Concetti Chiave
- I primi madrigali italiani risalgono al Trecento, composti da terzine e un distico a rima baciata o un verso isolato.
- I versi dei madrigali trecenteschi sono principalmente endecasillabi, come dimostrato nel Canzoniere di Petrarca.
- Nel Cinquecento, la struttura del madrigale evolve, prediligendo endecasillabi e settenari liberamente rimanti.
- Nonostante i cambiamenti, il madrigale del Cinquecento rimane un componimento breve, con un massimo di 12 versi.
- Un esempio di madrigale cinquecentesco si trova nelle Rime di Torquato Tasso, che esemplifica la nuova struttura.
Indice
Origini del Madrigale Italiano
I primi esempi di madrigale nella letteratura italiana risalgono al Trecento. Si tratta di un componimento breve, formato da due o tre terzine (strofe di tre versi), cui segue un distico (una coppia di versi) a rima baciata o un verso isolato. I versi sono per lo più endecasillabi.
Riportiamo un esempio tratto dal Canzoniere di Francesco Petrarca.
Esempio di Madrigale di Petrarca
I terzina: Nova angeletta sovra l’ale accorta
scese dal cielo in su la fresca riva
là ond’io passava sol per mio destino.
Il terzina: Poi che senza compagna e senza scorta
mi vide, un laccio che di seta ordiva,
tese fra l’erba ond’è verde il cammino.
distico: Allor fui preso; e non mi spiacque poi;
sì dolce lume uscia degli occhi suoi.
Evoluzione del Madrigale nel Cinquecento
A partire dal Cinquecento il madrigale conosce una nuova fortuna, ma la sua struttura muta profondamente: il madrigale cinquecentesco non presenta più la suddivisione in terzine e distici, ma si compone di endecasillabi e settenari (con prevalenza di questi ultimi) liberamente rimanti, Rimane tuttavia un componimento breve, che non supera la misura del sonetto (in genere non presenta più di 12 versi).
Riportiamo un esempio dalle Rime di Torquato Tasso.
Esempio di Madrigale di Tasso
Mentre, mia stella, miri
i bei celesti giri
il cielo esser vorrei
perché ne gli occhi miei
fiso tu rivolgessi
le tue dolci faville;
io vagheggiar potessi
mille bellezze tue, con luci mille.