Concetti Chiave
- Niccolò Machiavelli, nato a Firenze nel 1469, proveniva da una famiglia con un passato politico, ma in declino economico; ricevette un'educazione umanistica ricca di letture classiche.
- La sua carriera politica iniziò nel 1498 e fu segnata da missioni diplomatiche e militari, ma nel 1512 venne esonerato e imprigionato, portandolo a scrivere "Il Principe".
- Machiavelli osservava la storia antica per trarne regole pratiche e credeva nel laicismo e individualismo rinascimentali, proponendo un'Italia unificata sotto un forte Stato monarchico.
- Nel "Principe", separa morale e politica, sostenendo che solo un principe virtuoso può mantenere lo Stato, mentre nei "Discorsi" esplora la stabilità e partecipazione politica del popolo romano.
- Il suo metodo analitico partiva dalla realtà concreta, con uno stile diretto e privo di retorica, per formulare riflessioni politiche generali applicabili al contesto rinascimentale italiano.
• 1469 - Niccolò Machiavelli nasce a Firenze da una famiglia che in passato aveva fornito uomini di governo al Comune della città ma che si era progressivamente impoverita fino a ridursi il vivere in modeste condizioni: il padre, Bernardo, era dottore in legge mentre della madre, Bartolomea de’ Nelli, si sa che fu autrice di composizioni sacre.
Riceve una educazione umanistica, studia il latino e legge molti classici dei quali la biblioteca del padre era ricca.
• 1498 – inizia la lunga carriera politica di Machiavelli: missioni diplomatiche, ambascerie, visite ai campi di guerra e alle fortificazioni, accompagnate sempre da stesure di rapporti, lettere, relazioni private.
• 1501 - sposa Marietta Corsini, dalla quale ha molti figli.
• Periodo tra 1502 e 1506: legazioni importanti presso Cesare Borgia, il marchese Gonzaga di Mantova e la Curia papale.
Assorbito dal problema militare: assolda fanti nel contado fiorentino, conduce la guerra contro Pisa che si conclude con la resa della città, istituisce nuove milizie a cavallo, compie missioni diplomatiche importanti presso l'imperatore Massimiliano e il re Luigi XII.
• 1512 - la lega Santa decide il ritorno dei Medici a Firenze, sconfiggendo le truppe della Repubblica che cade. Machiavelli viene esonerato dal suo incarico, condannato a pagare una forte multa e confinato fuori Firenze.
All’inizio dell’anno successivo subisce prigione e tortura per sospetta partecipazione a una congiura contro i Medici. Liberato, tornò all’Albergaccio, una sua villa presso San Casciano, dove scrive “Il Principe”, che presenta due anni dopo a Lorenzo dei Medici ottenendo scarsissimi riconoscimenti.
Costretto a rimanere lontano dall'attività politica, Machiavelli intensifica il lavoro di stesura di testi di riflessione politica e torica e scrive:
1. “i Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio” ,
2. “l'Arte della guerra”,
3. “le Istorie fiorentine”;
accompagna questo lavoro con la produzione di opere teatrali e letterarie (l’Asino d’oro, la Mandragola, la Clizia).
• 1525 - riprende la sua attività di diplomatico e di esperto in questioni militari: riceve impegnative incombenze pubbliche dal Papa, da Francesco Guicciardini, luogotenente delle truppe pontificie, dai Medici, che si avvalgono soprattutto della sua esperienza in campo militare.
• 1526-1527 - viaggia molto in Emilia, tenendosi in stretto contatto con Guicciardini: a Civitavecchia probabilmente è raggiunto dalla notizia della caduta dei Medici e della ricostituzione della Repubblica fiorentina. Ritorna quindi a Firenze ma, sospettato di simpatia per i Medici, è tenuto in disparte.
Muore nella città toscana nel 1527.
Indice
Contesto Storico-Politico
• Contesto storico-politico: anni di crisi sia per la situazione politica italiana generale, sia per la città di Firenze in particolare.
l498 - termina il periodo del governo di Gerolamo Savonarola; Firenze, colpita da una lunga crisi economica, vive un duro scontro tra popolo e magnati, subendo le pesanti ingerenze della Francia e del Papato e l’alternarsi, nel giro di pochi anni, di forme diverse di governo (Repubblica e Signoria).
• Formazione - intellettuale borghese di formazione umanistica che pone alla base del pensiero: la libertà e la spregiudicatezza.
Rielabora alcune novità di metodo:
1. l'osservazione come punto di partenza di ogni processo di riflessione
e di contenuto
2. laicismo, individualismo
della cultura rinascimentale sviluppandole in opere di carattere politico e storico.
Linee di Pensiero e Comportamento
• Linee di pensiero e di comportamento:
1. studio della storia antica, intesa come fonte di regole ed esempio da imitare;
2. continuo connubio tra attività politica e lavoro di analisi e riflessione su tale attività: osserva i fenomeni della vita politica, ne studia il funzionamento e confronta le indicazioni che riceve dal presente con le lezioni che gli vengono dallo studio dei grandi eventi del passato.
