Concetti Chiave
- Nel 1899, Svevo abbandonò il lavoro in banca e divenne dirigente nell'azienda del suocero, viaggiando per affari in Europa.
- Per migliorare l'inglese, Svevo studiò con Joyce a Trieste, che lo incoraggiò a continuare a scrivere.
- Durante la Prima guerra mondiale, Svevo e Joyce furono separati; Svevo si dedicò alla psicanalisi e tradusse Freud.
- Nel 1923, Svevo pubblicò "La coscienza di Zeno", apprezzato da Joyce, che lo promosse tra i letterati francesi.
- Il riconoscimento in Italia arrivò nel 1925 grazie a Montale, che elogiò le opere di Svevo, superando i pregiudizi.
Svevo e l'incontro con Joyce
Nel 1899 Svevo abbandonò in maniera definitiva il suo impiego in banca e lavorò come dirigente nell’industria del suocero, Ditta Veneziani, che produceva vernici sottomarine, cominciando a viaggiare per affari in moltissimi paesi europei. Per ragioni legate al lavoro, Svevo dovette approfondire lo studio della lingua inglese; si rivolse così a Joyce, giunto a Trieste per insegnare l’inglese. Joyce apprezzò le opere di Svevo e lo incoraggiò a non arrendersi e a riprendere in mano la penna. I due amici vennero poi separati dall’esplosione della Prima guerra mondiale, dal momento Joyce dovette lasciare l’Italia e Svevo rimase a Trieste.
La scoperta della psicanalisi
In questi anni Svevo scoprì la psicanalisi e tradusse La scienza dei sogni di Freud. Finita la guerra portò a compimento la stesura del suo terzo e più celebre romanzo, La coscienza di Zeno, edito nel 1923 da Cappelli ancora una volta a spese dello scrittore. Anche stavolta, Svevo venne screditato dalla critica italiana. Joyce però apprezzò moltissimo l’opera e convinse Svevo a inviarla a critici e letterati francesi, i quali lo apprezzeranno e ne faranno un grandioso successo a livello europeo.
Il successo di Svevo in Italia
Il meritato successo arrivò anche in Italia, quando Montale scrive su L’Esame, nel 1925, un saggio critico sulle tre opere che l’autore stesso gli aveva inviato. Montale lo collocò sul più alto piano della letteratura contemporanea. A partire da questo momento la critica si ammorbidì e i pregiudizi nei confronti dell’autore, probabilmente dovuti anche a una componente antisemita, vennero abbattuti.