Concetti Chiave
- Francesco Guicciardini, nato a Firenze nel 1483, apparteneva a una famiglia aristocratica e ricoprì importanti incarichi diplomatici e politici fino al sacco di Roma del 1527.
- Nel suo lavoro "Le considerazioni sui discorsi sulla prima deca di Tito Livio di Machiavelli", Guicciardini contesta l'idea di Machiavelli che l'unità d'Italia fosse necessaria, vedendo invece la diversità degli stati come una ricchezza.
- "La storia d'Italia" è il capolavoro di Guicciardini, un'opera storiografica critica che copre il periodo dal 1494 al 1534, inserendo eventi italiani nel contesto europeo e criticando l'idea che la storia possa insegnare qualcosa.
- La raccolta "Ricordi" di Guicciardini è composta da 221 aforismi scritti in fiorentino parlato, contenenti riflessioni filosofiche che riflettono una visione del mondo dominata da caos e fortuna.
- Pur contemporaneo di Machiavelli, Guicciardini è spesso visto in una luce meno positiva, a causa della sua visione del "particulare", che incoraggia le persone a dare senso alla propria vita piuttosto che perseguire il bene comune.
Indice
Origini e carriera diplomatica
Nasce a Firenze nel 1483 da una famiglia illustre e aristocratica e per questo anche durante il governo di Soderini, egli può studiare e ricevere un incarico diplomatico verso la corte spagnola. Quando ritorna, i medici erano tornati a Firenze e Guicciardini aveva sposato una donna appartenente ad una famiglia amica dei medici. Dal 1512 al 1527 riceve molti incarichi prestigiosi per i quali è molto impegnato. La sua fortuna politica termina nel 1527 a causa del sacco di Roma perché aveva propugnato (=favorito) la formazione di una lega (Lega di Cognac) contro gli spagnoli e i tedeschi. Successivamente ebbe solo dei piccoli incarico di poco conto. Negli ultimi anni della sua vita, fino alla sua morte nel 1540, si dedica alla stesura di alcune opere:
- “Le considerazioni sui discorsi sulla prima deca di Tito Livio di Machiavelli”: non si trova d’accordo con le considerazioni di Machiavelli. È importante il passo in cui Guicciardini contesta le critiche che fa Machiavelli alla chiesa per impedire l’unione d’Italia. Guicciardini afferma che Machiavelli non ha ragione a condannare la mancanza dell’unità d’Italia perché la presenza di tanti stati è una ricchezza per Guicciardini e non una debolezza (Machiavelli riteneva l’Italia debole).
- “La storia d’Italia”: è il suo capolavoro e si tratta di un’opera in 20 libri scritti nel fiorentino di Boccaccio in cui Guicciardini, dopo una premessa che riguarda la morte di Lorenzo de Medici, analizza gli avvenimenti accaduti dal 1494 (arrivo di Carlo VIII) al 1534 (morte di Clemente VII). Si occupa di storia a lui contemporanea e di avvenimenti a cui aveva assistito in prima persona e in cui era stato anche protagonista a volte (analizzava anche molti documenti che spesso aveva ridetto lui stesso). Tiene presente gli storici latini e infatti sono molto importanti i ritratti e i discorsi (spesso scene di tragedia). Ha presente la storiografia antica ma scrive un’opera in modo critico e appartenente alla storiografia moderna. Guicciardini è convinto che la storia non insegni nulla e contesta la frase di Cicerone “la storia è maestra della vita”. Ha una visione molto pessimistica perché non crede che i problemi si possano risolvere e tutto è in mano alla fortuna (lo spazio di azione dell’uomo è nullo). Si impegna comunque in politica perché essendo ambizioso voleva dare un senso alla sua vita, senza cambiare il corso degli eventi. Scrive quest’opera storica perché è caratteristica e compito dell’uomo cercare di capire ciò che capita all’umanità, anche senza sperare di poter volgere le cose al meglio. Inserisce la storia d’Italia nel contesto europeo perché gli è chiaro che ciò che era accaduto in Italia era collegato a ciò che stavano facendo le grandi potenze europee.
- “Ricordi”: lavora a quest’opera in varie fasi della sua vita e alla fine l’opera comprende 221 ricordi (=insegnamenti) scritti nel fiorentino parlato. Venne scritta inizialmente solo per amici e familiari, senza dover poi essere pubblicata. Risulta interessante perché i ricordi da cui è costituita sono degli aforismi, ossia delle breve riflessioni filosofiche (genere poco praticato nella letteratura italiana). L’opera non ha un’organicità e comprende testi staccati tra loro e talvolta in contraddizione (nella sua visione dominano il caos e la fortuna e la coerenza è solo un desidero degli uomini).
Tratta riflessioni separate e distaccate ma che sono raggruppabili in gruppi: ad esempio “l’eccezione e la regola” (ricordi 6, 10, 110, 117, 186, 187).
Critica a Machiavelli
Capolavoro storico
Riflessioni filosofiche
Confronto con Machiavelli
Pur essendo contemporaneo di Machiavelli, gli viene attribuita meno importanza perché spesso venne considerato un esempio dei peggiori vizi italiani. Disse che l’uomo, non potendo fare nulla che incida sulla realtà, deve pensare al proprio particulare (interpretata come se ognuno dovesse pensare solo ai propri interessi). Machiavelli invece pensava al bene dell’Italia e al suo futuro da stato forte. Guicciardini non parla del proprio interesse ma parla del fatto che ognuno debba impegnarsi a dare un senso alla propria vita (il particulare di Guicciardini viene interpretato male come era successo con Machiavelli).
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e la carriera diplomatica di Guicciardini?
- Come critica Guicciardini le idee di Machiavelli?
- Qual è il capolavoro storico di Guicciardini e di cosa tratta?
- Cosa caratterizza le "Riflessioni filosofiche" di Guicciardini?
- In che modo Guicciardini viene confrontato con Machiavelli?
Guicciardini nacque a Firenze nel 1483 in una famiglia aristocratica e ricevette un incarico diplomatico alla corte spagnola. Dal 1512 al 1527, ricoprì molti incarichi prestigiosi, ma la sua carriera politica terminò nel 1527 dopo il sacco di Roma.
Guicciardini non concorda con Machiavelli, specialmente riguardo alla critica della chiesa per l'assenza di unità in Italia. Egli vede la presenza di molti stati come una ricchezza, contrariamente alla visione di debolezza di Machiavelli.
Il capolavoro storico di Guicciardini è "La storia d’Italia", un'opera in 20 libri che analizza gli eventi dal 1494 al 1534. L'opera è scritta in modo critico e moderno, inserendo la storia d'Italia nel contesto europeo.
Le "Riflessioni filosofiche" di Guicciardini, contenute nei "Ricordi", sono aforismi scritti nel fiorentino parlato. L'opera è composta da riflessioni separate e talvolta contraddittorie, evidenziando il caos e la fortuna nella visione di Guicciardini.
Guicciardini è spesso considerato meno importante di Machiavelli e visto come un esempio dei peggiori vizi italiani. A differenza di Machiavelli, che pensava al bene dell'Italia, Guicciardini credeva che l'uomo dovesse dare un senso alla propria vita, interpretato erroneamente come egoismo.