Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il racconto dei Fioretti, scritto nel XIII secolo, presenta San Francesco come un uomo di bontà che affronta un lupo feroce per proteggere gli abitanti di Gubbio.
  • San Francesco, con compassione e autorità divina, doma il lupo chiamandolo "fratello lupo" e facendolo diventare mansueto, stabilendo un patto di pace con gli abitanti.
  • La morale della storia sottolinea che le calamità, come la presenza del lupo, sono viste come punizioni divine per i peccati e invita alla penitenza per evitare le pene dell'inferno.
  • Il lupo, nella narrazione, simboleggia il demonio e la violenza, rappresentando una punizione divina per i peccati commessi dagli uomini.
  • Sociologicamente, l'episodio può essere interpretato come un simbolo di oppressione sociale, con San Francesco che assume il ruolo di paciere tra i contadini e il lupo, sostituendo l'autorità feudale.

Indice

  1. Introduzione
  2. Riassunto sulla situazione iniziale
  3. Il miracolo
  4. La morale predicata dal santo
  5. Epilogo
  6. Analisi
  7. Uno scorcio della società feudale
  8. Identificazione del lupo col demonio
  9. Interpretazione sociologica: aldilà del senso letterale

Introduzione

L’episodio fa parte dei Fioretti, un testo scritto da un anonimo nella seconda metà del XIII secolo. Il testo ci presenta la figura di un san Francesco pieno di bontà e dall’animo candido.

Riassunto sulla situazione iniziale

Al tempo in cui San Francesco si era stabilito a Gubbio, nella campagna circostante apparve un feroce lupo che faceva razzia di ogni cosa: animali e esseri umani.
Fra l’altro era anche solito avvicinarsi anche alla città con grand timore degli abitanti i quali per paura restavano rinchiusi nelle loro casa o si spostavano armati di tutto punto.
San Francesco, provando compassione per gli uomini, e confidando nella forza divina, decise di affrontare l’animale. Il lupo, alla vista del santo e di tutta la folla, si fece avanti correndo, con la bocca spalancata, pronto ad attaccare.

Il miracolo

San Francesco, lo chiamò a sè e dopo averlo benedetto e chiamato “fratello lupo”, gli ordinò, in nome di Cristo, di non nuocere a più nessuno.
A questo punto, si compì il miracolo: il lupo si fermò. Chiuse le fauci e, non appena francesco glielo ordinò, diventò mansueto come un agnello. Quindi si accucciò ai piedi del santo.
Allora, san Francesco gli ricordò la gravità dei misfatti commessi, perché aveva ucciso anche gli uomini, immagine di Dio. Per questo si sarebbe meritato la forca. Tuttavia il santo manifestò la volontà di far pace e di voler perdonare tutti i misfatti, a condizione che il lupo desistesse dal comportamento tenuto fino ad allora, perché solo così che tutti avrebbero potuto vivere in pace. Il lupo con un atteggiamento di sottomissione accettò. In cambio san Francesco gli promise che lo avrebbe mantenuto e che non avrebbe più patito la fame. Il lupo promise che non avrebbe più nuociuto a nessuno e si inchinò davanti al santo, mansueto come un agnello. Infine, in segno di mantenimento della parola data, il lupo porse la zampa al santo che la strinse con la mano.

La morale predicata dal santo

L’episodio si diffuse ben presto ovunque e tutti si radunarono sulla piazza del paese. San Francesco ne approfittò per tenere una predica e spiegare la presenza di un lupo feroce. Per punire i peccati degli uomini, Dio permette che si verifichino calamità come la presenza di un animale feroce; tuttavia un lupo feroce può uccidere solo il corpo, mentre una pena più severa e duratura è costituita dalla bocca dell’inferno. A conclusione di questa riflessione, il santo invitò gli astanti a rientrare nelle loro case, a fare penitenza per cui Dio li avrebbe liberati ora dal lupo, ma in futuro anche dalle bocche dell’inferno. Successivamente, ricordò che l’animale aveva siglato un patto: l’animale sarebbe diventato mansueto e gli abitanti avrebbero provveduto a nutrirlo per sempre. Il popolo accettò gioioso e di nuovo il lupo porse la zampa al santo che la strinse con la sua mano.

