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Sintesi
Macchiavelli. Biografia e pensiero dell'autore, analisi del Principe e confronto con la storiografia di Livio


Vita


Niccolò Machiavelli nacque a Firenze, suo padre era Bernardo Machiavelli. Nel 1498 egli era stato nominato segretario della seconda cancelleria di Firenze, in seguito alla caduta del regime politico guidato da Savonarola. Nel periodo compreso tra il 1492 e il 1512 egli ricoprì numerose cariche: amministratore, diplomatico, fu l'organizzatore delle milizie fiorentine. Nel 1512 però dovette abbandonare le sue cariche, poiché fu condannato all'esilio.
L'anno successivo fu accusato di aver preso parte a una congiura contro la famiglia De Medici e, dopo essere stato torturato e arrestato, fu di nuovo mandato al confino. In questi anni scrisse varie opere celebri, come: la Mandragola (1518), i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio e il Principe che iniziò a scrivere nel 1513, le Istorie fiorentine (1525). Nel 1526 fu nominato dei procuratori alle Mura.
Niccolò Machiavelli morì nel 1527, dopo essere stato nuovamente esonerato dagli incarichi pubblici.

Nel file allegato vi sono anche le opere dello scrittore fiorentino.
Estratto del documento

e la vicenda personale

• 1469 Nasce a Firenze da Bernardo Machiavelli, dottore in legge

• 1498 dopo la caduta di Savonarola viene nominato segretario della seconda

cancelleria di Firenze e poi segretario dei Dieci di balìa (organo politica

estera)

• 1498-1512: amministratore, diplomatico (presso Valentino, stati italiani,

Francia, Tirolo, Germania) ed organizzatore milizie fiorentine; scrive numerosi

resoconti delle sue missioni diplomatiche (Ritratto delle cose di Francia,

Ritratto delle cose della magna,…)

• 1512 viene allontanato dai suoi incarichi e condannato al confino

• 1513 sospettato di aver preso parte a una congiura antimedicea, viene

arrestato, torturato e nuovamente inviato al confino; compone il Principe e

inizia i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio

• 1518 compone la Mandragola

• 1521 Stampa i dialoghi sull’Arte della guerra

• 1525 su incarico dell’Università compone le Istorie fiorentine

• 1526 ottenuta la revoca dell’interdizione dai pubblici uffici, viene nominato

cancelliere dei procuratori alle Mura

• 1527 nuovamente esonerato dagli incarichi pubblici in seguito al rientro dei

medici a Firenze, muore poco dopo 3

Il pensiero politico (parte a)

a) “Tutti li tempi tornano e gli uomini sono sempre li medesimi” (Dai Discorsi)

Esistenza di una realtà oggettiva immutabile nelle sue leggi e nel suo sviluppo

Umanità obbediente a norme fisse e incapace di miglioramento e di evoluzione

Possibilità della nascita di una scienza politica

(dalla scoperta di come agisce l’uomo, la possibilità di indicare le leggi che regolano le sue azioni e i

modelli dello Stato e i modi per fondarlo e mantenerlo)

Storia = eterno ripetersi fatti storici (storia prammatica)

perché

Natura dell’uomo sempre la stessa (spinta da passioni, istinti)

Pessimismo storico ed etico

Riferimento alla realtà effettuale /continua lezione delle cose /possibilità per l’uomo di

essere artefice della sua fortuna 4

Il pensiero politico (parte b)

b) Mezzi per la conquista e il mantenimento dello Stato (Dal Principe)

Capisaldi

• Principe e sudditi:

– il mondo non è se non vulgo, cioè gregge e materia bruta e inerte; così il popolo è il mezzo

di cui il principe si serve (artista della materia) al fine di creare uno stato forte e tranquillo /

vantaggi per il volgo= ordine e benessere/ limiti:precarietà della costruzione dello stato in

quanto soggetta agli accidenti/imprevisto esempio malattia cesare Borgia)

