Emanuele7998
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Concetti Chiave

  • Francesco Guicciardini nacque a Firenze nel 1483, proveniente da una famiglia ricca e influente, e studiò a Ferrara e Padova prima di tornare a Firenze per avviare una brillante carriera accademica e legale.
  • Nel 1506 sposò Maria Salviati, scelta che segnò l'inizio di una rapida ascesa pubblica, culminata con la nomina ad ambasciatore presso il re di Spagna, allargando così la sua influenza oltre l'ambito giuridico fiorentino.
  • Sostenitore dei Medici, Guicciardini consolidò la sua posizione politica con la nomina a governatore di Modena, Reggio e Parma, ma in seguito, con l'avvento della terza Repubblica, si ritirò nella sua villa.
  • Tra le sue opere minori, "Le Storie fiorentine" e "Discorsi politici" offrono un'analisi delle guerre e delle istituzioni fiorentine, mentre i "Ricordi" riflettono la sua disillusione verso le utopie politiche.
  • Nei "Ricordi", Guicciardini respinge visioni utopiche della realtà, ritenendole impraticabili, e l'opera, composta di 221 ricordi, è considerata una sintesi della sua esperienza diplomatica e politica.

Indice

  1. La giovinezza e carriera di Guicciardini
  2. Matrimonio e carriera pubblica
  3. Ritorno a Firenze e incarichi politici
  4. Ritiro e attività letteraria
  5. Critica alla visione utopica

La giovinezza e carriera di Guicciardini

Francesco Guicciardini nacque a Firenze nel 1483 da una ricca famiglia appartenente all’oligarchia cittadina. Soggiornò a Ferrara per due anni per poi proseguire i suoi studi a Padova. Rientrato a Firenze nel 1505, vi esercitò l’incarico di docente di diritto civile conseguendo il successo accademico nel medesimo anno ed avviando parallelamente la carriera dell’avvocatura.

Matrimonio e carriera pubblica

L’anno successivo, nel 1506, Francesco decide di sposare, pur contro la volontà del padre, Maria Salviati, ragazza appartenente ad una famiglia a stretto contatto con la vita politica dell’epoca. Come previsto da Guicciardini, fa seguito al matrimonio l’inizio di una carriera pubblica rapida e brillante con conseguente coronamento nell’incarico di ambasciatore presso il re di Spagna Ferdinando il Cattolico, che porta Guicciardini ad uscire dalla ristretta cerchia dell’ambiente giuridico fiorentino.

Ritorno a Firenze e incarichi politici

Nel 1513 torna a Firenze, dove erano rientrati i Medici, fortemente appoggiati dallo stesso Guicciardini per conseguire la tanto attesa elezione a governatore di Modena. Il ruolo di primo piano di quest’ultimo nella politica romana venne inoltre maggiormente consolidato con l’elezione, l’anno successivo, a governatore di Reggio e di Parma.

Ritiro e attività letteraria

Dieci anni dopo, con l’instaurazione della terza e ultima Repubblica, che non lo vide di buon occhio dati i suoi trascorsi Medicei, preferì rifugiarsi nella sua villa a Finocchietto, poco distante da Firenze. Trascorsi due anni decise di lasciare Firenze, ma solo per poco poiché vi ritornò con l’incarico di consigliere del granduca Mediceo, tonato lo stesso anno al comando della medesima città. Dopo alcuni anni lasciò definitivamente la sua città natale, per trascorrere i suoi ultimi anni nella sua villa ad Arcetri, dedicandosi all’attività letteraria; morì nel 1540.

- Le Storie fiorentine, nelle quali l’autore si preoccupa di indagare le cause di alcune guerre precedenti mettendo come personaggi principali i protagonisti delle due parti, Lorenzo de’ Medici e Girolamo Savonarola.

- Discorsi politici, nei quali Guicciardini valuta le forme istituzionali del governo cittadino.

- Il dialogo del reggimento di Firenze, nel quale egli immagina una discussione svoltasi dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, tra suo padre e Pier Capponi che si contrappongono al vecchio Bernardo del Nero il quale sostiene che la democrazia presenti più numerosi e gravi difetti della monarchia.

- Le considerazioni intorno ai “discorsi” del Machiavelli, attraverso i quali Guicciardini cerca di dimostrare che i suoi ragionamenti sono in realtà infondati ed arbitrari. La storia romana, secondo lui, non conserva alcun valore esemplare, dal momento che, nella storia, non ci sono leggi e modelli assoluti che permettono di comprendere e di valutare la realtà.

Critica alla visione utopica

La concezione della realtà e della storia che già si intravedeva nelle “Considerazioni” trova la sua verifica più significativa e convincente nei “Ricordi”, in cui si vede come Guicciardini respinga qualunque visione utopica della realtà. >. Tuttavia Guicciardini non disconosce la nobiltà di tali ideali, è la loro inattuabilità pratica che lo porta a considerarli “cose non ragionevoli”. I Ricordi accompagnano vari periodi dell’attività di Guicciardini diplomatico e uomo politico, nutrendosi di questa lunga e complessa esperienza. La prima vera redazione dell’opera è anteriore al 1525, mentre ne vediamo una successiva operata circa tre anni dopo, verso il 1528, per poi arrivare alla stesura definitiva nel 1530 con la bellezza di ben 221 ricordi.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono i primi passi della carriera di Francesco Guicciardini?
  2. Francesco Guicciardini iniziò la sua carriera come docente di diritto civile a Firenze nel 1505, avviando parallelamente la carriera dell’avvocatura.

  3. Come influenzò il matrimonio di Guicciardini la sua carriera pubblica?
  4. Il matrimonio con Maria Salviati nel 1506, appartenente a una famiglia influente, segnò l'inizio di una rapida carriera pubblica culminata con l'incarico di ambasciatore presso il re di Spagna.

  5. Quali furono gli incarichi politici di Guicciardini al suo ritorno a Firenze?
  6. Al suo ritorno a Firenze nel 1513, Guicciardini fu eletto governatore di Modena, Reggio e Parma, consolidando il suo ruolo nella politica romana.

  7. In che modo Guicciardini si dedicò all'attività letteraria dopo il ritiro dalla politica?
  8. Dopo il ritiro, Guicciardini si dedicò all'attività letteraria nella sua villa ad Arcetri, scrivendo opere come "Le Storie fiorentine" e "Discorsi politici".

  9. Qual è la critica di Guicciardini alla visione utopica della realtà?
  10. Guicciardini respinge la visione utopica della realtà, considerandola inattuabile nella pratica, come espresso nei suoi "Ricordi", dove sottolinea l'assenza di leggi e modelli assoluti nella storia.

Domande e risposte

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