Scopo di questo processo:
- determinare le immutabili leggi del comportamento umano nella vita sociale
- individuare le regole specifiche dell’azione politica
- fornire indicazioni concrete a chi si pone il problema della formazione o della conservazione di uno Stato assolutistico moderno;
• lavoro di analisi non fine a se stesso ma volto a scoprire le regole della pratica politica per indicarle all'individuo capace e «virtuoso», in grado di determinare il corso degli eventi;
• appassionato interesse per la situazione politica italiana e sollecitazione a stimolare l’avvio di un processo di rinnovamento e trasformazione: unificazione dell’Italia sotto un unico signore e trasformazione di un insieme di staterelli in un’unica e moderna unità statale;
• visione laica e rifiuto di ogni soluzione ai problemi umani che non sia legata all’azione stessa degli uomini: l'uomo è motore e protagonista della storia. Questa concezione è però velata da un certo pessimismo: la Fortuna, l'imponderabile casualità che interviene ad alterare in modo imprevedibile il corso degli eventi, può incidere sul comportamento saggio dell'uomo «virtuoso» ; essa però si può combattere e la grandezza dell'individuo, che si eleva sopra gli altri, sta anche nel compiere tutti gli sforzi possibili per affermare la propria volontà contro i colpi del destino;
• rifiuto di qualsiasi dogmatismo sia filosofico che religioso e considerazione della cultura classica precedente al Medioevo.
• Punto di partenza:
1. esperienza diretta attraverso l’azione di governo
2. analisi dei mali della società italiana del Cinquecento.
• Cause:
1. assenza di un forte Stato unitario
2. continuo ricorso a truppe mercenarie
3. incapacità e indolenza dei principi italiani.
• Forma di governo prediletta:
1. repubblica
• Forma di governo auspicata:
1. monarchia (costituzione in Italia di uno Stato assolutistico moderno).
Il Principe: Struttura e Finalità
• 1513: anno della composizione del Principe, trattato politico in 26 capitoli, scritto tra il luglio e il dicembre 1513 e pubblicato postumo nel 1532.
• Genere letterario:
1. l’opera si inserisce nel filone della trattatistica politica, anche se evidenzia originalità di pensiero per la novità del metodo e per l'ampiezza delle riflessioni.
• Finalità dell’opera:
1. fornire un’analisi sistematica dello Stato assolutistico moderno (il Principato) e delle sue modalità di funzionamento
2. elaborare un manuale di comportamento politico per un principe in vista dell’auspicata costituzione, anche in Italia, di un forte Stato monarchico unitario.
• Struttura interna dell'opera:
1. dedica a Lorenzo de’ Medici, scritta dopo a termine della stesura del testo
2. corpo centrale, costituito dai capitoli che vanno dal II al XXV: Machiavelli sviluppa e approfondisce l’argomento dell'opera
3. esortazione finale (capitolo XXVI) nella quale l’autore si rivolge direttamente alla famiglia fiorentina de’ Medici affinché si faccia promotrice del cambiamento dei destini d’Italia
• Articolazione dell’opera:
L’opera è articolata come un’indagine sul particolare tipo di organizzazione statale che è il Principato e affronta anche caratteristiche e ruolo di colui che del Principato è il signore, cioè il principe.
Il discorso di Machiavelli sull'argomento si sviluppa utilizzando:
1. risorse tematiche tratte dal sapere rinascimentale, che si collegano in modo organico e consequenziale all’interno dell'opera
2. esempi tratti dalla storia passate: dal mondo romano (Romolo), da episodi citati nella Bibbia (Mosé), dalle imprese di condottieri greci e mediorientali(Ciro)
3. esempi tratti da episodi politici contemporanei o dal comportamento di questo o quel sovrano del tempo (Luigi XII)
4. personali riflessioni dell'autore su particolari avvenimenti politici antichi e moderni e prese di posizione su questioni di carattere generale.
Al di là delle opinioni di Machiavelli su singole questioni politiche o militari (il problema delle milizie), nel Principe il procedere del discorso è sostenuto da alcuni capisaldi di pensiero scaturiti dalla personale esperienza dell'autore e dal continuo lavoro di riflessione su di essa:
1. Machiavelli separa il mondo della morale da quello della politica: è inevitabile, come insegna la storia, l'inconciliabilità tra il comportamento eticamente giusto e quello politicamente giusto. La politica è «un’arte» a sé che solo pochissimi individui eccezionali (i principi), nei quali Machiavelli ripone grande fiducia, sanno imparare e praticare
2. il principe «virtuoso», abile e capace, lungimirante e scaltro, è l'unico in grado di mantenere saldo lo Stato e di rafforzarne la potenza. Unica avversaria sulla sua strada è la Fortuna, il gioco imprevedibile del caso contro cui il principe deve sapersi attrezzare in tempo
3. la fiducia nel singolo individuo è accompagnata però da un sostanziale atteggiamento di sfiducia negli uomini in generale. che hanno dimostrato sempre di possedere poche virtù e molti vizi. Ma, sostiene Machiavelli, gli uomini non cambiano mai, il loro comportamento si ripete con monotonia e prevedibilità e tale ripetersi dell’agire umano favorisce l’azione del principe virtuoso che, profondo conoscitore degli uomini, saprà sempre prevedere la dinamica dei comportamenti del popolo, degli amici e degli avversari.
