Concetti Chiave
- La poesia "O ballerina ballerina bruna" di Cesare Pavese fu scritta nel 1925 e riflette un'esperienza amorosa dolorosa del poeta.
- Il testo descrive l'intenso amore di Pavese per una ballerina, vista come un'anima appassionata immersa nelle musiche e luci che la rendono splendida.
- Pavese esprime la sua smania e febbrile attesa per la ballerina, simbolo di bellezza e dedizione al ballo.
- Il poeta attende invano la ballerina fuori dal locale, simboleggiando la sua sofferenza e il suo desiderio non corrisposto.
- L'attesa sotto la pioggia e l'angoscia emotiva si manifestano nei versi, riflettendo l'impatto negativo sulla salute di Pavese.
O ballerina ballerina bruna,
o anima di carne appassionata,
mentre sotto le musiche e le luci
che paion fatte, colla loro gloria
e i loro brividi intensi, sol per te,
tu muovi sempre uguale e sempre splendida
e io nel buio lontano mi divoro
e contorco febbrile, da distruggermi
nel rombo delle luci, con nell'anima
tutti gli strazi tesi d'azzurro,
gli schianti e i grandi sogni lancinanti
levati in alto in alto addosso a te.

La seguente poesia dal titolo O ballerina ballerina bruna è stata scritta da Cesare Pavese nel 1925.
Descrizione dell'amore tormentato
Viene descritta una delle prime vicende dolorose provate da Cesare Pavese in ambito amoroso. Si tratta quindi dell'amore provato dal Pavese nei confronti della ballerina descritta nel testo poetico. L'amore per questa donna fa si che il poeta inizi a smaniare completamente per lei, descrivendola come bella e appassionata nell'intento di svolgere la sua professione, la quale è completamente consacrata al ballo. La descrive nell'atto di danzare trascinata da musiche e luci gloriose che la rendono bellissima o come viene riportato nel testo poetico "splendida".
L'attesa e la delusione
Il poeta la attenderà anche fuori dal locale in cui si esibisce nel ballo sotto una pioggia fitta e battente, ma lei non si fa trovare, uscendo addirittura dalla porta di servizio. L'attesa febbrile sotto la pioggia - come testimoniano i seguenti versi: "e io nel buio lontano mi divoro e contorco febbrile, da distruggermi nel rombo delle luci, con nell'anima
tutti gli strazi tesi d'azzurro, gli schianti e i grandi sogni lancinanti levati in alto in alto addosso a te" - si ripercuoterà su Pavese in termini di salute.