Concetti Chiave
- Machiavelli esplora le strategie per dominare stati abituati alla libertà, evidenziando le difficoltà per un principe di consolidare il controllo.
- Propone tre metodi per governare tali stati: distruzione, residenza personale o mantenimento delle leggi locali con un'oligarchia fedele.
- Gli esempi storici di Sparta e Roma illustrano le diverse strategie di dominio e le loro conseguenze, sottolineando il rischio del mantenimento delle leggi locali.
- Machiavelli afferma che l'unico modo sicuro per mantenere il dominio su città libere è la distruzione, poiché la nostalgia della libertà spinge alla ribellione.
- Le repubbliche, con la loro vivace attività politica, mostrano un forte desiderio di vendetta e resistenza verso i nuovi dominatori, rendendo difficile il loro controllo.
Strategie di Dominio
In questo capitolo, Machiavelli tratta delle difficoltà che un principe incontra per impossessarsi con sicurezza di quegli stati abituati a vivere con le proprie leggi e con un regime di libertà e dei sistemi grazie ai quali tali difficoltà possono essere superate.
1. Quando quegli stati che, come è stato detto nei capitoli precedenti, sono abituati a vivere con libere ed autonome istituzioni, per volerli dominare esistono tre modi: nel primo caso annientarle, il secondo consiste nell’andarci ad abitare personalmente, nel terzo caso si lascia vivere lo stato secondo le proprie leggi, traendone un tributo e creandovi un governo affidato ad un ‘oligarchia fedele al nuovo principe. In questo caso, gli oligarchi sanno che il regime di cui sono a capo è stato fondato dal nuovo principe e non può reggersi senza la sua potente protezione; per questo motivo, essi si impegneranno in tutti i modi a conservare lo stato fedele al principe. Più facilmente si può dominare una città abituata a vivere liberamente, tramite i suoi cittadini, quando non si vuole annientarla. (Gli oligarchi sono scelti dal principe fra i cittadini e a questi ultimi sarà quindi data l’illusione di governarsi autonomamente vivendo con le proprie leggi.)
2.
Esempi Storici di Dominio
Vengono in nostro aiuto degli esempi come il caso della storia di Sparta e di Roma. Gli Spartani riuscirono a dominare Atene e Tebe creandovi un governo oligarchico. Nonostante questo, essi persero le due città. I Romani, per sottomettere Capua, Cartagine e Numanzia le distrussero, confermando così su queste popolazioni il loro dominio; invece vollero sottomettere la Grecia con le stesse modalità con cui aveva fatto Sparta [= facendola governare da cittadini a loro favorevoli, senza apparentemente cambiare le sue istituzioni e le sue leggi], rendendola libera e lasciandole le sue leggi, ma essi non riuscirono a dominarla; per questo furono costretti a distruggere molte città elleniche [distruggere ha il significato di saccheggio, confische, privazione di ogni libertà e autonomia].
3.
Conseguenze della Libertà Perduta
A dire il vero, l’unico modo per mantenere il dominio su città abituate a vivere libere è soltanto la distruzione. E colui che diventa dominatore di una città abituata a vivere libera, nel caso in cui decida di non distruggerla, si aspetti prima o poi di essere distrutto da essa [= la debolezza del conquistatore si risolve quindi a suo danno], poiché ha sempre come stimolo e giustificazione ideale della ribellione, la bruciante e feroce nostalgia dell’antica libertà e delle sue istituzioni (= antiqui ordini suoi); e l’esperienza della libertà non può essere mai dimenticata con il passare del tempo o per la liberalità di principi.
E per quanto il nuovo principe possa fare per accattivarsi l’animo dei cittadini, per quanto egli possa provvedere ad evitare loro occasioni di tumulti, essi, a meno che non vengano dispersi con la rovina della città (= se non si disuniscono o dissipano), alla minima opportunità (= in ogni accidente), insorgono in nome di quella libertà e di quelle libere istituzioni (= quelli ordini) di cui hanno sempre conservato nell’animo la dolorosa nostalgia, come fece Pisa dopo cento anni durante i quali era stata sottomessa ai Fiorentini. (Machiavelli fa riferimento al fatto che nel 1405, Pisa era stata venduta a Firenze, ma nel 1494, approfittando della crisi politica che si era aperta con la cacciata dei Medici, i Pisani riconquistarono la libertà e Firenze con difficoltà riuscì a riprenderne in mano il dominio).
Ma quando le città o le provincie sono abituate ad essere governate da un principe e la dinastia del precedente sovrano si è estinta, da una parte [i cittadini] essendo abituati ad obbedire, dall’altra non essendo più presente il principe precedente, essi non trovano un accordo fra di loro e [per la loro irresolutezza] si dimostrano incapaci di vivere liberi. In questo modo, essi si manifestano più incerti e più lenti a prendere le armi e con più facilità un principe può accattivarsi la loro simpatia e garantirsene quindi un dominio sicuro su di loro. Ma nelle repubbliche è presente una maggiore vitalità, un maggiore odio, un maggiore desiderio di vendetta (= l’abitudine all’esercizio dell’attività politica come succede in una repubblica, esalta il sentimento della libertà; ne consegue un maggior odio nei confronti di chi ha voluto annullare questa libertà e da questo odio deriva un estremo desiderio di vendetta); e il ricordo dell’antica condizione di libertà non abbandona mai i cittadini, né permette loro di adattarsi (= riposare) alla nuova condizione di servitù.
Domande da interrogazione
- Quali sono i tre modi per governare gli stati abituati a vivere con le proprie leggi?
- Quali sono gli esempi storici citati da Machiavelli per illustrare il dominio su città abituate a vivere libere?
- Secondo Machiavelli, qual è l'unico modo per mantenere il dominio su città abituate a vivere libere?
- Cosa succede quando le città o le provincie sono abituate a essere governate da un principe e la dinastia del precedente sovrano si è estinta?
- Quali sono le caratteristiche delle repubbliche secondo Machiavelli?
I tre modi sono annientarle, andarci ad abitare personalmente o lasciare che lo stato viva secondo le proprie leggi, ma con un governo affidato a un'oligarchia fedele al nuovo principe.
Gli esempi citati sono la storia di Sparta e di Roma. Gli Spartani riuscirono a dominare Atene e Tebe creando un governo oligarchico, ma persero le due città. I Romani, invece, distrussero Capua, Cartagine e Numanzia per sottometterle, ma non riuscirono a dominare la Grecia nonostante avessero cercato di governarla con le stesse modalità usate da Sparta.
L'unico modo è la distruzione. Machiavelli sostiene che se un principe diventa dominatore di una città abituata a vivere libera e decide di non distruggerla, prima o poi sarà distrutto da essa a causa della bruciante nostalgia per l'antica libertà e le sue istituzioni che i cittadini conservano nell'animo.
Quando la dinastia del precedente sovrano si è estinta, i cittadini delle città o delle provincie abituate a essere governate da un principe si dimostrano incerti e lenti a prendere le armi. Questo rende più facile per un nuovo principe accattivarsi la loro simpatia e garantirsi un dominio sicuro su di loro.
Machiavelli sostiene che nelle repubbliche c'è una maggiore vitalità, un maggiore odio e un maggiore desiderio di vendetta. L'abitudine all'esercizio dell'attività politica in una repubblica esalta il sentimento della libertà, generando un maggior odio verso chi ha cercato di annullare questa libertà e un estremo desiderio di vendetta. Inoltre, il ricordo dell'antica condizione di libertà non abbandona mai i cittadini delle repubbliche.