Concetti Chiave
- Il sonetto, derivato dal provenzale "son", evidenzia l'intima connessione tra parole e musica fin dalle sue origini.
- Attribuito alla Scuola Siciliana e a Giacomo da Lentini nel Duecento, il sonetto si è evoluto nello Stilnovo.
- Consiste in quattordici endecasillabi divisi in due quartine e due terzine con schemi di rime fisse, come ABAB e ABBA.
- Dante Alighieri ha fornito un esempio di sonetto nelle sue opere, consolidando la forma poetica.
- Reso popolare da Petrarca, il sonetto è stato innovato dai poeti del Cinquecento e Seicento, con ulteriori evoluzioni nei secoli successivi.
Origini del Sonetto
Il nome “sonetto’ dal provenzale son (“melodia”, “suono”), sottolinea la stretta relazione fra parole e musica che caratterizza fin dalle sue origini questa forma metrica. La tradizione ne attribuisce l’invenzione, verso la metà del Duecento, a un poeta della Scuola Siciliana, Giacomo da Lentini, che avrebbe preso spunto dalla stanza di canzone.
Si tratta dunque di una forma d’origine colta che dai poeti siciliani passò allo Stilnovo.Struttura e Schema del Sonetto
Il sonetto è composto da quattordici endecasillabi, suddivisi in due quartine e due terzine, che presentano delle rime fisse: per le quartine io schema è a rima alternata (ABAB ABAB) e, a partire dallo Stilnovo, anche incrociata (ABBA ABBA); per le terzine lo schema è a tre rime replicate (CDE-CDE), a tre rime invertite (CDE-EDC), a due rime replicate (CDC-CDC) e a due rime alternate (CDC-DCD). Un esempio di sonetto è le Rime di Dante Alighieri.
Evoluzione del Sonetto nel Tempo
Considerato una forma metrica meno solenne rispetto alla canzone, il sonetto divenne con Francesco Petrarca (1304-1374) la forma più comune della lirica, ampiamente utilizzato soprattutto dai poeti del Cinquecento e Seicento, che vi apportarono numerose innovazioni formali. Nell’ottocento nuova vita gli conferisce la sperimentazione di Foscolo e nel Novecento quella di poeti come Saba, Caproni, Betocchi, Raboni.