Concetti Chiave
- Marcel Proust's "À la recherche du temps perdu" explores personal memories through a subjective narrative, influenced by Bergson's concept of time as duration.
- Bergson distinguishes between scientific time, which is objective and measurable, and inner time, which is subjective and perceived uniquely by each individual.
- Proust identifies voluntary memory, which is rational and deliberate, and involuntary memory, which is spontaneous and triggered by sensory experiences.
- The concept of involuntary memory is illustrated by Proust's famous madeleine episode, where taste evokes vivid childhood memories.
- Proust's philosophical conclusion suggests that while Time leads towards Death, Memory has the power to revive the past, overcoming the constraints of Time and Death.
• Alla ricerca del tempo perduto
• La teoria del tempo di H. Bergson
• La memoria affettiva
L'opera di Marcel Proust
Il nome di Marcel Proust è legato al romanzo “Alla ricerca del tempo perduto” scritto fra il 1913 e il 1927. In esso egli racconta tutti i suoi ricordi, dall’infanzia fino all’età adulta. L’ambiente che ci viene descritto è quello della ricca borghesia cittadina. Egli rievoca tutte le vicende della propria vita in un’ottica soggettiva e individuale; infatti, egli non si limita ha fotografare con precisione la realtà e nemmeno a darcene una ricostruzione ideale. Invece, è come se egli facesse risuscitare al presente una realtà passata, tramite la memoria profonda e involontaria. Quindi, i numerosi volumi della sua opera costituiscono un viaggio ideale del protagonista all’indietro nel tempo, per andare alla ricerca della propria coscienza e per dare un senso alla propria esistenza.
La teoria del tempo di Bergson
In questo senso, egli subisce l’influenza del filosofo francese Henri Bergson per la teoria del tempo inteso come durata. Per Bergson il tempo che noi percepiamo non coincide con il tempo reale.
Per Bergson esistono due tipi di tempo:
• il tempo della scienza (o tempo reale) che è oggettivo (perché uguale per tutti), e misurabile; è fatto di istanti che si susseguono, uno identico all’astro (esempio dell’orologio o della collana di perle). E’ un tempo di tipo quantitativo e si misura con il quadrante dell’orologio; è sempre lo stesso ogni volta che esistono le stesse condizioni (esempio della zolletta di zucchero). Esso ha le caratteristiche di essere legato alla quantità e di essere oggettivo (= uguale per tutti) e quindi lo possiamo ripetere tante volte quanto si vuole e non ha particolari qualità o proprietà.
• il tempo della coscienza ( o interiore, o della vita vissuta o percepito) è costituito da un susseguirsi di momenti tra loro non distinguibili. E’ un tempo soggettivo diverso da individuo a individuo e percepito in modo differente dalla nostra coscienza, a seconda del nostro stato d'animo del momento e delle esperienze vissute. Esso si viene a creare attraverso la memoria in modo tale che il passato arriva a coincidere con il presente.
Il tempo interiore è soggettivo ed è legato alla qualità. Non è possibile ripeterlo perché il momento successivo è diverso da quello precedente. Esso è legato alla memoria che contribuisce ad accumulare i ricordi nel tempo. E poiché si accresce continuamente, il passato si conserva indefinitamente. Per spiegare in modo più chiaro la sua tesi , Bergson arricchisce il testo di esempi. Le immagini a cui egli ricorre per dare l’idea del tempo interiore sono quella della valanga e quella del gomitolo: arrotolando il filo di lana su se stesso, cresce il gomitolo e, man mano che cresce, c’è sempre nuovo filo che si aggiunge, senza però che quello che c’era già sparisca. In modo analogo, la valanga nasce nel momento in cui si stacca della neve e comincia a rotolare accumulando sempre più neve, senza che quella presente in origine venga persa. In questo modo il tempo interiore, percepito come un flusso continuo rivive attraverso la memoria e coincide con il presente.
Memoria volontaria e affettiva
Riprendendo la teoria del tempo di Bergson, Proust distingue due tipi di memoria:
• la memoria volontaria
• la memoria involontaria o affettiva
Con la memoria volontaria si ha la ricostruzione volontaria e razionale (cioè gestita dalla ragione) di quanto è accaduto nel passato. La memoria volontaria (chiamata anche affettiva) permette di riportare alla luce il tempo passato in tutti i suoi aspetti. Come affiora la memoria involontaria? In modo inaspettato, quasi si trattasse di un’illuminazione improvvisa, come di un’apparizione. Essa è suscitata da uno stimolo dei sensi (udito, olfatto, gusto, tatto, vista) che in apparenza di scarso rilievo e insignificante. E’ quello che succede a Proust che inzuppando una madeleine in una tazza di te vede riaffiorare tutto il mondo della sua infanzia affiorato tramite lo stimolo sensoriale del gusto. I ricordi così riaffiorati non sono logici ed hanno il carattere dell’irrazionalità. Il risultato dell’opera della memoria affettiva è il ritrovare il tempo passato, la scrittura è il mezzo per esprimere la verità profonda della vita e quindi può perfino vincere il tempo e la morte.
Quindi per Proust la memoria affettiva è il solo mezzo per reagire alla fuga del tempo, anche se il nostro passato non ci viene restituito con tutte le sfumature esatte ed il ricordo trasfigura un po’ tutto ciò che esso evoca. La conclusione filosofica è semplice: il Tempo ci conduce verso la Morte; la Memoria resuscita il passato, sconfigge il Tempo e di conseguenza anche la Morte.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale dell'opera di Marcel Proust "Alla ricerca del tempo perduto"?
- Come Henri Bergson definisce il concetto di tempo?
- Qual è la differenza tra memoria volontaria e memoria affettiva secondo Proust?
- In che modo la memoria affettiva può influenzare la percezione del tempo secondo Proust?
- Quali immagini utilizza Bergson per spiegare il concetto di tempo interiore?
L'opera di Marcel Proust si concentra sulla rievocazione dei suoi ricordi dall'infanzia all'età adulta, esplorando la memoria profonda e involontaria per dare un senso alla propria esistenza.
Henri Bergson distingue tra il tempo della scienza, oggettivo e misurabile, e il tempo della coscienza, soggettivo e percepito individualmente, che si sviluppa attraverso la memoria.
La memoria volontaria è una ricostruzione razionale del passato, mentre la memoria affettiva emerge inaspettatamente attraverso stimoli sensoriali, riportando alla luce ricordi irrazionali e profondi.
La memoria affettiva permette di rivivere il passato, trasfigurando i ricordi e offrendo un mezzo per reagire alla fuga del tempo, vincendo simbolicamente il tempo e la morte.
Bergson utilizza le immagini della valanga e del gomitolo per illustrare il tempo interiore come un flusso continuo che si accumula e cresce senza perdere il passato, simile a un gomitolo che si ingrandisce o una valanga che raccoglie neve.