• Machiavelli per le sue analisi e riflessioni parte sempre dalla «verità effettuale delle cose». La realtà concreta a cui attingere, messa a confronto con la storia. Porta, attraverso il lavoro speculativo, alla formulazione di considerazioni di carattere generale. Le tappe di questo modo di procedere del pensiero richiamano la razionalità della logica matematica:
1. nuclei problematici
2. ipotesi alternative
3. sviluppo approfondito di una delle due alternative proposte.
• La lingua usata nel Principe utilizza le singole parole per la forza espressiva e l’efficacia significativa che queste sanno dare al pensiero dell’autore.
• Lo stile è privo di retorica e di ornamenti formali, gode di una grande libertà sintattica e alterna strutture complesse a periodi di notevole semplicità e immediatezza, dando forza ed espressività a un pensiero profondamente rigoroso ma anche ricco di momenti di commossa partecipazione.
Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio
DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO
• Stesura dell’opera: iniziata nel 1513 viene prima sospesa e poi ripresa e terminata entro il 1519. L’opera viene pubblicata postuma nel 1531. I Discorsi sono composti in tre libri di commenti e osservazioni sulla prima deca delle storie scritte da Tito Livio (dalle origini di Roma all'anno 293 a.C.).
• Caratteristiche dell’opera:
Machiavelli ripropone lo studio della storia antica (romana) come fonte di insegnamenti e di esempi per chi, uomo del Rinascimento, intenda dedicarsi all'arte della politica.
• Genesi:
I Discorsi, diversamente dal Principe, nascono dopo un lungo lavoro di riflessione e di studio sulla natura dello Stato
• Tematica
La tematica è sostanzialmente simile a quella del “Principe” ma diverso è l'atteggiamento dell'autore: più pacato, meditativo, analitico nei Discorsi, teso e incalzante nel Principe, che Machiavelli vedeva come «manuale» destinato a incidere sui destini dell’Italia contemporanea. Le riflessioni hanno per oggetto anche:
1. il popolo è considerato da Machiavelli, nella repubblica dei Romani, come fattore di stabilità e la sua partecipazione alla vita politica come elemento destinato a rafforzare le istituzioni e a permettere l’espansione dello Stato nei territori confinanti
2. la religione pagana, che viene elogiata in quanto elemento di coesione civile ma che con il tempo, corrompendosi, è divenuta una delle principali cause della decadenza romana; anche la crisi della Chiesa cattolica è alla base della decadenza d'Italia.
• Scopi dell’opera:
Machiavelli, capovolgendo quanto detto nel Principe a proposito del Principato, in apparente contraddizione, nei Discorsi sostiene lo Stato repubblicano, In realtà non vi è alcuna contraddizione: nel “Principe” Machiavelli si pone soprattutto il problema concreto dell’Italia contemporanea, per la quale l’unica soluzione possibile è quella di uno Stato che abbia la forma del Principato, mentre nei Discorsi analizza e valuta positivamente una forma di governo antica, consolidata, la cui storia è già stata scritta e può solo fornire esempi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della formazione umanistica di Machiavelli nella sua carriera politica e intellettuale?
- Quali furono le principali attività di Machiavelli durante la sua carriera politica?
- Come influenzò la caduta dei Medici la vita di Machiavelli?
- Quali sono le principali opere scritte da Machiavelli durante il suo esilio politico?
- Qual è la visione politica di Machiavelli espressa ne "Il Principe"?
La formazione umanistica di Machiavelli, che includeva lo studio del latino e dei classici, ha fornito una base solida per il suo pensiero politico e storico, influenzando le sue opere e la sua carriera diplomatica.
Durante la sua carriera politica, Machiavelli fu coinvolto in missioni diplomatiche, ambascerie, visite ai campi di guerra e fortificazioni, e scrisse rapporti e lettere, dimostrando un forte interesse per le questioni militari e politiche.
La caduta dei Medici portò all'esonero di Machiavelli dal suo incarico, al pagamento di una multa e al suo confinamento fuori Firenze. Successivamente, fu imprigionato e torturato per sospetta partecipazione a una congiura contro i Medici.
Durante il suo esilio politico, Machiavelli scrisse "Il Principe", "i Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio", "l'Arte della guerra", e "le Istorie fiorentine", oltre a opere teatrali e letterarie come "l’Asino d’oro", "la Mandragola", e "la Clizia".
Ne "Il Principe", Machiavelli analizza lo Stato assolutistico moderno e fornisce un manuale di comportamento politico per un principe, separando la morale dalla politica e sottolineando l'importanza della virtù e della capacità del principe di affrontare la Fortuna.