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Concetti Chiave

  • Il Dolce Stil Novo, introdotto da Dante nel Purgatorio, nasce a Bologna con Guido Guinizzelli e si diffonde a Firenze con Dante, coinvolgendo anche Guido Cavalcanti e Cino da Pistoia.
  • Caratterizzato da un linguaggio semplice e dolce, il Dolce Stil Novo utilizza un registro lessicale medio e predilige vocaboli con suoni delicati, evitando quelli duri e aspri.
  • La novità dello stile è l'introspezione dell'amore, dove la felicità risiede nella lode della donna, senza necessità di reciprocità, elevando l'amore a un piano spirituale.
  • La donna diventa una figura angelicata, un intermediario tra l'uomo e Dio, che guida l'uomo verso un'elevazione spirituale e religiosa.
  • Nella poesia stilnovista, il concetto di "gentilezza" indica la nobiltà d'animo, fondamentale per l'elevazione spirituale, con un forte legame alla teologia e filosofia.

Indice

  1. Origini e diffusione del Dolce Stil Novo
  2. Caratteristiche stilistiche del Dolce Stil Novo
  3. Novità e introspezione nel Dolce Stil Novo
  4. Lode della donna e spiritualità
  5. Gentilezza e nobiltà d'animo
  6. Donna angelicata e funzione salvifica
  7. Influenze teologiche e filosofiche

Origini e diffusione del Dolce Stil Novo

È Dante a definire così il suo stile nel canto 24 del Purgatorio. Siamo negli ultimi decenni del XIII secolo (Dante nasce infatti nel 1266).

Nasce con Guido Guinizzelli a Bologna, ma poi si diffonderà con Dante a Firenze. Oltre a loro due gli altri principali esponenti sono Guido Cavalcanti e Cino da Pistoia. Inizialmente la lingua utilizzata è il dialetto Bolognese, poi si passa al volgare fiorentino (cioè una lingua diversa dal latino).

Caratteristiche stilistiche del Dolce Stil Novo

Lo stile viene definito dolce perché:

• Il tema principale è l’amore e la dolcezza è una delle caratteristiche delle poesie d’amore.

• Presenta uno stile, una costruzione sintattica limpida, lineare, piana, non complessa. Complesse sono però le tematiche e i contenuti.

• I vocaboli non sono né troppo raffinati né troppo immediati e colloquiali, ma il registro lessicale è medio.

• I suoni non sono duri o aspri (come nel trovar leu) ma neanche troppo sdolcinati.

• Si prediligono vocaboli trisillabici, piani (accento tonico sulla penultima) e senza suoni aspirati (h) e senza z o x, che sono suoni molto duri.

Novità e introspezione nel Dolce Stil Novo

Viene definito novo: la novità consiste in:

Dante capisce che la felicità d’amore non è la corresponsione da parte dell’amata, ma consiste solo nel lodare la donna. La felicità è solo nel lodare la donna in poesia, non è importante che questa ricambi. L’uomo le dedica poesie d’amore ed è questo a renderlo felice. Anche nella poesia provenzale la donna era irraggiungibile, ma c’era comunque la speranza che questa ricambiasse, qui invece si parte proprio dal presupposto che la felicità stia nella lode poetica.

• L’amore cessa di essere un rapporto a due, fra due persone che si amano reciprocamente, ma diventa pura introspezione. Il dolce stil novo si concentra sulla figura dell’uomo e sul suo intimo.

Non tutta la poesia di Dante presenta questi caratteri. All’inizio era più vicino ai poeti siciliani e trovadorici. La linea di demarcazione è data dalla canzone “donne ch’avete intelletto d’amore”. Essa segna la svolta con cui Dante passa all’estrema interiorizzazione: da qua in poi è una semplice contemplazione della donna, con la consapevolezza che questo porta uno slancio verso l’alto. A questo punto Dante rinnega tutta la sua poesia precedente, ancora incentrata sul rapporto a due, che seppur labile e artefatto era comunque un amore fra due persone.

Lode della donna e spiritualità

• La poesia si concentra sulla lode della donna come mezzo per arrivare a Dio. Per poetare non serve più un amore a due, ma la felicità si trova nella lode della donna, che proietta l’uomo in una dimensione più spirituale, più elevata, verso Dio. Beatrice è una donna angelicata, intermediario fra l’uomo e Dio. Generalmente ci si ispirava a donne reali, ma perdono la loro connotazione biografica e diventano qualcos’altro. La donna è vista come un angelo sceso in terra. Non è più una poesia d’amore ma una lode della donna per arrivare a Dio.

