saraverde96
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Indice

  1. Poesia contemporanea
  2. Alda Merini
  3. Le più belle poesie (da La Terra Santa)

Poesia contemporanea

Dalla seconda metà del 900 la produzione poetica appare molto frammentata e variegata. Infatti si parla di “decentramento dell’io”, cioè il venir meno di una lirica di tipo soggettivo a vantaggio di una poesia concepita perlopiù come esercizio di stile e gioco intellettuale. Negli anni 60 compare sulla scena letteraria il gruppo 63 , espressione tra le più significative della Neoavanguardia. Questi scrittori si propongono di recuperare l’audacia sperimentale delle avanguardie storiche, propugnando una programmatica rinuncia alla comunicazione e uno sconvolgimento dell’ordine linguistico. Il principale luogo di incubazione di queste idee è la rivista “Il Verri”. Nel corso della seconda metà del secolo, in particolare negli anni 70, la poesia attraversa una fase difficile nell’ambito del mercato editoriale italiano: sostanzialmente abbandonata dal grande pubblico, vive un rapporto controverso con la comunità dei lettori. Raggiungono visibilità i poeti definiti “generazione del 68”, che hanno avuto il merito di aver tentato di recuperare un rapporto con un pubblico più ampio. Negli anni 80, la poesia finisce per essere relegata nell’ambito ristretto di una dimensione quasi privata. Sembra infatti che la condizione di esilio in cui opera il poeta, lontano dal pubblico, sia segno di una povertà di voci che denotano una crisi della scrittura.

In realtà questo è smentito dal fervore creativo che si manifesta in altri modi, come ad esempio intorno alle riviste di ricerca “Poesia” di Crocetti e “Atelier” di Ladolfi. A mano a mano che ci si avvicina agli ultimi decenni del secolo si fa strada l’impressione di una mancanza di fondamenti culturali condivisi. I nuovi poeti condividono la necessità di integrare letteratura e problematiche umane, in un’arte che nasca dall’esperienza. Si torna a pensare che la realtà possa essere conosciuta in modo oggettivo e che il compito principale della poesia consista nel proporre un originale interpretazione dei maggiori quesiti esistenziali: perché si vive, perché si soffre, perché esistiamo. Si afferma l’esigenza di una parola chiara e autentica, affinché si possa riallacciare il rapporto con il lettore e ristabilire una relazione con il mondo. Viene anche recuperata la tradizione dei grandi maestri del 900.

Alda Merini

Alda Merini nutriva una forte passione per lo studio. Il suo talento iniziò ad essere riconosciuto con la pubblicazione delle prime poesie. La sua vita fu però segnata da numerose crisi nervose, che la videro più volte chiusa in cliniche psichiatriche. Il suo capolavoro è la raccolta La Terra Santa (1984), i cui testi sono la sconvolgente testimonianza dell’esperienza vissuta in manicomio. Gli ultimi anni della sua vita furono anni sereni, che videro la Merini oggetto di interviste, ma anche riconoscimenti e premi.

L’opera di Alda Merini è l’espressione della sua vita, una vita vissuta all’insegna di passioni accese ed estrema sofferenza e governata da un indomabile sete di conoscenza. In ogni testo leggiamo un frammento di biografia e l’orizzonte di pensieri e riflessioni che da esso scaturiscono, in special modo attorno ad alcuni temi: l’amore viene declinato sotto ogni suo aspetto, da quello gioioso dell’incontro fra due corpi e due anime a quello spietato che fa soffrire e che distrugge; la follia, carattere dominante della vita della Merini, viene raccontata non solo dei dettagli crudi dell’esperienza in manicomio, ma anche in una prospettiva più ampia che abbraccia tutti gli uomini, svelando da una parte la relatività del sapere e delle convenzioni umane e dall’altra il valore assoluto della vita; la religiosità trova ampio spazio nella costante tensione verso una dimensione spirituale e mistica, che a volte contrasta e a volte scaturisce dalle pulsioni dei sensi e dal desiderio amoroso; la poesia, infine, è come la linfa che rende possibile alla poetessa attraversare la vita cercando la pienezza senza soccombere al dolore.

Le più belle poesie (da La Terra Santa)

La lirica è una delle numerose testimonianze della riflessione di Alda Merini sull’attività poetica e sul ruolo del poeta. I principali nuclei tematici della lirica sono due, la genesi delle poesie e l’identità del poeta. Quanto alla prima, l’elemento determinante della nascita di una poesia è la sofferenza: il dolore è il motore dell’ispirazione. Alla sofferenza è strettamente correlato il motivo della pazzia, che è declinato allo stesso tempo come un male e come un dono divino simile ad una profezia, la capacità di attingere a un sapere superiore e di trasmetterlo agli uomini, benché in modi ambigui e oscuri. Attorno al dono della profezia si articola il secondo nucleo tematico: il poeta è un profeta che attraverso le sue poesie rivela le verità agli uomini. Per il poeta però, il dono è una maledizione, la condanna una condizione di sofferenza in cui non c’è sollievo dall’angoscia né possibilità di riscatto. La predominanza della sfera sacra e religiosa non fa che rendere ancora più marcata la condizione terrena, carnale e penitenziale della poetessa.

Il contrasto tra dimensione sacra e salvifica e dimensione senza riscatto amplifica inoltre l’effetto dei riferimenti alla sua esperienza in manicomio: a essa alludono i ginocchi piegati, la follia, ma soprattutto la corrispondenza con Giona (il poeta infatti, prima di obbedire al comando di Dio, viene inghiottito da un grosso pesce nel cui ventre rimane per tre giorni e tre notti, pregando di essere salvato) che, al contrario della poetessa, viene salvato, e il riferimento alla Terra Promessa che, nella raccolta la Terra Santa, indica metaforicamente il manicomio, luogo dei santi e martiri della sofferenza, i malati. Il componimento è formato da versi liberi, ma presenta una struttura che riflette quasi una divisione in strofe. Nel complesso, il suo andamento è simile a quello di una preghiera o di una litania.

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