Concetti Chiave
- Il passaggio dall'Umanesimo al Rinascimento coincide con un rinnovamento del pensiero, delle arti e della società, senza un preciso punto finale.
- Giorgio Vasari e gli illuministi consideravano il Rinascimento una "rinascita" rispetto al Medioevo, un'idea poi consolidata da Jacob Burckhardt nel XIX secolo.
- Oggi, il Rinascimento è visto come il risultato di una lunga transizione iniziata con l'Umanesimo, piuttosto che un evento improvviso.
- Le scoperte geografiche e la Riforma religiosa del Cinquecento portarono a una frammentazione culturale e a un confronto con "l'altro".
- Il culto umanistico della ragione si confronta con la relatività dei valori, mettendo in discussione la centralità dell'uomo nell'universo.
Transizione dall'Umanesimo al Rinascimento
Alle soglie dell’età moderna, che viene convenzionalmente fatta coincidere con la scoperta dell’America (1492), si consuma il complesso passaggio dall’Umanesimo a quello che si è soliti designare come Rinascimento maturo, a cui corrisponde un rinnovamento del pensiero, delle arti e della società. Per questa nuova fase non è semplice indicare, invece, un preciso punto finale: esso può genericamente essere collocato nel ventennio che separa due eventi fondamentali della storia del Cinquecento, cioè il sacco di Roma ad opera dei lanzichenecchi (1527) e l’apertura del Concilio di Trento (1545). Il concetto di “rinascita” rispetto al Medioevo è già presente nel Cinquecento grazie al pittore e teorico Giorgio Vasari, e sarà poi ripreso sempre con intento polemico nei confronti della civiltà medioevale dagli illuministi. Bisognerà attendere il pieno Ottocento perché compaia la parola “Rinascimento” a designare l’avvento di un’epoca di «ritorno alla vita» dopo i secoli oscuri del fanatismo e della superstizione, come scrisse lo storico svizzero Jacob Burckhardt . Oggi tale prospettiva è stata ampiamente rivista e si tende a considerare il Rinascimento come il risultato di una lunga fase di transizione e di preparazione del nuovo già avviata almeno dall’Umanesimo.
Rivoluzioni e scoperte del Cinquecento
Il trapasso dall’Umanesimo al Rinascimento avviene sotto la spinta dei grandi rivolgimenti, delle straordinarie scoperte e delle insanabili fratture che caratterizzarono il Cinquecento. I viaggi e le esplorazioni svelano l’esistenza, al di là del mare, di un mondo “altro” da quello conosciuto; la Riforma e la reazione della Chiesa di Roma producono la frammentazione del continente europeo, moltiplicando, anche all’interno degli orizzonti domestici, il numero degli “altri”. Il confronto con il diverso (i nuovi popoli, le altre culture, i credenti di altre fedi) diventa inevitabile: può assumere i caratteri dello scontro, ma può anche trasformarsi in veicolo di conoscenza di se stessi. Tutto questo, insieme alle profonde trasformazioni scientifiche ed economiche, inducono una vera “rivoluzione antropologica”, che diffonde una nuova visione del mondo. Il culto umanistico della ragione si scontra con la nuova consapevolezza della relatività dei valori, la centralità dell’uomo nell’universo è sottoposta a verifica ed entra in crisi il rapporto tra i modelli ideali – della cultura, della società e dell’uomo – e la realtà concreta
Domande da interrogazione
- Qual è il periodo di transizione tra l'Umanesimo e il Rinascimento?
- Quali sono le principali caratteristiche del Cinquecento che hanno influenzato il passaggio al Rinascimento?
- Come viene oggi considerato il Rinascimento rispetto al Medioevo?
La transizione dall'Umanesimo al Rinascimento avviene alle soglie dell'età moderna, convenzionalmente coincidente con la scoperta dell'America nel 1492, e si estende fino al ventennio tra il sacco di Roma (1527) e l'apertura del Concilio di Trento (1545).
Il Cinquecento è caratterizzato da grandi rivolgimenti, straordinarie scoperte e fratture insanabili, come i viaggi di esplorazione e la Riforma, che hanno portato a una frammentazione del continente europeo e a un confronto inevitabile con il diverso, inducendo una "rivoluzione antropologica".
Oggi, il Rinascimento è visto come il risultato di una lunga fase di transizione e preparazione iniziata già con l'Umanesimo, piuttosto che un semplice "ritorno alla vita" dopo i secoli oscuri del Medioevo, come inizialmente proposto da storici come Jacob Burckhardt.