Concetti Chiave
- Il Dolce Stilnovo rappresenta un'evoluzione poetica dalla scuola siciliana e siculo-toscana, con un focus sull'amore come virtù e mezzo per avvicinarsi a Dio attraverso la figura della donna angelicata.
- Il sonetto è una composizione poetica di 14 versi endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine, e si crede sia stato inventato da Jacopo da Lentini.
- La nuova poesia dello Stilnovo si differenzia dalla lirica provenzale e siciliana per il ruolo della donna e il concetto di nobiltà, non legata alla nascita ma alla predisposizione alla virtù.
- Il termine "gentile" nel contesto dello Stilnovo denota una nobiltà d'animo, una predisposizione a praticare la virtù e a raggiungere la perfezione spirituale.
- Guinizelli e Cavalcanti, entrambi poeti dello Stilnovo, offrono visioni contrastanti sull'amore: Guinizelli lo vede come elevazione e perfezione, mentre Cavalcanti lo descrive come una forza distruttiva e tormentosa.
Indice
- La morte di Federico II e la scuola siciliana
- Il sonetto e la sua struttura
- Origini e differenze del Dolce Stilnovo
- La donna angelicata e la nobiltà
- Stile e destinatari del Dolce Stilnovo
- Conciliazione tra amore e morale cristiana
- Guinizelli e la concezione dell'amore
- Cavalcanti e l'amore tormentato
La morte di Federico II e la scuola siciliana
È la morte di Federico II, avvenuta nel 1250.
Alla scuola siciliana succede prima la scuola siculo-toscana con Guittone d’Arezzo, ma soprattutto il dolce stilnovo
Essi sono
• Il tema dell’amore: l’amore corrisponde alla virtù e diventa quindi un mezzo per avvicinarsi a Dio; la donna fa da tramite fra l’uomo e Dio
• il tema della donne angelicata: la donna che non è un angelo (= metafora), ma si identifica con un angelo. Il poeta non loda la sua bellezza fisica, ma le sue virtù morali cioè la sua bellezza spirituale. A questo è collegato il tema della lode. Essa innalza, rende nobile, rende gentile non solo il poeta-amante ma anche tutti coloro che l'avvicinano.
• il tema della nobiltà: è nobile colui che è ha un animo gentile, cioè predisposto alla virtù e alla perfezione; per questo non si nasce nobili per stirpe. Il concetto è espresso da Guinizelli con verso “A cor gentil rempaira sempre amore”
Il sonetto e la sua struttura
Il sonetto è una composizione poetica di 14 versi,endecasillabi, cioè composti da 11 versi, divisi un due quartine e due terzine. Le rime delle quartine seguono lo schema ABAB mentre quelle delle terzine possono essere varie, ma lo schema più frequente è CD,C DCD. Pare che il sonetto sia stato inventato da Jacopo da Lentini ed in tale forma si è mantenuto fino nei tempi moderni.
Origini e differenze del Dolce Stilnovo
Il Dolce stilnovo nasce a Bologna prima e in Toscana poi, alla fine del XIII da un gruppo di giovani poeti, amici fra di loro. Essi propongono un nuovo tipo di poesia che si oppone alla poesia siculo toscana il cui principale esponente è Guittone d’Arezzo
Esso è composto da un gruppo di giovani poeti amici fra di loro: Guido Guinizelli, Guido Cavalcanti e Dante Alighieri. Il manifesto del nuovo modo di fare poesia è il famoso verso di Guinizelli “Al cor gentil rempaira sempre amore”: l’amore trova sempre un riparo , cioè una dimora, nel cuore, cioè predisposto alla virtù.
La donna angelicata e la nobiltà
La più grande differenza sta nel concetto della donna. Nello stil novo la donna ha il compito di elevare l’uomo verso la perfezione e verso Dio e quindi renderlo nobile. E’ la donna angelicata cioè è un angelo. Nella lirica provenzale e siciliana la donna era soltanto paragonata ad un angelo. Inoltre nella lirica provenzale fra l’amante e la donna esisteva una specie di vassallaggio di amore.
Un concetto nuovo è anche quello di nobiltà: non si è nobili per nascita o per sangue, ma perché si è predisposti a praticare la virtù
Molti temi sono ripresi dalla lirica cortese, ma trasformati perché non fanno più riferimento al modi comportamento (= etica) feudale che prevede la lealtà, la fedeltà e la sottomissione.
