Concetti Chiave
- Il Manifesto Dada fu pubblicato nel 1918 a Zurigo, un centro di creatività neutrale durante la Prima Guerra Mondiale.
- Tristan Tzara, figura di spicco del movimento, coniò il termine "Dada" e fondò una rivista dedicata alla diffusione delle idee dadaiste.
- L'opera di Tzara "La prima avventura celeste del signor Antipyrine" esprime l'atteggiamento anarchico e provocatorio tipico del dadaismo.
- Il dadaismo rifiuta la bellezza oggettiva, sostenendo il diritto di ogni individuo di esprimere opinioni soggettive sull'arte.
- Contrariamente ad altre avanguardie come il futurismo, il dadaismo non propone un programma definito, ma usa la provocazione per criticare la società e l'arte tradizionale.
Origini del Dadaismo
Nel 1918 venne pubblicato il Manifesto dell’avanguardia dadaista, sorta due anni prima a Zurigo, la Svizzera infatti era rimasta neutrale durante la prima guerra mondiale e questo le aveva permesso di presentarsi come terreno fertile per la diffusione di processi creativi e rivoluzionari come il movimento dada. La sua pubblicazione avvenne proprio sulla rivista del gruppo, che prende il titolo dal nome dell’avanguardia, quindi “Dada” termine coniato proprio da Tristan Tzara, che si dimostrò come il componente più attivo dal punto di vista comunicativo con il pubblico, fu infatti anche sua l’idea di fondare una rivista interamente dedicata al gruppo.
Tristan Tzara e il Manifesto
Sempre Tzara, nel 1916, pubblicò l’opera intitolata “La prima avventura celeste del signor Antipyrine”, in cui si inizia a notare l’impianto dadaista già a partire da uno dei testi presenti all’interno, ovvero il “Manifesto del signor Sntipyrine”, in cui l’autore scrive: “l’arte non è una cosa seria, dico sul serio”, dimostrando dunque il tipico atteggiamento anarchico presente nell’avanguardia dadaista.
Come in tutte le avanguardie, è anche facile riscontrare la volontà di riscuotere la società, in particolare i rappresentati di quell’intellighezia borghese che assumeva spesso il ruolo di superiorità nei loro confronti, in quanto ancora fortemente legati alla tradizione e quindi all’arte del passato. Come avveniva in avanguardie come il futurismo, nel manifesto si nota dunque la tipica provocazione volto alla distruzione totale della società moderna, anche se nel caso del futurismo era presente un vero e proprio programma, mentre per il dadaismo no. Tzara utilizza uno stile tipicamente dadaista contraddicendosi più volte all’interno di una frase, sbeffeggiandosi apertamente del lettore e del passato, dell’arte e della società in generale. Lo stesso nome del gruppo non significa niente di concreto, potrebbe infatti risalire ai primi balbettii che fanno i bambini prima di iniziare effettivamente a parlare, questa interpretazione troverebbe un senso logico nell’atteggiamento ludico con cui i dadaisti affronta la vita, cercando sempre una dissacrazione degli elementi del reali, soprattutto se collegati alla tradizione del passato.Critica alla bellezza oggettiva
I dadaisti si scagliano in particolare contro il concetto di bellezza oggettiva e universale, che Tzara descrive come morta in quanto ogni uomo per lui, anche quello meno colto, ha il diritto di esprimere la propria opinione soggettiva sulla bellezza, e quindi l’idea di bellezza assoluta e univoca non esiste più.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini del Dadaismo?
- Chi è Tristan Tzara e quale ruolo ha avuto nel Dadaismo?
- Qual è l'atteggiamento del Dadaismo verso l'arte e la società?
- Come i dadaisti vedono il concetto di bellezza?
Il Dadaismo è nato a Zurigo nel 1916, in un contesto neutrale durante la prima guerra mondiale, e si è diffuso come movimento creativo e rivoluzionario. Il Manifesto dell’avanguardia dadaista è stato pubblicato nel 1918.
Tristan Tzara è stato un membro attivo del Dadaismo, coniando il termine "Dada" e fondando una rivista dedicata al movimento. Ha pubblicato opere come “La prima avventura celeste del signor Antipyrine” e il “Manifesto del signor Sntipyrine”.
Il Dadaismo adotta un atteggiamento anarchico e provocatorio, criticando l'arte tradizionale e la società borghese. Si contraddistingue per la volontà di dissacrare elementi reali e rifiutare la tradizione del passato.
I dadaisti rifiutano il concetto di bellezza oggettiva e universale, sostenendo che ogni individuo ha il diritto di esprimere la propria opinione soggettiva sulla bellezza, rendendo obsoleta l'idea di una bellezza assoluta.