Concetti Chiave
- Il sonetto di Angiolieri si distingue per il carattere burlesco, riprendendo il genere provenzale del plazer con un elenco di desideri irrealizzabili e assurdi.
- Utilizza figure retoriche come l'anafora, l'adynaton e l'iperbole per costruire una serie di eventi impossibili, iniziando con elementi naturali e culminando con desideri terreni.
- Il sonetto segue un restringimento progressivo degli obiettivi, passando dall'annientamento dell'universo alla vita personale, con un focus sui genitori.
- Nell'ultima terzina, il poeta rivela la sua natura scherzosa e autoironica, dichiarando il desiderio di godere dei piaceri della vita, in contrasto con il tono iniziale.
- Le variazioni di ritmo e l'equilibrio tra metrica e sintassi dimostrano la maestria di Cecco, rendendo il componimento uno studio sui contrasti tra serietà e leggerezza.
Indice
Il Carattere Burlesco di Angiolieri
Questo sonetto è il più celebre di Angiolieri, del quale esprime il carattere burlesco. Il plazer era un genere della lirica provenzale, un componimento in cui si elencavano e descrivevano situazioni piacevoli. Cecco lo riprende, scrivendo un elenco di desideri, che però sono molto lontani da quelli sereni del modello cortese.
Figure Retoriche nel Componimento
Il componimento è basato sull’utilizzo di più figure retoriche: l’anafora, cioè la ripetizione a inizio verso di una o più parole; l’adynaton, che si basa sulla menzione di un evento irrealizzabile e assurdo e l’iperbole, figura dell’esagerazione. L’adynaton viene ripetuto quasi a ogni verso, infatti Cecco costruisce il sonetto su una serie di eventi impossibili, che vanno dal più grande al più piccolo e particolare: nella prima quartina immagina di potersi incarnare in 3 dei 4 elementi naturali (fuoco, aria e acqua) e poi in Dio, per poter annientare il mondo intero.
Progressione degli Obiettivi nel Sonetto
Nella seconda quartina scende in terra e si cala nei panni delle due massime autorità terrene, il papa, per poter mettere nei guai i cristiani e l’imperatore, per poter decapitare tutte le persone. Nella prima terzina si identifica con la vita e la morte, ma per agire solo su due persone, la madre e il padre. Quindi c’è una sorta di progressivo restringimento degli obiettivi: dall’universo ai genitori.
Il Proposito Anticortese di Cecco
Nell’ultima terzina, il poeta non immagina più di assumere identità impossibili, ma torna se stesso e dichiara quali sono le sue intenzioni: godere pienamente dei piaceri della vita, circondarsi di belle donne e lasciare agli altri le vecchie. E’ qui che risulta il suo proposito anticortese e antistilnovista, dal momento che l’immagine tradizionale delle donne giovani e leggiadre viene accompagnato da un verbo esplicito come torrei e dall’uso plurale dell’espressione che nega l’unicità ordinaria della donna amata. In questo sonetto, il poeta mostra il suo carattere impertinente e immorale, mostrandosi prima come un uomo violento, che non ha pietà per nessuno e vorrebbe annientare il mondo intero, per poi mostrarsi alla fine per quello che realmente è: un uomo scherzoso e autoironico. Nelle prime tre strofe sfoga il suo malanimo contro il mondo e appare come un uomo sfrontato e provocatore, crudele e spietato, ma è proprio in questi atteggiamenti che risalta il suo carattere giocoso e burlesco.
Tono e Ritmo del Sonetto
Il tono che veniva utilizzato nelle prime tre strofe, infuriato e apocalittico, crolla davanti a un obiettivo decisamente più scherzoso e insignificante.
La presenza dell’anafora conferisce al discorso un andamento scandito e martellante. Ci sono però alcune variazioni di ritmo, dati dal cambiamento del rapporto tra metrica e sintassi, che producono un effetto di rallentamento nel passaggio dalla prima alla seconda quartina e dalla prima e alla seconda terzina. Questo perfetto equilibrio dei ritmi ci fa capire quanto colto ed esperto fosse Cecco.
Domande da interrogazione
- Qual è il carattere principale del sonetto di Angiolieri?
- Quali figure retoriche sono utilizzate nel componimento?
- Come si sviluppa la progressione degli obiettivi nel sonetto?
- Qual è il proposito anticortese di Cecco nell'ultima terzina?
- Come varia il tono e il ritmo del sonetto?
Il sonetto di Angiolieri è caratterizzato da un tono burlesco, esprimendo desideri lontani dal modello cortese, con un approccio scherzoso e autoironico.
Il componimento utilizza figure retoriche come l'anafora, l'adynaton e l'iperbole, creando un effetto di esagerazione e impossibilità.
La progressione degli obiettivi nel sonetto va dall'universo ai genitori, restringendo gradualmente il focus dalle autorità terrene a figure personali.
Nell'ultima terzina, Cecco esprime il desiderio di godere dei piaceri della vita e circondarsi di belle donne, mostrando un atteggiamento anticortese e antistilnovista.
Il tono passa da infuriato e apocalittico a scherzoso e insignificante, con variazioni di ritmo che rallentano il passaggio tra le quartine e le terzine, dimostrando l'abilità di Cecco.