Concetti Chiave
- Cesare Borgia rappresenta il «principe nuovo» di Machiavelli, simbolo di abilità politica e uso della forza per consolidare il potere.
- L'azione politica di Borgia si basa su virtù e ferocia, come dimostrato dalla pacificazione della Romagna attraverso metodi duri e astuti.
- Il successo di Borgia dipende da circostanze favorevoli ma è anche rafforzato dalla sua capacità di eliminare avversari e guadagnare il favore popolare.
- Machiavelli attribuisce la sconfitta di Borgia a un'«estraordinaria e estrema malignità di fortuna», ma anche a errori di fiducia nei confronti di nemici.
- Nonostante la sua caduta, Borgia è visto come un modello di virtù politica, il cui comportamento Machiavelli consiglia di emulare, evitando però errori di leggerezza.
Indice
Cesare Borgia, il modello del «principe nuovo»
Per discutere del modo in cui si acquista uno Stato, utilizzando la forza e sfruttando le circostanze favorevoli, l’autore utilizza l’esempio di un famoso personaggio contemporaneo: Cesare Borgia (1475-1507), figlio di papa Alessandro VI. Il «duca Valentino» era stato prima cardinale e poi condottiero; aveva cercato di riportare all’ordine, sotto la sua signoria, i vari territori (città e ducati) che componevano lo Stato della Chiesa, fino a fondare un grande Stato italiano nel cuore della penisola. Machiavelli era rimasto con lui per alcuni mesi, rimanendo impressionato dalla sua decisione e mancanza di scrupoli (il duca aveva ucciso i capi delle milizie mercenarie, che stavano per allearsi contro di lui). Troppo fiducioso nella fortuna, Cesare Borgia era rapidamente caduto; tuttavia nel Principe viene comunque a incarnare la virtù dell’uomo politico, energico dominatore di sé e del suo mondo, che non teme di ricorrere alla violenza e all’inganno, pur di rafforzare il proprio potere e lo Stato.
Temi
● Il ritratto di un perfetto capo di Stato.● L’esame delle sue azioni e del perché abbia fallito.
● Il concorso determinante della fortuna nelle cose umane.
Nel Principe Cesare Borgia incarna il modello del «principe nuovo», per l’abilità e l’energia con cui è riuscito a introdurre nel proprio Stato nuovi ordinamenti e forme di governo con cui consolidare il potere. Il personaggio controverso e scandaloso del «duca Valentino» riassume perfettamente il messaggio politico dell’opera; rimane però anche, in questo capitolo, una concreta figura storica: un individuo ben preciso, personalmente conosciuto dall’autore. Non una parola viene spesa per delinearne il ritratto fisico o psicologico: a Machiavelli interessa solo ricostruire le mosse del Valentino e più ancora la sua capacità di progettare, di prevedere e di predisporre. È questo il vero banco di prova dell’uomo politico.
L’azione politica del duca Valentino
Ricostruiamo la vicenda di Cesare Borgia:Cesare Borgia prima gode di circostanze favorevoli →1. il padre diviene papa 2. conquista la Romagna con l’aiuto francese;
poi deve integrare la fortuna con la virtù politica;
usa ogni mezzo per rafforzare il proprio potere → fa «tutte quelle cose che per uno prudente e virtuoso uomo si doveva fare»;
1. elimina i potenziali avversari → previene l’inimicizia degli Orsini;
2. si conquista il favore popolare → unisce esemplarmente Ramiro de Lorqua;
3. attua astute mosse diplomatiche→ cerca rimedi alla morte del padre
Ferocità e virtù politica: la pacificazione della Romagna
Ricostruendo l’azione di governo di Cesare Borgia, Machiavelli è attento soprattutto ai rapporti di forza e agli interessi di potere: gli unici fattori, a suo giudizio, in grado di determinare il successo sulla scena politica. Esemplare, in questo senso, è il modo in cui viene pacificata la Romagna. Prima il duca usa il pugno di ferro, affidando a Ramiro de Lorqua il compito di riportare all’obbedienza i signorotti locali; poi, raggiunti i suoi scopi, fa insediare un tribunale civile, mediante il quale scarica su de Lorqua tutto l’odio accumulato dalle precedenti crudeltà. La punizione giunge in modo atroce: il luogotenente viene fatto ritrovare morto sulla pubblica piazza di Cesena. A Machiavelli non interessa il giudizio morale, ma solo l’efficacia politica delle scelte di chi governa: perciò non condanna affatto il gesto di Cesare Borgia, ma anzi associa la sua ferocità alla virtù politica.
L’errore di Cesare e la sua sconfitta
Su Cesare Borgia, però, pesa la sua sconfitta storica: l’autore del Principe la addebita a «una estraordinaria e estrema malignità di fortuna» (rr. 13-14), che nessuna virtù umana avrebbe potuto contrastare. Sono la morte del padre Alessandro VI e, in quei giorni, la concomitante malattia dello stesso duca a infrangere i suoi sogni di gloria. Machiavelli, peraltro, è pronto a mettere in discussione il mito da lui appena creato: ammette infatti che qualche responsabilità è da imputare allo stesso Cesare Borgia. Egli infatti commette l’errore di fidarsi delle false promesse di un nemico giurato dei Borgia come Giuliano Della Rovere, consentendo quindi l’elezione di Giulio II al soglio papale. Nell’ottica di Machiavelli, anche questo errore può essere utile e servire da esempio: oltre a imitare il comportamento di Cesare Borgia, un «principe nuovo» dovrà astenersi da quell’unica leggerezza che «fu cagione dell’ultima ruina sua».Domande da interrogazione
- Chi era Cesare Borgia e quale ruolo ha avuto nel contesto politico del suo tempo?
- Quali sono stati i principali successi e strategie politiche di Cesare Borgia?
- Come ha gestito Cesare Borgia la pacificazione della Romagna?
- Qual è stato l'errore che ha portato alla sconfitta di Cesare Borgia?
- Qual è il giudizio di Machiavelli su Cesare Borgia nel contesto del «Principe»?
Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI, è stato un cardinale e condottiero che ha cercato di unificare i territori dello Stato della Chiesa, diventando un modello di «principe nuovo» per la sua abilità politica e uso della forza.
Cesare Borgia ha conquistato la Romagna con l'aiuto francese, eliminato avversari, guadagnato il favore popolare e attuato mosse diplomatiche astute, dimostrando virtù politica e ferocità.
Ha usato il pugno di ferro tramite Ramiro de Lorqua per riportare all'obbedienza i signorotti locali, poi ha scaricato su di lui l'odio accumulato, facendolo ritrovare morto, dimostrando efficacia politica.
L'errore di Cesare Borgia è stato fidarsi delle false promesse di Giuliano Della Rovere, permettendo l'elezione di Giulio II, che ha contribuito alla sua rovina.
Machiavelli vede Cesare Borgia come un esempio di virtù politica, nonostante la sua sconfitta, e considera le sue azioni un modello per i «principi nuovi», sottolineando l'importanza di evitare errori di leggerezza.