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Concetti Chiave

  • Henri Bergson, noto filosofo francese, ha ottenuto il Nobel per la letteratura nel 1927 per la sua originale e creativa scrittura.
  • "L'evoluzione creatrice" è la sua opera più celebre, pubblicata nel 1907, che ha sfidato la visione meccanicistica della realtà con il concetto di "slancio vitale".
  • Bergson vede la maturazione come un processo di crescita continuo, dove il passato influenza incessantemente il presente.
  • Il concetto di durata di Bergson implica che il passato è parte integrante del presente, influenzando le nostre azioni e desideri.
  • Il rapporto tra passato e presente è dinamico e in evoluzione, permettendo cambiamenti nella nostra sintesi personale.

Indice

  1. Henri Bergson e il Nobel
  2. L'evoluzione creatrice
  3. La concezione del tempo

Henri Bergson e il Nobel

Henri Bergson è stato un grande filosofo e professore di filosofia presso il Collège de France, il più prestigioso istituto di ricerca francese, le sue considerazioni raccolte nel corso degli anni hanno presentato una tale influenza da permettergli di ricevere nel 1927 il premio Nobel per la letteratura, sia per la fondamentale originalità della sua scrittura che per la sua qualità creativa inaudita.

L'evoluzione creatrice

La sua opera più conosciuta rimane probabilmente “L’evoluzione creatrice”, che venne pubblicata nel 1907 e che riscosse un successo tale da allargare il proprio pubblico lettore anche al di fuori del gruppo accademico, infatti la casa editrice nell’arco di dieci anni promosse ben venti ristampe. Il suo contributo principale nell’opera si vede nella concezione dell’evoluzione, Bergson infatti si scontra con la visione tradizione e meccanicistica della realtà a favore invece di un processo costante grazie alla presenza di quello che lui stesso definisce “uno slancio vitale”, il quale va a coinvolgere l’ambiente circostante e l’uomo, anche nel suo aspetto più intimo della coscienza.

La concezione del tempo

Crede che la maturazione sia un processo di crescita e di assestamento del passato, dimostrando quindi la sua incessante influenza anche sul presente, quindi il passato non diventa più racchiuso nella visione di qualcosa di finito e mai più ripetibile. Per il filosofo francese, l’uomo si presenta infatti come “la sintesi della storia che abbiamo vissuto sin dalla nostra nascita” in quanto il nostro passato viene costantemente conservato in noi (“nell’incosciente”), e quindi noi “desideriamo, vogliamo e agiamo” prendendolo sempre come punto di riferimento ed è proprio questo fenomeno che vede il passato come intrinseco nel presente, con cui Bergson intende il concetto di durata, già accennato nel “Saggio sopra i dati immediati della conoscenza”, pubblicato nel 1889. Tuttavia, bisogna evitare di fraintendere questa considerazione e credere dunque che l’uomo sia una sorta di prigioniero incastrato nel passato e irremovibile, la cui personalità sia consolidata in maniera definitiva senza possibilità di mutare. Il rapporto tra passato e presente infatti appare in costante sviluppo di influssi reciproci: un’esperienza dunque viene da una parte recepita dalle precedenti, ma dall’altra tende a modificare i paradigmi del passato in quanto prevede l’introduzione di un’instabilità che può essere superata solo aggiornando quella che è la sintesi precedente.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il contributo principale di Henri Bergson nell'opera "L'evoluzione creatrice"?
  2. Il contributo principale di Bergson in "L'evoluzione creatrice" è la sua concezione dell'evoluzione come un processo costante influenzato da uno "slancio vitale", che coinvolge l'ambiente e l'uomo, sfidando la visione meccanicistica tradizionale.

  3. Come Bergson concepisce il rapporto tra passato e presente?
  4. Bergson vede il passato come intrinseco nel presente, influenzando costantemente le nostre azioni e desideri. Egli considera l'uomo come una sintesi della storia vissuta, con il passato che non è mai finito ma in continua interazione con il presente.

  5. Perché Henri Bergson ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1927?
  6. Bergson ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1927 per l'originalità fondamentale della sua scrittura e la sua qualità creativa inaudita, che hanno avuto un'influenza significativa nel campo della filosofia.

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