Concetti Chiave
- Guido Cavalcanti, rappresentante dello Stilnovismo, esplora l'amore come una forza distruttiva che disgrega l'io, evidenziato nel suo sonetto "Voi che per li occhi mi passaste 'l core".
- Nel sonetto di Cavalcanti, lo sguardo dell'amata causa smarrimento e angoscia, portando a una separazione tra cuore, mente e anima, con una struttura poetica che inizia e termina con il cuore trafitto.
- Cavalcanti utilizza un campo semantico di guerra e reificazione per rappresentare l'amore come una forza concreta e devastante.
- Cesare Pavese, con la poesia "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", riprende temi di amore distruttivo e morte, usando immagini e metafore simili a quelle di Cavalcanti.
- Entrambi gli autori enfatizzano l'effetto dello sguardo dell'amata e l'impossibilità di rinunciare a un amore che sanno essere devastante.
Indice
L'amore come forza distruttiva
Nel corso dei secoli l’amore non è sempre stato visto solo come fonte di felicità ma anche come una forza distruttiva che spesso è anche causa dell’annientamento del soggetto.
Guido Cavalcanti e lo Stilnovismo
Questo lo vediamo in Guido Cavalcanti, uno tra i maggiori rappresentanti dello Stilnovismo,ma unico nel suo tema: l’amore visto come forza distruttiva che provoca la disgregazione dell’io.
Nel sonetto “Voi che per li occhi mi passaste ‘l core” il poeta fiorentino descrive gli effetti del sentimento : tutto inizia con uno sguardo da parte dell’amata che arriva a provocare smarrimento e angoscia e che porta a una separazione tra “cuore “, “mente” e “anima” sconvolgendo i sensi . La struttura circolare presente nella poesia, infatti,apre il sonetto con il cuore trafitto e lo chiude con il cuore morto. Questa personificazione sottolinea la contraddizione psicologica del poeta che ama la donna ma allo stesso tempo questo sentimento lo distrugge. Il campo semantico è appunto quello guerra : “ passaste” ,”angosciosa”,”tagliando”, “dolore”, “disfatto”, “gittò”, “tremando”.
Cavalcanti inserisce anche la reificazione, secondo cui l’astratto viene considerato concreto.
Cesare Pavese e l'amore mortale
Questi elementi a distanza di secoli li ritroviamo in una poesia di un contemporaneo: Cesare Pavese,nato nelle Langhe Piemontesi nel 1908 e morto a Torino suicida nel 1950. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è la sua ultima poesia, dove ritroviamo gli effetti devastanti dell’amore che qui si presenta come un “vizio assurdo”, inoltre si ripete la tematica del dolore, della sofferenza, dell’equivalenza tra amore e morte con un nucleo di immagini e metafore ricorrenti. Nel lessico del campo semantico abbiamo “morte”, “insonne”, “sorda”, “silenzio”, “nulla”, “muti” .
Ciò che più accomuna i due autori è l’effetto dello sguardo dell’amata e il concetto che, pur sapendo quanto l’amore li devasta, non possono fare a meno di rinunciarvi.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione dell'amore secondo Guido Cavalcanti nello Stilnovismo?
- Come viene rappresentato l'amore nella poesia di Cesare Pavese "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi"?
- Quali elementi accomunano Guido Cavalcanti e Cesare Pavese nella loro rappresentazione dell'amore?
Guido Cavalcanti vede l'amore come una forza distruttiva che provoca la disgregazione dell'io, come descritto nel suo sonetto “Voi che per li occhi mi passaste ‘l core”.
Nella poesia di Cesare Pavese, l'amore è rappresentato come un "vizio assurdo" che porta dolore e sofferenza, con un forte legame tra amore e morte.
Entrambi gli autori condividono l'idea che lo sguardo dell'amata abbia effetti devastanti e che, nonostante la consapevolezza della distruzione causata dall'amore, non riescono a rinunciarvi.