Stile e destinatari del Dolce Stilnovo
Lo stile è chiamato “dolce” perché i versi delle composizioni poetiche sono musicali e melodiosi e lo stile è semplice e scorrevole. Invece nella scuola siciliana la forma era molto elaborata.
I destinatari sono persone che sono capaci di apprezzare i sentimenti che il poeta esprime con la sua poesia e che quindi ha molta sensibilità.
Conciliazione tra amore e morale cristiana
Con il Dolce Stilnovo, si ha una conciliazione fra l'amore terreno, fisico e sensuale con la morale cristiana perché l'amore corrisponde alla virtù e quindi diventa un mezzo per avvicinarsi a Dio. La donna fa allora da tramite, da intermediario fra l'uomo e Dio. Tuttavia, a volte l'amore può generare nel poeta angoscia e dolore (cfr. Cavalcanti)
Nel dolce Stilnovo la donna appare sempre con un aspetto luminoso e di fronte a tanta bellezza coloro che la vedono restano muti e si pongono in un atteggiamento di riverenza. Poiché essa è un angelo, la donna fa da intermediario fra Dio e l’uomo per rendere nobile ed elevare quest’ultimo verso la perfezione. Il poeta la loda per le sue virtù morale e non per la bellezza fisica
Significa nobile d’animo, predisposto a praticare la virtù
Entrambi appartengono al dolce Stilnovo
Guinizelli e la concezione dell'amore
Per Guinizelli l’amore nasce sempre in un cuore nobile (= predisposto alla virtù), sensibile, capace di provare sentimenti profondi. L’amore e il cuore sono stati creati insieme e quindi inseparabili. La donna facendo innamorare l’uomo con la sua bellezza, fa acquistare gentilezza e nobiltà d’animo. Ciò che nobilita il cuore è l’amore vero,puro, l’amore eleva e perfezione l’anima. Guinizelli si distingue si distingue dai poeti della scuola siciliana per la sua concezione dell’amore nobile e della donna intesa come messaggera di Dio. Per Guinizelli, l’amore trova rifugio solo nell’uomo dall’animo nobile e questo avviene per una legge naturale
Cavalcanti e l'amore tormentato
Per Cavalcanti, l’amore è passione, tormento, sentimento che travolge la ragione e che non è controllabile., Di fronte alla donna, il poeta è sconvolto dalla sua bellezza. Nel sonetto “Voi che per gli occhi mi passaste ‘l core”, Cavalcanti canta un amore come forza distruttiva che generando dolore e angoscia, distrugge la vita di chi ama; Il poeta afferma che la sua vita prima dell’incontro con la donna e con l’amore era tranquilla, ora rimane solo il corpo perché dentro di sé egli è distrutto. Si parla di passione sensuale, una passione forte che danneggia l’uomo. Quindi, Cavalcanti vive l’amore in modo drammatico anche nei suoi sonetti si trova la lode per la donna amata Quindi per lui se l’ amore momentaneamente conduce l’uomo verso la salvezza e la beatitudine come in Dante, l’esperienza amorosa nel suo complesso viene considerata in modo pessimistico, perché ostacola il raggiungimento di Dio e della perfezione. L’amore produce a volte dolore e porta alla morte.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della morte di Federico II per la poesia italiana?
- Quali sono le caratteristiche principali del sonetto?
- Come si differenzia il Dolce Stilnovo dalla poesia siculo-toscana?
- Qual è il ruolo della donna nel Dolce Stilnovo?
- Come viene concepito l'amore da Guinizelli e Cavalcanti?
La morte di Federico II nel 1250 segna la fine della scuola siciliana e l'inizio della scuola siculo-toscana, che evolve nel Dolce Stilnovo, un movimento poetico innovativo.
Il sonetto è una composizione poetica di 14 versi endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine, con uno schema di rime ABAB per le quartine e variabile per le terzine, spesso CD, C DCD.
Il Dolce Stilnovo, nato a Bologna e in Toscana, propone una poesia che esalta la donna angelicata e la nobiltà d'animo, in contrasto con la poesia siculo-toscana di Guittone d’Arezzo, che era più legata a temi feudali.
Nel Dolce Stilnovo, la donna è vista come un angelo che eleva l'uomo verso la perfezione e Dio, rendendolo nobile attraverso le sue virtù morali, piuttosto che la bellezza fisica.
Guinizelli vede l'amore come un sentimento nobile che nasce in un cuore predisposto alla virtù, mentre Cavalcanti lo considera una forza tormentata e distruttiva che può ostacolare il raggiungimento della perfezione e di Dio.