• Azione del Principe

– il principe spietato, mancatore di fede, traditore (all’occorrenza); la sua azione eroica e

tragica/ disumana e barbarica / concezione pessimistica di M. esclude la nascita di uno

stato fondato sulla lealtà e la generosità Visione politica utilitaria di Machiavelli

– Mezzi: le leggi dell’uomo, forza della bestia (quindi il principe dovrà avere l’astuzia della

volpe e la forza del leone –centauro-) / Virtù: perde il valore etico e diventa prontezza ed

energia; fortuna: concorrenza eventi ineludibile o forza come capacità dell’uomo artefice di

sé 5

Il pensiero politico (parte b)

• Rapporto tra etica e politica

– Scopo azione principe= governo di tutti gli uomini. Lo Stato è su tutto (cinismo/differenza tra

uomo buono e buon cittadino)

– Ricerca di uno stato reale e politico non ideale

– Funzione religione: esclusiva,ente utilitaristica (diventa instrumentum regni)

• La milizia

– necessità della creazione di una milizia cittadina, propria, contro le milizie mercenarie e

ausiliarie (fallimento) 6

Lo stile

• Scompare la forma letteraria di tipo scolastico

• Crolla la struttura del periodare sillogistico

• si sostituisce stile scarno, essenziale; attraverso la forma disgiuntiva del

ragionamento (frasi staccate, collegate solo da “che” e “perché”) / forma espressiva

rapida e breve, senza schemi fissi /anacoluti (quel cibo che solum è mio, e che io

nacqui per lui)

• Adesione tra forma e contenuto (logica delle cose) 7

I nodi del pensiero politico nel rapporto con i classici

• La riflessione sulla Prima deca di Livio

– I temi: ruolo della religione, ruolo delle milizie, le figure carismatiche, le dinamiche sociali nel

mantenimento dello stato (repubblica)

• I nodi

– Idea di base: stato come entità vivente, base biologica (cfr Polibio)

– Obiettivo fondamentale: stabilità, lontano dalla tirannide (stato aristocratico o del singolo) e

dall’anarchia (stato di tutti)

– Modello: repubblica mista (equilibrio tra soggetti diversi) /differenza con il Principe

(monarchia)

• Sfondo culturale

– Convivenza

• A) principio di imitazione rinascimentale

• B) ammirazione umanistica per il modello classico

• C) base materialistica concezione dell’uomo (secondo filone rinascimentale) 8

Il Principe

Sfondo: esperienza civile/ personale riflessione sulla storia

Occasione: bisogno di azione civile, contesto storico di crisi politica Aspetti tradizionali

• Trattazione generale sui vari tipi di stato (I-XI)

• Precettistica (XV-XXIII)

• Esortazione finale (curvatura utopistica)

Aspetti originali

• Finalità (come fondare un nuovo stato)

• Il riferimento (la realtà effettuale),

• La concezione laica della politica, dotata di una propria “morale” (la giustificazione

dell’azione di governo deriva dalla sua riuscita / dalla conservazione del potere)

• La forma (costruzione a saggio, procedimento disgiuntivo / dilemmatico; struttura

apparentemente logico-deduttiva, in realtà induttiva per la partenza dalla realtà

effettuale, progressione argomentativa rigorosa fino a cap. XXVI, lessico fiorentino

parlato) Acuta comprensione del presente come luogo del conflitto

tra aristocrazia feudale (rifeudalizzazione) e nuovi soggetti sociali (il “ popolo”) 9

Analogie e differenze tra la storiografia di Livio e Il Principe

• attività: negotium / otium

metodo: valutazione delle fonti e “accettazione leggende” / realtà effettuale

testo: racconto epico (narrazione e rappresentazione) /saggio (argomentazione)

rapporto con il passato: ritorno ai valori passati / ricavo leggi di comportamento

umano

valori di riferimento : mos maiorum /stabilità dello stato

funzione: recupero exempla da seguire o da evitare / utilità pratica per il presente

• Modello istituzionale: repubblica / principato 10

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