marinaldi
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Concetti Chiave

  • Serafino Gubbio utilizza i suoi quaderni per sfuggire all'alienazione del suo lavoro meccanico di operatore cinematografico, rivelando una vocazione filosofica piuttosto che narrativa.
  • Il protagonista adotta una maschera di impassibilità per distaccarsi emotivamente dalla realtà falsa che osserva, suggerendo che uno studio senza passione è l'unica salvezza per l'individuo moderno alienato.
  • Il narratore offre una prospettiva interna e disincantata, utilizzando l'osservazione filosofica per svelare verità nascoste e dinamiche relazionali invisibili nel mondo cinematografico.
  • La prosa di Pirandello mescola dialoghi immaginari e riflessioni filosofiche in uno stile che alterna ritmi vari e incalzanti, riflettendo il pensiero tormentato del narratore.
  • Il romanzo integra un lessico cinematografico dettagliato, offrendo al lettore uno spaccato storico del cinema del 1915, testimoniando un'arte in evoluzione.

Indice

  1. Il Narratore Filosofico
  2. La Maschera dell'Impassibilità
  3. Osservazione e Riflessione
  4. Stile e Lessico Cinematografico
  5. Dettagli Cinematografici

Il Narratore Filosofico

Il gesto di annotare su alcuni quaderni le sue considerazioni sulla realtà rappresenta, per l’operatore cinematografico Serafino Gubbio, il tentativo di sfuggire all’alienazione di un lavoro puramente meccanico. L’incipit del romanzo (Studio la gente nelle sue più ordinarie occupazioni, r.

1) rivela subito una caratteristica fondamentale dell’opera: la presenza di un narratore dotato di una vocazione filosofica. Non ci si deve pertanto aspettare un racconto coerente e compiuto, ma un saggio-studio in cui le vicende narrate sono condizionate dalla voce narrante. Questo personaggio, che appare persino privo di una precisa fisionomia, diviene quasi puro pensiero, proprio in conseguenza del fatto che la sua fisicità è stata ridotta ad appendice pseudovivente di una macchina da presa, a “protesi” umana di un congegno meccanico.

La Maschera dell'Impassibilità

Abituato, per la sua professione, a tenere sotto controllo passioni e sentimenti (l’operatore non deve partecipare all’azione, ma solo registrarla fedelmente), Serafino sceglie come narratore di indossare consapevolmente la «maschera dell’impassibilità», non per denunciare la corruzione e i difetti di una specifica realtà - come avrebbe fatto uno scrittore naturalista o verista - ma per rivelare che uno «studio senza passione» è forse l’unica vera salvezza rimasta all’individuo alienato della modernità; solo in questo modo, infatti, egli può recidere ogni legame con la falsa realtà in cui è immerso.

Osservazione e Riflessione

Il suo sguardo è freddo e distaccato, ma non ha più le prerogative del classico narratore esterno e onnisciente, anzi è voce interna per eccellenza, e la sua conoscenza degli uomini e delle cose non gli è data a priori, per statuto narrativo, ma è una conquista della sua osservazione disincantata e della sua riflessione filosofica. Egli spia da dietro le quinte, nell’anonimato della macchina da presa, la strana mescolanza di verità e finzione che travolge gli attori (le cui vicende si sovrappongono a quelle rappresentate nel film), scopre risvolti inediti nelle esistenze che gli scorrono davanti, comprendendo sentimenti e dinamiche relazionali invisibili agli occhi degli attori stessi. Proprio perché si rifiuta di partecipare emotivamente alla vita falsa che è costretto a registrare, egli può guardarsi intorno inosservato e dipingere così ritratti grotteschi di quello che vede.

Stile e Lessico Cinematografico

L’uso del tempo presente, fin dall’inizio del romanzo, non indica alcuna contemporaneità fra storia e racconto, ma inscrive la dimensione del testo nella fredda impassibilità di un lavoro scientifico o teorico, in un presente quasi atemporale proprio della riflessione filosofica.

La prosa pirandelliana è comunque, come sempre, molto vicina alla realtà delle cose: dialoghi immaginari, monologhi, confessioni e riflessioni spezzano il discorso, scandendo un ritmo vario e incalzante, che rispecchia da vicino il pensiero tormentato della voce narrante.

Dettagli Cinematografici

A rendere lo stile ancora più concreto e vicino al reale contribuiscono gli inserti specifici del lessico cinematografico. L’attenzione minuziosa agli aspetti gergali dell’ambiente in cui si svolge la vicenda dà al lettore la sensazione di essere condotto per mano alla scoperta di un mondo nuovo. Il treppiedi a gambe rientranti su cui si colloca la macchina da presa, gli apparatori, il tappeto, la piattaforma, il lapis turchino con cui si segna il campo (rr. 49-53); e poi ancora le indicazioni tecniche sulla quantità di pellicola necessaria per girare una scena, la funzione del direttore e molti altri particolari costituiscono la materia prima di un romanzo che si può leggere anche come uno spaccato storico sul cinema nel 1915. L’intento di Pirandello, forse, è stato anche quello di dare testimonianza delle caratteristiche di un’arte ancora alle prime armi, cogliendola all’origine di un percorso che giunge fino ai nostri giorni.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del narratore filosofico nel romanzo?
  2. Il narratore filosofico, incarnato da Serafino Gubbio, cerca di sfuggire all'alienazione del suo lavoro meccanico annotando le sue riflessioni sulla realtà, trasformandosi in un puro pensiero distaccato dalla fisicità.

  3. Perché Serafino Gubbio indossa la "maschera dell'impassibilità"?
  4. Serafino indossa la "maschera dell'impassibilità" per mantenere un distacco emotivo dalla realtà corrotta e alienante, trovando salvezza in uno "studio senza passione" che gli permette di recidere i legami con la falsa realtà.

  5. Come si caratterizza l'osservazione e la riflessione del narratore?
  6. L'osservazione e la riflessione del narratore sono fredde e distaccate, frutto di una conquista personale attraverso l'osservazione disincantata e la riflessione filosofica, che gli permettono di scoprire verità nascoste e dinamiche relazionali invisibili.

  7. In che modo lo stile e il lessico cinematografico influenzano il romanzo?
  8. Lo stile e il lessico cinematografico, con l'uso del tempo presente e dettagli tecnici, conferiscono al romanzo un'atmosfera di fredda impassibilità e concretezza, avvicinando il lettore alla realtà del cinema del 1915.

  9. Qual è l'intento di Pirandello nel descrivere dettagli cinematografici?
  10. L'intento di Pirandello è di testimoniare le caratteristiche di un'arte cinematografica ancora in evoluzione, offrendo uno spaccato storico del cinema nel 1915 e cogliendone l'origine di un percorso che continua fino ai giorni nostri.

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