Concetti Chiave
- Nel Medioevo, il teatro romano si disgrega a causa della caduta dell'Impero e della condanna della Chiesa, che lo vedeva come osceno e distraente dalla spiritualità.
- La Chiesa associava il teatro al paganesimo e al diavolo, ritenendo gli attori simili a prostitute che distoglievano dagli insegnamenti religiosi.
- Nonostante la condanna, il teatro sopravvive attraverso forme popolari sacre, originate dai riti liturgici e pasquali, coinvolgendo anche i laici nella rappresentazione.
- Il teatro medievale non aveva edifici propri, poiché la Chiesa non voleva ufficializzare il ritorno di un'arte che aveva precedentemente osteggiato.
- Accanto al teatro sacro, esisteva il teatro popolare profano, legato a tradizioni pagane e rurali, spesso osteggiato dalla Chiesa per il suo legame con i giullari.
Indice
Declino del Teatro Romano
Nel Medioevo, la pratica e l’idea di teatro presente già nella civiltà romana si sfaldano per due motivi: la dissoluzione dell’Impero romano stesso e la condanna della Chiesa cattolica di ogni forma di rappresentazione.
Gli edifici teatrali sono ormai in uno stato di completo abbandono e questo è il simbolo della distruzione di un’idea e di un modo di intendere il teatro che un tempo aveva coinvolto l’intera società.
Condanna della Chiesa
La condanna della Chiesa cattolica colpisce l’idea di spettacolo in sé, poiché il teatro è visto come una pratica oscena che distoglie l’uomo dal raggiungimento della verità: l’autorità religiosa sostiene che gli attori, con i loro atti osceni e con il mettere in mostra il loro corpo, si comportano come delle prostitute, seducono gli spettatori e li distolgono dalla spiritualità interiore. Inoltre, il teatro ha una natura diabolica perché il diavolo si è comportato come un attore, quando camuffato da serpente, ha tentato Eva. Con la sua posizione, la Chiesa voleva anche recidere ogni legame che collegava il teatro con il culto delle divinità pagane.
Rinascita del Teatro Sacro
Nonostante questa potente opera di distruzione, nel Medioevo il teatro riesce a sopravvivere e, piano piano, riprende vita grazie a due vie: il teatro popolare sacro e il teatro popolare profano.
Il teatro popolare sacro trae le sue origini dalla liturgia e soprattutto da quella legata alla Pasqua. Infatti, inizialmente, il dialogo fra l’Angelo che custodisce il sepolcro di Gesù e le donne giunte alla tomba, viene recitato dal prete officiante e dai monaci benedettini all’interno del convento. Più tardi, la Chiesa cercherà di coinvolgere direttamente anche i fedeli per renderli più partecipi al rito ed illustrare meglio il significato di ciò che viene recitato. Col tempo, la drammatizzazione liturgica diventa sempre più complessa ed assume come temi i vari episodi della vita di Gesù Cristo, degli atti degli Apostoli e della vita dei Santi. Inoltre, l’organizzazione e gestione del dramma passa in mano ai laici; il teatro diventa, allora uno strumento di educazione dei fedeli per cui viene ripristinato dove in epoca precedente era stato, invece, condannato e bandito.
Teatro Senza Edifici
Da segnalare che, in questa epoca, in cui si procedeva al recupero del teatro, gli edifici teatrali mancavano del tutto e pertanto si tratta di “un teatro senza teatro”. Questo si spiega col fatto che non costruire edifici teatrali significava non riconoscere ciò che la Chiesa stava compiendo: la cultura cristiana si stava riappropriando di uno strumento che per molto tempo essa aveva ostacolato, ma non voleva rendere la cosa troppo evidente.
Teatro Profano e Giullari
Accanto al teatro popolare sacro esisteva anche un teatro popolare profano, legato a feste e culti pagani, collegati al mondo rurale e ai riti della fertilità. La figura tipica di questo filone era il giullare ed è proprio da questa matrice che avrà luogo il teatro moderno. Ovviamente la Chiesa condannava il teatro profano; significative, in tal senso, sono le raccomandazioni e gli ammonimenti impartiti ad alcuni sacerdoti affinché nei loro canti, prediche o preghiere non si comportassero come dei giullari. Dai documenti, infatti, risulta che Tommasuccio da Foligno ricorreva a forme di predicazione spettacolari, farcite da veri e propri numeri da saltimbanco.
Domande da interrogazione
- Quali sono le cause del declino del teatro romano nel Medioevo?
- Perché la Chiesa cattolica condannava il teatro?
- Come è rinato il teatro sacro nel Medioevo?
- Cosa si intende per "teatro senza edifici" nel contesto medievale?
- Qual era il ruolo dei giullari nel teatro profano medievale?
Il declino del teatro romano nel Medioevo è dovuto alla dissoluzione dell'Impero romano e alla condanna della Chiesa cattolica di ogni forma di rappresentazione teatrale.
La Chiesa cattolica condannava il teatro perché lo considerava una pratica oscena che distoglieva l'uomo dalla spiritualità e aveva legami con il culto delle divinità pagane.
Il teatro sacro è rinato nel Medioevo attraverso la liturgia, in particolare quella pasquale, con drammatizzazioni che coinvolgevano i fedeli e rappresentavano episodi della vita di Gesù e dei Santi.
"Teatro senza edifici" si riferisce al fatto che, durante il recupero del teatro nel Medioevo, non venivano costruiti edifici teatrali per non rendere evidente il riappropriarsi di uno strumento precedentemente ostacolato dalla Chiesa.
I giullari erano figure tipiche del teatro profano medievale, legato a feste e culti pagani, e rappresentavano una matrice da cui si sarebbe sviluppato il teatro moderno, nonostante la condanna della Chiesa.