Concetti Chiave
- Il dottor S., narratore di primo grado, presenta il manoscritto di Zeno come una novella, minando la credibilità e centralità del protagonista.
- Zeno, diffidente verso la terapia e le certezze scientifiche, esprime la sua amarezza con metafore che sottolineano il peso delle esperienze passate.
- La narrazione esplora l'influenza delle esperienze infantili sull'età adulta con ironia, come evidenziato nei dialoghi di Zeno.
- L'italiano di Svevo mostra incertezze linguistiche, influenzato dalla sua familiarità con il tedesco, evidenziando l'uso particolare delle preposizioni.
- Il linguaggio di Svevo include termini letterari e ironici, rivelando un'origine libresca e un intento di coloritura stilistica.
Nella Prefazione il dottor S. si presenta ai lettori definendo il manoscritto di Zeno una novella (r. 2). Di per sé, la presenza di questo narratore di primo grado che interviene nell'incipit del romanzo destituisce il protagonista, Zeno, di qualsiasi credibilità e della sua stessa centralità all'interno dell'opera.
Invece il dottor S. ha spinto Zeno a una specie di autoanalisi.
D'altra parte, anche il fatto che egli abbia deciso di pubblicare il testo di Zeno per vendetta (r.
13) stride con la deontologia del medico, che prescrive, prima di tutto, la riservatezza dei dati relativi al paziente.Diffidenza di Zeno
Da parte sua, Zeno manifesta subito una certa diffidenza nei confronti della terapia che si accinge a intraprendere e in generale verso le presunte sicurezze della scienza (l'interrogativa iniziale Vedere la mia infanzia?, r. 20, suona come uno sberleffo denso di amarezza). I suoi occhi sono presbiti (r. 20), quindi dovrebbero vedere meglio le cose lontane che quelle vicine, ma tra il passato e il presente si frappongono come vere alte montagne (r. 22) le esperienze pregresse, fatti ed emozioni della durata di anni o anche solo di qualche ora. In quest'ultima notazione troviamo, implicitamente, un concetto importante su cui si basa la narrativa novecentesca, cioè l'idea per la quale a contare non è tanto l'estensione cronologica oggettivamente misurabile delle esperienze.
Quest'ultima ha infatti svelato i meccanismi legati alla vita sessuale inconscia dei più piccoli: tali concetti sono ripresi in questa pagina sveviana.
L'idea che l'uomo adulto "derivi" totalmente dalle esperienze infantili è investita dalla tipica ironia del narratore, come possiamo evincere dall'apostrofe di Zeno al proprio nipotino: Povero bambino! Altro che ricordare la mia infanzia! lo non trovo neppure la via di avvisare te, che vivi ora la tua, dell'importanza di ricordarla a vantaggio della tua intelligenza e della tua salute (rr. 47-50).
Ironia e linguaggio
Nella frase io sono pronto di dividere con lui i lauti onorarii (rr. 13-14), la preposizione corretta dopo l'aggettivo pronto sarebbe "a", non "di". La scelta dell'autore si spiega probabilmente con la maggiore familiarità con il tedesco rispetto all'italiano: in tedesco difatti "pronto a" si dice bereit zu, e zu è appunto il nostro "di". «Nelle particelle che legano un infinito alla forma nominale o verbale che lo regge, lo scrittore rimane, più che sordo, indifferente: "ero riuscito di fare accettare" o "ero pronto di fare una cosa" sono costruzioni normali nella Coscienza di Zeno» (Devoto). È questo uno dei segnali dell'incerto italiano dell'autore triestino, che non padroneggia completamente tutte le regole della nostra lingua scritta.
Altri termini di ascendenza letteraria, come lustri (r. 20) o fantolino (rr. 55 e 57), tradiscono invece l'origine libresca del suo italiano, a meno di non volervi vedere come appare possibile almeno in questi due esempi una certa coloritura ironica.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del dottor S. nel manoscritto di Zeno?
- Come si manifesta la diffidenza di Zeno verso la terapia e la scienza?
- In che modo l'ironia e il linguaggio influenzano la narrazione?
- Qual è l'importanza delle esperienze infantili nella narrativa di Zeno?
Il dottor S. si presenta come narratore di primo grado, destituendo Zeno di credibilità e centralità, e spinge Zeno a un'autoanalisi, pubblicando il testo per vendetta, in contrasto con la deontologia medica.
Zeno mostra diffidenza verso la terapia e le sicurezze della scienza, esprimendo ironia e amarezza, e sottolinea l'importanza delle esperienze infantili con un tono ironico verso il nipotino.
L'ironia si manifesta attraverso errori linguistici e termini di ascendenza letteraria, riflettendo l'incerto italiano dell'autore e una coloritura ironica nel testo.
Le esperienze infantili sono viste come fondamentali per l'uomo adulto, ma Zeno le tratta con ironia, evidenziando la difficoltà di trasmettere la loro importanza al nipotino.