Paolo e Francesca vengono messi nell’inferno perché il loro è un amore passionale, non spirituale. In un certo senso Francesca aveva sedotto l’uomo non comportandosi come una donna angelica.

Gentilezza e nobiltà d'animo

• Uno dei temi più importanti è il concetto di “gentilezza”. Quale uomo può raffinarsi ed elevarsi spiritualmente attraverso la donna ? L’uomo gentile. Il termine “gentile” deriva dal latino e indicava a Roma i nobili delle gens. Qui invece si parla di nobiltà d’animo. Gli uomini gentili hanno una bontà spirituale, una predisposizione verso il bene e la virtù, indipendentemente dalla loro classe sociale. L’amore diventa il tramite necessario per un’elevazione spirituale, etica e religiosa ma è riservato solo agli uomini nobili d’animo. Guinizzelli (precursore del dolce stil novo) chiama questa nobiltà d’animo “cuore gentile” e dice che “l’amore si unisce solo al cuore gentile”.

Donna angelicata e funzione salvifica

• La donna perde le pochissime connotazioni fisiche che aveva. Prima era stereotipata, ora è una figura eterea, quasi incorporea immersa in un’atmosfera di spiritualità. Ella ha sull’uomo un effetto quasi miracoloso, lo indirizza verso il bene e solo con la sua presenza gli garantisce la salvezza dell’anima. Ha una funzione salvifica, diventa una mediatrice fra l’uomo e Dio. La donna porta un’elevazione spirituale. Viene detta donna angelicata. “Angelo” deriva infatti dalla parola greca “ánghelos” che voleva dire “messaggero”.

Influenze teologiche e filosofiche

• Siamo in un campo spirituale, teologico. Gli stilnovisti descrivono il rapporto d’amore con frasi, espressioni, elementi tipici della teologia. Ma non solo, usano anche elementi filosofici, soprattutto tratti dalla dottrina Aristotelica: “l’uomo in potenza può aspirare a Dio, ma è l’amore per la donna che trasforma la potenza in atto”. Potenzialmente un uomo si cuore gentile può arrivare a Dio, ma serve una donna per trasformare in atto questa potenzialità, a volte anche solo con la sua presenza. Questa idea avrà una grande ripercussione sulla Divina Commedia: è Beatrice, che rappresenta la grazia e la fede, che porta Dante di fronte a Dio. Non è più una poesia d’amore ma una poesia religiosa.

Attenzione: questa poesia presuppone che gli stilnovisti abbiano una profonda cultura teologica, filosofica e scientifica e infatti nasce a Bologna, dove c’era una profondità culturale forse anche eccessiva. Era una poesia impegnativa.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e la diffusione del Dolce Stil Novo?
  2. Il Dolce Stil Novo nasce con Guido Guinizzelli a Bologna negli ultimi decenni del XIII secolo e si diffonde a Firenze con Dante. Altri esponenti principali includono Guido Cavalcanti e Cino da Pistoia.

  3. Quali sono le caratteristiche stilistiche del Dolce Stil Novo?
  4. Lo stile è definito dolce per il tema principale dell'amore e per la costruzione sintattica limpida e lineare. Il registro lessicale è medio, con suoni non duri né sdolcinati, e si prediligono vocaboli trisillabici.

  5. In cosa consiste la novità e l'introspezione nel Dolce Stil Novo?
  6. La novità risiede nel fatto che la felicità d'amore non dipende dalla reciprocità, ma dalla lode della donna. L'amore diventa introspezione, concentrandosi sull'uomo e il suo intimo.

  7. Come viene rappresentata la donna nel Dolce Stil Novo?
  8. La donna è vista come un angelo, un intermediario tra l'uomo e Dio, perdendo le connotazioni fisiche e diventando una figura eterea con una funzione salvifica.

  9. Quali influenze teologiche e filosofiche sono presenti nel Dolce Stil Novo?
  10. Gli stilnovisti utilizzano elementi teologici e filosofici, in particolare dalla dottrina Aristotelica, per descrivere l'amore come un mezzo per l'elevazione spirituale, con la donna che trasforma la potenzialità dell'uomo in atto.

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