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Confronto Dante Alighieri - Ariosto
Concezione della selva
Dante
È uno spazio «oscuro» in cui si ritrova il peccatore che ha smarrito il «lume» della ragione, un momento di travaglio spirituale
→ Indica la situazione peccaminosa, dominata dai sensi e dalle passioni, in cui si ritrova l’anima che ha perduto la «retta via»
→ Sebbene sia un luogo di perdizione, non si presenta dinanzi all’uomo la possibilità di scegliere la via da percorrere e non sono ammesse deviazioni; vi è una sola strada da seguire, quella prestabilita da Dio; su tutto domina la divina Provvidenza
Ariosto
→ Riflette la realtà storica in cui vive, cioè la situazione di disordine causata dalla corruzione della Chiesa e dall’indifferenza dell’Impero, e la conseguente confusione tra i due poteri, spirituale e temporale → Uno spazio intricato e complesso in cui si aggrovigliano infiniti sentieri
→ Campo ideale per l’agire della Fortuna che distoglie i personaggi dal raggiungere i loro obiettivi, facendoli ritornare continuamente sui loro passi
→ Si sviluppa su un piano orizzontale, terreno e distaccato dal trascendente, nel quale l’uomo ha la libertà di scegliere la via da percorrere
→ È immagine della realtà, un mondo labirintico e aggrovigliato, totalmente laico, in cui si mescolano un’infinità di strade tutte ugualmente giuste e percorribili
CONFRONTO DANTE-ARIOSTO
Concezione della selva
Dante Ariosto