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Concetti Chiave

  • "La coscienza di Zeno" è un romanzo scritto da Italo Svevo durante la Prima Guerra Mondiale e pubblicato nel 1923, con il supporto di James Joyce.
  • Il romanzo è strutturato come un memoriale in prima persona, trattando temi come il fumo, la morte del padre e la psicanalisi.
  • L'opera esplora la nevrosi e l'inettitudine dell'uomo moderno, rappresentando Zeno come un individuo incapace di adattarsi alla società capitalista.
  • Nell'ultimo capitolo, Zeno profetizza un mondo interamente malato, sottolineando la sua capacità di sopravvivere rispetto agli antagonisti.
  • Il romanzo si conclude con una riflessione sull'autoillusione dell'uomo moderno e la sua incapacità di comprendere il vero stato del mondo.

Indice

  1. La pubblicazione e il "Caso Svevo"
  2. Psicanalisi e nevrosi nell'opera di Svevo
  3. La profezia finale di Zeno
  4. La vera malattia dei borghesi

La pubblicazione e il "Caso Svevo"

Venne pubblicata nel 1923, ma venne scritta negli anni della Prima Guerra Mondiale, quando si ritrovò inattivo (Svevo venne aiutato da Joyce, che aveva capito la portata innovatrice dei suoi romanzi). Questo romanzo venne recensito da Eugenio Montale, che fece scoppiare il “Caso Svevo”. Il romanzo è condotto in prima persona e quello che si legge è un memoriale, in cui le vicende si svolgono per temi (il fumo, la morte del padre, il matrimonio, l’amante, la psicanalisi). Il dottor S. si arrabbiò perché Zeno smise di fare la terapia, e così decise di pubblicare le memorie del suo paziente (comportandosi in maniera poco professionale).

Psicanalisi e nevrosi nell'opera di Svevo

La psicanalisi, secondo Svevo, aiutava a scrivere romanzi introspettivi. La nevrosi, malattia dell’uomo moderno (che consiste nel non sapersi adattare alla società capitalista), non è guaribile. L’inettitudine sveviana dell’ultimo romanzo consente a Zeno (che è psicologicamente debole) di vedere i borghesi che gli ruotano attorno come dei malati (anziché sani). Egli vive nel “triangolo borghese”, che consiste nell’avere una moglie e un’amante (che Zeno è costretto a trovare). L’inetto sveviano è come il forestiere della vita di Pirandello.

La profezia finale di Zeno

Nell’ultimo capitolo viene fatta una profezia, dove Zeno vede tutto il mondo affetto da una malattia, e questo crea un rovesciamento, perché all’inizio era lui stesso ad essere malato. Mentre i personaggi dei primi due romanzi non ne hanno consapevolezza, Zeno si rende conto che la capacità di non riuscire ad adattarsi alla società non è così male. L’inettitudine di Zeno diventa vincente, e infatti mentre negli altri romanzi muore il protagonista, in questo muoiono gli antagonisti.

Il romanzo finisce con il pensiero che dice che l’uomo, che si crede più furbo degli altri (ma che in realtà è più debole) un giorno schiaccerà un pulsante che distruggerà la Terra intera e tornerà tutto a una nebulosa.

La vera malattia dei borghesi

La vera malattia dei personaggi borghesi è la non consapevolezza del mondo in cui vivono. Pirandello dice che ognuno di noi ha un ruolo nella vita, e che non si può vivere senza una maschera.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del "Caso Svevo" nella pubblicazione del romanzo?
  2. Il "Caso Svevo" si riferisce alla scoperta e al riconoscimento del valore innovativo dei romanzi di Svevo, avvenuto grazie alla recensione di Eugenio Montale e al supporto di James Joyce, che contribuirono a far emergere l'importanza dell'opera di Svevo.

  3. Come viene rappresentata la psicanalisi nell'opera di Svevo?
  4. La psicanalisi è vista come uno strumento per scrivere romanzi introspettivi, ma la nevrosi, considerata una malattia dell'uomo moderno, non è guaribile. Svevo utilizza la psicanalisi per esplorare l'inettitudine e la debolezza psicologica dei suoi personaggi, in particolare di Zeno.

  5. Qual è la profezia finale di Zeno e il suo significato?
  6. La profezia finale di Zeno prevede che l'uomo, credendosi superiore, distruggerà la Terra, riportandola a una nebulosa. Questo riflette un rovesciamento della percezione della malattia, dove Zeno, inizialmente considerato malato, diventa consapevole della vera malattia dei borghesi: la loro inconsapevolezza.

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