscienza, ai bilanci esistenziali, il leader fu Renato Serra, allievo di Carducci e direttore della Biblioteca malatestiana di Cesena, viene ricordato soprattutto per “Esame di coscienza di un letterato” scritto alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia. Lui, umanista di provincia, nell’imminenza della guerra si sente investito da una drammatica lacerazione: da una parte raddoppia il suo attaccamento alla letteratura, dall’altro si sente attirato verso lo sbocco obbligato della guerra come compimento del proprio comune destino. Nella scrittura autobiografica troviamo spesso autori giovani, ad esempio “Ragazzo” è stato scritto da Piero Jahier a soli 35 anni, in quanto questi testi non nascevano da un bisogno fi lasciare una testimonianza sull’opera svolta, essi vogliono chiarirsi le idee, stabilendo un programma d’azione intellettuale [esame di coscienza finalizzato alle decisioni da prendere]. Il fastidio per la retorica era comune a tutta la prima generazione del Novecento, ma i vociani lo manifestano in modo peculiare: a loro non interessava lo scontro frontale coi padri o il sabotaggio della tradizione, alla base della loro poetica si trova infatti la ricerca di una dizione pura che fosse espressione autentica del vissuto, intrapresero quindi un lavoro di ripulitura dell’espressione da ogni magniloquenza o luogo comune.
Influenza di Benedetto Croce
Questa ricerca di purezza fu influenzata da Benedetto Croce, per lui l’arte rappresenta il momento in cui la conoscenza avviene in forma intuitiva attraverso il sentimento, l’opera quando è arte allo stato puro, è espressione immediata, sincera e trasparente, tutto ciò che non è sentimento inquina l’opera. Se il sentimento è quello che prova l’artista è sempre individuale, anche la sua espressione dovrà risultare unica e irrepetibile, l’originalità diventa quindi un caposaldo dell’estetica vociana. Infatti, il ceppo romano dei vociani riuniti sotto la rivista “Lirica” guidati da Cardarelli, concepiva la creazione poetica come un’effusione del personale mondo dell’artista, facendo diventare la scrittura un assiduo monologo o una biografia interiore. Spesso si nota inoltre l’alternanza di prosa e verso, creando una perfetta osmosi tra prosa e poesia, e il frammentismo, che non indica la lunghezza del testo bensì una diversa del mondo, si convinsero dell’attimo fuggente: la verità si raggiunge a sprazzi, per illuminazione.
Domande da interrogazione
- Quali furono le origini e la trasformazione della rivista "Voce"?
- Qual è la poetica dei vociani e chi fu il loro leader?
- In che modo Benedetto Croce influenzò i vociani?
- Quali caratteristiche distintive si trovano nella scrittura dei vociani?
La rivista "Voce" fu fondata da Giuseppe Prezzolini nel dicembre 1908 come settimanale di impegno civile e cultura militante. Nel 1912, sotto la direzione di De Robertis, si trasformò in una rivista letteraria, contribuendo al rinnovamento del linguaggio letterario novecentesco.
I vociani erano inclini all'esame di coscienza e ai bilanci esistenziali. Il loro leader fu Renato Serra, noto per "Esame di coscienza di un letterato". La loro poetica si basava sulla ricerca di una dizione pura, espressione autentica del vissuto, evitando la retorica e il confronto diretto con la tradizione.
Benedetto Croce influenzò i vociani con la sua concezione dell'arte come espressione intuitiva e sincera del sentimento. L'originalità e l'unicità dell'espressione artistica divennero capisaldi dell'estetica vociana, promuovendo una scrittura come monologo interiore o biografia personale.
La scrittura dei vociani si caratterizza per l'alternanza di prosa e verso, creando un'osmosi tra prosa e poesia, e per il frammentismo, che rappresenta una visione del mondo basata su illuminazioni fugaci e verità raggiunte a sprazzi.