Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • The poem "Diciassette mesi che grido" reflects the personal anguish of Anna Achmatova during Stalin's purges, where she repeatedly sought news of her imprisoned son.
  • The historical context is rooted in Stalin's oppressive regime, characterized by purges that eliminated opposition, using the feared secret police, the Ceka.
  • The poem is divided into two sections: the first includes autobiographical elements, while the second uses metaphors to convey despair and confusion.
  • The overall atmosphere of the poem captures the terror and hopelessness of living under Stalin's rule, with imagery emphasizing the emotional turmoil.
  • The image of the "enormous star" in the poem symbolizes the oppressive Soviet regime and the constant threat it posed to the lives of those like Achmatova and her son.

Indice

  1. La Poesia di Anna Achmatova
  2. Il Regime di Stalin
  3. La Sofferenza di Anna Achmatova
  4. La Raccolta Requiem
  5. Immagini Metaforiche e Disperazione
  6. Atmosfera di Terrore sotto Stalin

La Poesia di Anna Achmatova

Diciassette mesi che grido,

ti chiamo a casa.

Mi gettavo ai piedi del boia,

figlio mio e mio incubo.

Si è confuso tutto per sempre,

e non riesco a comprendere

chi è belva, chi è uomo

e se attenderò a lungo il supplizio.

Rigogliosi fiori soltanto

tintinnio del turibolo e tracce

chi sa dove, nel nulla.

E mi fissa dritto negli occhi

e minaccia prossima morte

un’enorme stella.

Il Regime di Stalin

Dal 1936 al 1938, l’Unione Sovietica era sotto la dittatura di Stalin il quale, per rendere più solido il proprio potere, non esitò a organizzare le “grandi purghe”, ossia l’eliminazione di tutti coloro che, in qualche modo riteneva fossero contrari al suo obiettivo. Fu cos’ che arrivò ad eliminare qualunque forma di dissidenza e di opposizione si all’interno che all’esterno. L’operazione era effettuata da una terribile ed efficiente polizia politica, la Ceka. Fra le mani della Ceka, ma cadde anche Lev Gumilev che aveva l’unica colpa di essere figlio di un intellettuale e poeta che, accusato di essere una spia straniera, fu fucilato durante la guerra civile del 1918-1920.

La Sofferenza di Anna Achmatova

Anna Achmatova era la madre di Lev, anche lei poetessa, come il marito, molto nota in Russia, anche prima della Rivoluzione bolscevica. Per diciassette mesi, ogni giorno, si recava alle porte del carcere per avere notizie del figlio e con lei , molte altre donne, madri, figlie, sorelle, fidanzate, che si trovavano nella stessa situazione. Dei detenuti era impossibile avere notizie, neppure se era in vita o se erano stati fucilati.

La Raccolta Requiem

Da questa esperienza dolorosa nacque una raccolta di poesia, Requiem, di cui fa parte la poesia Diciassette mesi che grido. La raccolta fu diffusa clandestinamente in Unione Sovietica e chi ne fosse trovato in possesso sarebbe stato soggetto a pene severissime

Lev fu liberato soltanto nel 1956 e il regime non gli fu riconoscente per aver preso parte come volontario dell’esercito russo alla Seconda guerra mondiale

Immagini Metaforiche e Disperazione

Il testo può essere diviso in due parti: la prima in cui prevalgono dati oggettivi e autobiografici (il tempo che passa davanti al carcere, l’atto di gettarsi ai piedi del boia, l’inutile attesa, la sua disperazione) e la seconda più ricca di immagini metaforiche (la morte che attende la donna, impossibilità di distinguere le bestie feroci dagli esseri umani, immagine delle cerimonie religiose sontuose – il turibolo da cui viene emanato l’incenso, i fiori - che sembrano tracce di un passato svanito nel nulla). In tal senso, queste immagini metaforiche rappresentano la disperazione e la confusione nonché un mezzo per comprendere il dramma del presente. Rivolgendosi al figlio, Anna lo definisce “mio incubo” perché il ragazzo , trovandosi in prigione, suscita in lei un pauroso incubo.

Atmosfera di Terrore sotto Stalin

Nell’insieme, la poesia riflette bene la terribile atmosfera che esisteva al tempo di Stalin: tortura, deportazione in Siberia, odio, sospetto; il popolo viveva nel terrore che la polizia segreta bussasse alla porta di casa per procedere ad arresti sommari. Nella poesia ci sono dei versi che dipingono tale tragica situazione: versi 1, 3, 4, 5, 7, 13. I vocaboli appartengono al campo semantico della disperazione: grido, boia, supplizio, incubo, confuso, belva, nulla, prossima morte, minaccia.

Occorre anche fermarsi sull’immagine dell’enorme stella, presente nell’ultimo verso. Si tratta di uno dei simboli dell’Unione Sovietica (la stella rossa) che figurava anche sulla bandiera del paese e che per la donna costituisce un incubo che si identifica con la minaccia di morte per lei, ma soprattutto per il figlio

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico in cui si inserisce la poesia di Anna Achmatova?
  2. La poesia di Anna Achmatova si inserisce nel contesto delle "grandi purghe" sotto il regime di Stalin, un periodo di terrore in cui la polizia politica, la Ceka, eliminava dissidenti e oppositori.

  3. Qual è il tema centrale della raccolta "Requiem" di Anna Achmatova?
  4. Il tema centrale della raccolta "Requiem" è la sofferenza personale e collettiva causata dalla repressione stalinista, espressa attraverso la disperazione di una madre che attende notizie del figlio incarcerato.

  5. Come vengono utilizzate le immagini metaforiche nella poesia di Achmatova?
  6. Le immagini metaforiche nella poesia di Achmatova rappresentano la disperazione e la confusione, come l'impossibilità di distinguere tra bestie feroci e esseri umani, e cerimonie religiose che evocano un passato svanito.

  7. Qual è l'atmosfera descritta nella poesia di Achmatova sotto il regime di Stalin?
  8. L'atmosfera descritta è di terrore e sospetto, con il popolo che vive nella paura di arresti sommari da parte della polizia segreta, riflessa nei versi che parlano di grido, boia, supplizio e minaccia di morte.

  9. Qual è il significato dell'immagine dell'enorme stella nella poesia?
  10. L'immagine dell'enorme stella rappresenta la stella rossa, simbolo dell'Unione Sovietica, che per la poetessa costituisce un incubo e una minaccia di morte per lei e suo figlio.

Domande e risposte

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