Epilogo

Il lupo visse due anni a Gubbio, entrava e usciva tranquillamente dalle case senza molestare nessuno e tutti lo accoglievano e lo trattavano come un animale domestico. Quando mori, i cittadini provarono molto dolore e nel ricordarlo, ripensavano alle virtù di san Francesco.

Analisi

Il racconto ha senz’altro un intenzione favolistica. Il tema del lupo che si oppone all’agnello era una metafora molto diffusa nella cultura popolare del Medioevo; fra l’altro si può anche dire che era una preoccupazione primaria del mondo contadino, su cui si fondava tutta l’economia. Come tutte le favole, anche questa ha una morale che coincide con la predica di San Francesco: i contadini sono le vittime del lupo, ma l’intento del santo è di far sentire anche loro un po’ colpevoli. Infatti, per loro, la ferocia del lupo non è altro che una punizione divina per i peccati da essi commessi per cui devono temere più le fiamme dell’inferno che il lupo o comunque ogni altra sofferenza derivata dalla vita terrena. Questo perché le fiamme dell’inferno sono eterne, il lupo attacca solo il corpo e il peccato comporta la dannazione sia del corpo che dell’anima.

Uno scorcio della società feudale

Il lupo che si ammansisce è un miracolo che induce al bene che comporta il pentimento dei contadini ma anche una penitenza che consiste nell’obbligo di dar da mangiare al lupo. Pertanto alla promessa del lupo, addomesticato dalle sante parole di san Francesco, fa riscontro la promessa dei contadini di cui il santo fa da garante. Il lupo che si inginocchia, che inchina il capo e che tende la zampa verso il santo ricorda la dedizione totale del vassallo nei confronti del proprio signore. Ecco che allora, San Francesco appare come un signore feudale, che si adopera per mettere pace fra i suoi vassalli.

Identificazione del lupo col demonio

La figura del lupo evoca quella del demonio, grazie ad alcune espressioni come “…bocca della crudele bestia”. Esso è inviato da Dio per punire i peccati dei contadini per cui esso è un’anticipazione delle pene infernali, magari meno lievi, e da qui ad identificarlo con il demonio il passo è breve.

Interpretazione sociologica: aldilà del senso letterale

Dell’episodio, alcuni critici hanno anche fornito un’interpretazione sociologica Il lupo sarebbe un brigante o un signorotto locale che spadroneggiava nella zona, sottoponendo i contadini ad ogni sorta di angheria. San Francesco ricoprirebbe, quindi, il ruolo di giudice o di paciere, in sostituzione dell’autorità feudale.
Il lupo mansueto è assimilato ad un agnello. Gli agnelli, pere tradizione, rappresentato la mansuetudine e la condizione di vittima in cui i contadini si identificano facilmente, contrapponendosi, pertanto al pupo che rappresenta la violenza gratuita.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico e culturale dell'episodio del lupo di Gubbio?
  2. L'episodio fa parte dei Fioretti, un testo del XIII secolo, e riflette la società feudale e le preoccupazioni del mondo contadino, utilizzando la figura del lupo come metafora del male e della punizione divina.

  3. Come si svolge l'incontro tra San Francesco e il lupo?
  4. San Francesco affronta il lupo con compassione e autorità divina, lo benedice e lo chiama "fratello lupo", ordinandogli di non nuocere più. Il lupo si sottomette e diventa mansueto, accettando di vivere in pace con gli abitanti di Gubbio.

  5. Qual è la morale predicata da San Francesco dopo il miracolo?
  6. San Francesco spiega che le calamità, come la presenza del lupo, sono punizioni divine per i peccati umani. Invita gli abitanti a fare penitenza per essere liberati non solo dal lupo, ma anche dalle pene dell'inferno.

  7. Qual è il significato simbolico del lupo nella storia?
  8. Il lupo simboleggia il demonio e la violenza, rappresentando una punizione divina per i peccati. È anche visto come un brigante o signorotto locale, con San Francesco nel ruolo di paciere.

  9. Come viene interpretato sociologicamente l'episodio del lupo di Gubbio?
  10. Alcuni critici vedono il lupo come un simbolo di oppressione sociale, con San Francesco che agisce come giudice o paciere, sostituendo l'autorità feudale e promuovendo la pace tra i contadini e il lupo.

Domande e risposte

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