Concetti Chiave
- Zeno Cosini incarna l'inettitudine tipica dei protagonisti di Svevo, mostrando passività e incapacità di agire, particolarmente evidente dopo la morte del padre.
- Il protagonista desidera Ada Malfenti, ma finisce per sposare Augusta, scelta imposta dalle circostanze e dalla sua incapacità di prendere decisioni.
- Guido, il cognato di Zeno, si rivela un cattivo gestore, simulando suicidi per ottenere il perdono della moglie, fino a morire realmente per errore.
- Zeno prova affetto per Augusta ma ha un'amante, situazione che il dottor S. interpreta come complesso di Edipo, influenzato dalla memoria delle esperienze passate.
- Alla fine, Zeno conclude che non è lui a essere malato, ma la vita stessa, correlata alla distruzione causata dallo sviluppo tecnologico.
Indice
L'inettitudine nei romanzi di Svevo
Tutti i protagonisti dei romanzi di Italo Svevo presentano una caratteristica comune: l’inettitudine e, quindi, l’incapacità di agire. Ciò li condanna ad essere dei sempiterni contemplatori poiché sono incapaci di prendere una posizione nella società. Questa caratteristica è resa in modo eloquente dal protagonista del più celebre romanzo di Svevo: La coscienza di Zeno. Zeno Cosini, infatti, è caratterizzato da una totale passività, che traspare soprattutto in alcuni brani del romanzo come, ad esempio, quello che segue la morte del padre.
Zeno e le sorelle Malfenti
Dopo la morte del padre, Zeno vuole sposarsi e conosce le quattro sorelle Malfenti, i cui nomi iniziano tutti con la a: Augusta; Alberta; Ada e Anna. Il protagonista è interessato ad Ada, la quale però non ricambia il suo sentimento poiché è già promessa sposa a Guido, uomo profondo che lei ama. Il padre delle fanciulle vorrebbe per altro che Zeno sposasse Augusta ed egli, inetto e incapace di prendere una posizione, lascia che questo desiderio si traduca nel suo effettivo matrimonio con la ragazza, che si rivela per lui una moglie ideale.
Il fallimento di Guido
Nel frattempo Guido, incapace di gestire il proprio matrimonio, chiede a Zeno di cogestore un’azienda. Il cognato comincia però a sperperare il proprio patrimonio speculando in borsa e perdendo spesso molti soldi. Ogni volta che ciò accade egli finge il suicidio in modo che la moglie lo perdoni. In una di queste occasioni, però, non riesce a controllare il proprio gesto e perde davvero la vita. Quando Zeno deve recarsi al funerale del cognato, verso cui ha sempre provato sentimenti di avversione, si accoda al corteo funebre sbagliato e Ada lo accusa di aver in tal modo espresso la sua gelosia e il suo malanimo nei confronti del marito. Il gesto può essere infatti considerato un lapsus Freudiano: l’opera risente dell’influenza della psicoanalisi, che secondo Svevo non ha una funzione curativa, bensì esclusivamente conoscitiva.
Psicoanalisi e complesso di Edipo
Il sincero affetto che Zeno prova nei confronti della moglie non gli impedisce di avere un’amante, fattore che induce il dottor S. a diagnosticargli il complesso di Edipo, malattia che non è in grado di curare perché il protagonista è influenzato dalla memoria irreversibile delle proprie esperienze, che modifica il passato e impedisce di vedere in modo oggettivo la realtà.
Conclusione del romanzo
Al termine del romanzo Zeno giunge alla conclusione che non è egli ad essere malato ma è la vita ad essere inquinata nelle proprie radici e ad assomigliare alla malattia. L’uomo, sottratto al suo naturale processo evolutivo, inventa gli ordigni. Lo sviluppo tecnologico ha un carattere distruttivo che riserverà scampo esclusivamente all’inetto.
Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica comune dei protagonisti nei romanzi di Italo Svevo?
- Come si sviluppa la relazione tra Zeno e le sorelle Malfenti?
- Qual è il destino di Guido nel romanzo?
- Qual è la conclusione a cui giunge Zeno alla fine del romanzo?
Nei romanzi di Italo Svevo, tutti i protagonisti condividono l'inettitudine e l'incapacità di agire, che li condanna a essere contemplatori passivi incapaci di prendere una posizione nella società.
Dopo la morte del padre, Zeno desidera sposarsi e conosce le sorelle Malfenti. È interessato ad Ada, ma finisce per sposare Augusta, come desiderato dal padre delle fanciulle, poiché è incapace di prendere una posizione.
Guido, incapace di gestire il proprio matrimonio e le finanze, finge ripetutamente il suicidio per ottenere il perdono della moglie, ma alla fine muore davvero. Zeno, al funerale, commette un lapsus Freudiano che rivela la sua avversione verso Guido.
Alla fine del romanzo, Zeno conclude che non è lui ad essere malato, ma è la vita stessa ad essere inquinata e simile a una malattia, con lo sviluppo tecnologico che ha un carattere distruttivo.