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Concetti Chiave

  • La scissione dell'Io si manifesta nel contrasto tra l'essenza personale e le convenzioni sociali, trasformando l'individuo in un personaggio mascherato.
  • I personaggi pirandelliani vivono una crisi d'identità, coscienti dell'assurdità della vita e della falsità delle forme sociali.
  • L'individuo è costretto a indossare una maschera sociale, senza possibilità di cambiamento, portando a una disintegrazione fisica e spirituale.
  • Il mantenimento della maschera sociale è l'unico modo per evitare l'isolamento, poiché chi tenta di liberarsene viene considerato folle.
  • La società impone ruoli e maschere, rendendo impossibile la conoscenza autentica di sé e degli altri, confinando l'esistenza a un palcoscenico di apparenze.

Indice

  1. Crisi d'identità e dissociazione
  2. Personaggi pirandelliani e consapevolezza
  3. Maschere e disintegrazione esistenziale
  4. Illusione della realtà e isolamento
  5. Maschere sociali e rapporti autentici
  6. Inautenticità e palcoscenico della vita

Crisi d'identità e dissociazione

Il contrasto tra “vita” (ciò che siamo) e “forma” (ciò che sembriamo) genera la crisi d’identità e la dissociazione dell’Io. Costretto a vivere nella “forma”, l’individuo, secondo la concezione pirandelliana, non è più una persona intesa come unità intellettuale, morale e psicologica, ma è un personaggio ridotto a maschera, che recita il ruolo impostogli dalle convenzioni sociali o dai propri ideali.

Perciò, nell’arte umoristica ci sono solo maschere e personaggi, creature dissociate e grottesche, le cui deformazioni fisiche riflettono la scissione psicologica.

Personaggi pirandelliani e consapevolezza

I personaggi pirandelliani sono comici e tragici insieme, scissi e contraddittori.

Mano a mano che scoprono il valore fittizio delle forme in cui si è alienata la loro persona acquisiscono anche la coscienza dell’assurdita del vivere, che spesso li porta a deridere con dolente pietà chi non raggiunge tale consapevolezza e si sente integrato nella società. L’uomo è schiavo della forma quando, all’improvviso, per un evento casuale, comprende la propria condizione esistenziale e non gli resta che scegliere se fuggirne oppure adeguarsi alla scissione.

Maschere e disintegrazione esistenziale

L'uomo, inoltre, deve adeguarsi alle convenzioni imposte dalla società, egli assume quindi una maschera, o per propria volontà o perché così è visto e giudicato. Questa maschera è l'aspetto esteriore dell'individuo (la sua apparenza). Siccome il personaggio è condannato a recitare sempre la stessa parte, non ha nessuna possibilità di mutare la propria maschera, si verifica così la disintegrazione fisica e spirituale dei personaggio che si può riassumere nella teoria della triplicità esistenziale:

1.come il personaggio vede se stesso;

2.come il personaggio è visto dagli altri;

3.come il personaggio crede di essere visto dagli altri.

Illusione della realtà e isolamento

Quando il personaggio scopre di essere calato in una maschera, cade in una condizione angosciosa senza fine, perché si rende conto che:

1.la realtà di un momento è destinata a cambiare nel momento successivo

2.la realtà è un'illusione perché non si identifica in nessuna delle forme che gli altri gli hanno dato.

Maschere sociali e rapporti autentici

Nella società l'unico modo per evitare l'isolamento è il mantenimento della maschera: quando un personaggio cerca di liberarsene con un diverso comportamento viene considerato preso dalla follia che scatena in tutti il riso perché non è comprensibile; per questo viene allontanato, rifiutato e considerato un elemento di disturbo della società, non trovando più posto negli schemi e convenzioni di essa. Nel caleidoscopio delle forme e delle apparenze, l'uomo si ritrova privo di una precisa e unica identità; cerca di conoscersi, ma scopre di essere una "maschera nuda" .

Inautenticità e palcoscenico della vita

Nella realtà di ogni giorno gli individui non si mostrano mai per quello che sono veramente, ma in ogni momento, in ogni circostanza, assumono una maschera diversa, che li fa "personaggi" e non li rivela come "persone". Come è impossibile la conoscenza di noi stessi, così sono impossibili rapporti autentici tra gli individui. Si possono stabilire con gli altri, soltanto rapporti mediati da atteggiamenti esteriori, dalle forme delle maschere, dai modelli dei ruoli che ciascuno è costretto ad assumere per poter vivere e operare in società, o che gli altri e la società in genere impongono. Queste maschere-ruoli sono prodotti dalle disposizioni naturali di ciascuno, dalla condizione sociale, dall'educazione, dalla cultura, da tutta la serie di convenzioni sociali in mezzo alle quali l'individuo si trova a vivere. Si tratta comunque sempre di forme fisse, aride,morte. In questa inautenticità, in cui la società tenta di imprigionare l'individuo, l'esistenza è niente più che un grande "palcoscenico" sul quale ognuno recita la propria parte di personaggio e maschera, secondo un meccanismo in cui ciascuno finisce per essere la "marionetta" di se stesso. Solo la follia permette al personaggio la possibilità di scoprire che rifiutando il mondo si può scoprire se stessi. Ma questi sono solo momenti passeggeri, spesso irripetibili, perché il legame con le norme della società è troppo forte.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il concetto di "vita" e "forma" secondo Pirandello?
  2. Secondo Pirandello, la "vita" rappresenta ciò che siamo realmente, mentre la "forma" è ciò che sembriamo agli altri. Questo contrasto genera una crisi d'identità e dissociazione dell'Io, costringendo l'individuo a vivere come un personaggio ridotto a maschera.

  3. Come i personaggi pirandelliani acquisiscono consapevolezza della loro condizione?
  4. I personaggi pirandelliani acquisiscono consapevolezza della loro condizione esistenziale scoprendo il valore fittizio delle forme in cui si sono alienati, portandoli a deridere con pietà chi non raggiunge tale consapevolezza.

  5. Qual è il ruolo delle maschere nella disintegrazione esistenziale?
  6. Le maschere rappresentano l'aspetto esteriore imposto dalle convenzioni sociali. L'individuo è costretto a recitare sempre la stessa parte, portando alla disintegrazione fisica e spirituale, riassunta nella triplicità esistenziale: come si vede, come è visto dagli altri, e come crede di essere visto.

  7. Perché la realtà è considerata un'illusione dai personaggi pirandelliani?
  8. La realtà è considerata un'illusione perché è destinata a cambiare continuamente e non si identifica in nessuna delle forme imposte dagli altri, portando i personaggi a una condizione di isolamento e angoscia.

  9. In che modo la società influisce sull'autenticità dei rapporti tra individui?
  10. La società impone maschere e ruoli che impediscono rapporti autentici tra individui. Queste maschere sono prodotti delle convenzioni sociali e costringono gli individui a recitare parti su un "palcoscenico" della vita, rendendo impossibile la vera conoscenza di sé e degli altri.

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