Concetti Chiave
- Luigi Pirandello, nato in Sicilia nel 1867, visse un'esistenza segnata da studi in Germania, difficoltà familiari e il coinvolgimento nella Prima Guerra Mondiale, culminando con il Premio Nobel nel 1934.
- Pirandello esplora il concetto di identità frammentata e maschere sociali, dove l'individuo perde la sua essenza in una società che isola e omologa, portando a solitudine e smarrimento.
- Nella sua poetica, Pirandello distingue tra comico, come avvertimento del contrario, e umorismo, come sentimento del contrario, enfatizzando la molteplicità e frammentazione della realtà.
- "Novelle per un anno" è una raccolta di racconti che riflette la visione disgregata del mondo di Pirandello, caratterizzata da una sequenza apparentemente casuale di eventi e personaggi.
- Nei suoi esordi teatrali, Pirandello introduce innovazioni radicali, come personaggi sdoppiati e un linguaggio ricco di interrogativi, sfidando le convenzioni teatrali dell'epoca.
Indice
- Infanzia e formazione di Pirandello
- Vita familiare e declassamento
- Impatto della guerra e carriera teatrale
- Premio Nobel e filosofia dell'io
- La società come trappola
- Comunicazione e solitudine
- Realtà magmatica e umorismo
- Novelle e visione del mondo
- Ciaula scopre la Luna
- La novella di Belluca
- La storia di Mattia Pascal
- Teatro e innovazione
Infanzia e formazione di Pirandello
Luigi Pirandello nasce nel 1867 in Sicilia, ad Agrigento. Gli studi che frequentò in Germania lo aiutarono ad entrare in contatto con gli autori romantici.
Vita familiare e declassamento
Nel 1892 Pirandello si stabilì a Roma e in questo periodo scrisse molte delle sue opere (ES. "L'esclusa"). Dopo due anni sposò Maria Antonietta Portulano che gli recò dei fenomeni di follia, difatti Pirandello vedeva la famiglia come una trappola.
Nel corso della sua vita entrò in contatto con il declassamento, cioè il passaggio da una vita ad agio ad una condizione di piccolo borghese.
Impatto della guerra e carriera teatrale
Nel periodo della Prima Guerra Mondiale si schierò a favore dell'intervento dell'Italia ma la guerra incise in maniera negativa nella sua vita perché il figlio venne fatto prigioniero dagli austriaci.
Nel 1920 comincia a dare frutto la sua attività teatrale, diventando direttore del Teatro d'Arte di Roma. Per essere finanziato, però, quest'ultimo si iscrisse al Partito Fascista ma lo comincerà a criticare perché visto come grande esempio di falsità.
Premio Nobel e filosofia dell'io
Nel 1934 gli venne assegnato il Premio Nobel per la letteratura e due anni dopo morì di polmonite lasciando incompiuta una delle sue ultime opere, ovvero "I giganti della montagna".
Per Pirandello, noi ci cristallizziamo in forme individuali mentre siamo tanti individui diversi a seconda della visione di chi ci guarda. Ciascuna di queste forme è una maschera e al di sotto di essa ci sono dei volti in perenne mutamento. Molte tendenze omologanti hanno fatto sì che l’individuo non contasse più perdendo la sua identità. Questa inconsistenza dell’io porta dolore e smarrimento.
La società come trappola
La società, per Pirandello, isola l’uomo dalla vita e per questo è considerata una trappola. L’istituto dove si manifesta questa trappola è la famiglia ma non solo perché è anche presente nella condizione sociale di un individuo. I protagonisti di tale condizione sono prigionieri di una vita misera. L’unica via di fuga da tutto ciò è l’immaginazione oppure la follia.
Comunicazione e solitudine
Gli uomini non possono comunicare tra di loro perché ciascuno fa riferimento alla realtà com’è per lui e questo porta un senso di solitudine. Si mette, perciò, in crisi la possibilità di avere rapporti sociali.
Realtà magmatica e umorismo
La realtà è magmatica perché si sfalda in pluralità di frammenti che non si collegano tra di loro. Pirandello va oltre il decadentismo perché quest’ultimo poneva al centro l’io, invece per il poeta l’io si frantuma e diventa “NESSUNO".
Nel 1908, Pirandello fa una distinzione tra comico e umorismo all’interno del saggio “L’Umorismo”.
Comico: avvertimento del contrario (avvisti il contrario)
Umorismo: sentimento del contrario (rifletti sul contrario) L’arte umoristica riesce sempre a cogliere la molteplicità della realtà.
L’arte di Pirandello si avvicina all’arte novecentesca, è un’arte che tende a scomporre, disgregare. Tragico e comico vanno sempre di pari passo.
Novelle e visione del mondo
Pirandello scrisse novelle per tutto l’arco della sua attività. Nel 1922 attuò una sistemazione globale in 24 volumi intitolata “Novelle per un anno”. L’infinita molteplicità di personaggi dà l’impressione di una successione casuale che riflette la visione del mondo di Pirandello, un mondo non ordinato, disgregato in molti frammenti.
Ciaula scopre la Luna
Ciaula scopre la Luna è una novella del 1912 contenuta nella raccolta “Novelle per un anno”. Ciaula è un ragazzo che lavora in una miniera in Sicilia, deriso e maltrattato da tutti per la sua scarsa intelligenza. Ciaula non è preoccupato per il buio della miniera, perché ne conosce bene le gallerie, ma ha paura del buio della notte. Ciò ha avuto inizio quando nella miniera è scoppiata una mina. Per la paura dell'esplosione si era rifugiato in un avvallamento ed entrandoci aveva rotto la sua lanterna. Quella notte Ciaula è impaurito per il buio che troverà uscendo dalla miniera. Con il sacco pieno di zolfo sale verso la superficie ma quando arriva in prossimità degli ultimi scalini, con grande stupore si accorge di essere circondato di luce. Sbalordito, lascia cadere il sacco dalle spalle e scopre la bellezza della luna.
