Concetti Chiave
- "Purgatorio de l’inferno" è una raccolta di Sanguineti del 1964, parte del libro "Triperuno" insieme a "Erotopaegnia" e "Laborintus".
- Il titolo richiama "Il chaos del triperuno" di Teofilo Folengo, un'opera mista di prosa e versi del 1527.
- La raccolta segna un momento cruciale nella carriera di Sanguineti, legato al movimento Neoavanguardia.
- Sanguineti critica il sistema politico ed economico italiano, evidenziando l'alienazione causata dalla società di massa.
- Dal punto di vista stilistico, Sanguineti utilizza un mix di registri e generi per creare una poesia inclusiva e originale.
“Purgatorio de l’inferno” è una delle raccolte più conosciute di Sanguineti pubblicata per la prima volta nel 1964, in sé comprende diciassette componimenti e venne pubblicata insieme alle prime due raccolte dell’autore, ovvero “Erotopaegnia” e “Laborintus” in un’unica opera che decise di intitolare “Triperuno”. Il titolo innovativo e originale va a richiamare in maniera esplicita un’opera poco conosciuta di Teofilo Folengo, ovvero “Il chaos del triperuno” che risale ormai al 1527 e rappresenta un miscuglio, un caos per l’appunto, di componimenti scritti in prosa e altri in versi, alcuni in volgare, altri in latino. Per Sanguineti questa raccolta segna un punto fondamentale della sua carriera letteraria, in quanto rappresenta una forte ed evidente ripresa del valore semantico delle parole, segnando anche la vicinanza a quel movimento conosciuto come Neoavanguardia, di cui lui era considerato esponente e che era sorta poco prima.
Influenza avanguardistica e critica sociale
L’influenza avanguardistica si nota anche a livello contenutistico non solo linguistico, infatti qui Sanguineti comincia ad attuare un approccio sempre più critico e resistente al sistema politico italiano, e con esso le problematiche economiche e sociali che si porta annesso. Uno dei difetti principali che lui e i suoi colleghi denotavano nella società di massa, caratterizzata da una forte influenza della rivoluzione industriale sullo stile di vita degli uomini, era proprio l’effetto di alienazione che lavorare apportava, l’uomo non veniva infatti più visto e considerato come un vero e proprio lavoratore umano in carne ed ossa ma piuttosto come un prodotto, una parte di una macchina che deve continuare a lavorare. Di fronte a questa prospettiva, l’autore ritiene che uno dei punti fondamentali per evitare di arrivare all’alienazione più completa, è proprio quello di affidarsi alla famiglia, di mantenere quindi viva la propria vita, queste scelte caratterizzano per lui la fase del purgatorio a cui fa anche riferimento nel titolo, dunque quella fase di correzione dei mali della civiltà, considerata da lui come un vero e proprio inferno, anche questo citato nel titolo.
Stile linguistico e significato
Dal punto di vista linguistico si nota comunque una predilezione per quello stile ai limiti del confusionario che lo aveva da sempre caratterizzato, con un mix di registri e generi arrivando ad un risultato originale che fa sembrare la poesia il più inclusiva possibile e che si pone tra la cronaca diaristica e la critica ideologica.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del titolo "Purgatorio de l’inferno" di Sanguineti?
- Quali sono le critiche sociali espresse da Sanguineti nella sua raccolta?
- Come si caratterizza lo stile linguistico di Sanguineti in "Purgatorio de l’inferno"?
Il titolo richiama esplicitamente "Il chaos del triperuno" di Teofilo Folengo, rappresentando un miscuglio di componimenti e segnando un punto fondamentale nella carriera di Sanguineti, con una forte ripresa del valore semantico delle parole e la vicinanza al movimento Neoavanguardia.
Sanguineti critica il sistema politico italiano e le problematiche economiche e sociali, evidenziando l'alienazione causata dalla società di massa e dalla rivoluzione industriale, e suggerisce la famiglia come antidoto all'alienazione.
Lo stile linguistico è caratterizzato da un mix di registri e generi, risultando in un'opera originale che si pone tra la cronaca diaristica e la critica ideologica, mantenendo una predilezione per uno stile ai limiti del confusionario.