Il valore simbolico sta nella descrizione del suo emergere all'aperto, come una sorta di rappresentazione di una rinascita. La lune è il punto culminante della novella, un'apparizione di una divinità. Difatti la luna è il simbolo di Iside.
La novella di Belluca
La novella narra dell’inaspettata follia di un impiegato, Belluca, per la scoperta di un’altra vita udendo semplicemente il fischio di un treno (= desiderio di evadere nel mondo dell’immaginazione). Il protagonista Belluca è imprigionato in un meccanismo ripetitivo e monotono tra lavoro e famiglia. Sfugge da tale situazione con la fantasia, una sorta di attimo di evasione dalle forme sociali.
La storia di Mattia Pascal
La storia è ambientata in un paese immaginario della Liguria(Miragno). Mattia Pascal sposa Romilda ma il matrimonio si rivelerà un inferno perché si sente in trappola all’interno della famiglia e il lavoro lo limita. Decide di conseguenza di fuggire viaggiando molto, arrivando in America e per fino a Montecarlo luogo in cui giocherà al casinò e vincerà una grande somma di denaro. Nel mentre si trova in viaggio viene a conoscenza, tramite una notizia, della sua morte così dopo diversi ripensamenti per tornare a casa decide di crearsi una nuova identità perché finalmente era riuscito a sfuggire dalle sue trappole. La sua nuova identità (Adriano Meis) non gli recherà la libertà che tanto desiderava anzi si sentirà ancora più vuoto e limitato. Questo perché è costretto ad indossare una maschera che non gli permette di godersi a pieno ogni momento. Difatti, in questo periodo si trovava a Roma, luogo in cui conobbe una nuova donna (Adriana) che aveva intenzione anche di sposare ma questo non fu possibile perché Adriano Meis non aveva dei documenti validi. Sentendosi in continua ombra, Adriano Meis progetta un piano: fingere un suicidio, buttandosi nel Tevere. Adriano Meis pensa così di cambiare di nuovo identità e di tornare alla sua origine diventando: Fu Mattia Pascal (perché lui per gli altri era morto). Con questa nuova identità ritorna nella trappola, non in quella famigliare perché sua moglie si era già risposata, ma in quella del lavoro come bibliotecario.
Luigi Pirandello, nel raccontare la storia di Mattia Pascal decide di utilizzare un flashback, poiché il narratore non è Mattia Pascal ma bensì Fu Mattia Pascal. Con la stesura di questa vicenda Pirandello venne accusato di storia verosimile, ma si è difeso dicendo che un caso del genere si era veramente verificato. Naturalmente non può mancare l'utilizzo dell'Umorismo, che al di là del riso che l'opera suscita vi è anche la sofferenza del protagonista imprigionato nella sua trappola (maschera).
Teatro e innovazione
Nel 1896 manifesta un grande interesse per il teatro. Il panorama, alla base della sua attività teatrale, si incentrava sui problemi della famiglia e del denaro andando a riprodurre in modo fedele la vita quotidiana. Attua anche una rivoluzione all’interno del teatro portando gli spettatori in un mondo stravolto in cui:
- I personaggi sono sdoppiati
- Il linguaggio impedisce l’identificazione emotiva degli spettatori perché composto da continui interrogativi
- Lo scarso successo era dettato dal fatto che il pubblico non era ancora pronto a cosi’ tante novità
- Grottesco esagerazione di un dettaglio a fini comici
Opere teatrali più importanti
1. 1916 Pensaci, Giacomino!
2. 1917 Così è (se vi pare)
3. 1917 Piacere dell’onestà
4. 1918 Giuoco delle parti
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i principali eventi della vita di Luigi Pirandello?
- Come Pirandello vedeva la società e l'individuo?
- Qual è la differenza tra comico e umorismo secondo Pirandello?
- Qual è il significato simbolico della novella "Ciaula scopre la luna"?
- Qual è la trama principale de "Il fu Mattia Pascal"?
Luigi Pirandello nacque nel 1867 in Sicilia, studiò in Germania, si stabilì a Roma nel 1892, e sposò Maria Antonietta Portulano. Durante la Prima Guerra Mondiale, suo figlio fu prigioniero degli austriaci. Nel 1920 divenne direttore del Teatro d'Arte di Roma e nel 1934 vinse il Premio Nobel per la letteratura. Morì nel 1936 di polmonite.
Pirandello considerava la società una trappola che isola l'uomo dalla vita, con la famiglia come istituto principale di questa trappola. Credeva che l'individuo perdesse la sua identità a causa delle tendenze omologanti, portando a dolore e smarrimento. L'immaginazione o la follia erano viste come vie di fuga.
Nel suo saggio "L'Umorismo" del 1908, Pirandello distingue tra comico, che è l'avvertimento del contrario, e umorismo, che è il sentimento del contrario. L'arte umoristica coglie la molteplicità della realtà, scomponendo e disgregando.
"Ciaula scopre la luna" rappresenta una rinascita simbolica. Ciaula, un ragazzo che lavora in una miniera, scopre la bellezza della luna, simboleggiando un'emergere alla luce e una nuova consapevolezza, con la luna come simbolo di divinità.
"Il fu Mattia Pascal" narra di Mattia Pascal che, sentendosi intrappolato nel matrimonio e nel lavoro, finge la propria morte per crearsi una nuova identità. Tuttavia, la nuova identità non gli porta la libertà desiderata, portandolo a tornare alla sua vecchia vita come "Fu Mattia Pascal".