Concetti Chiave
- Il Galateo insegna a mantenere un equilibrio tra esprimere se stessi e rispettare le attese degli altri durante una conversazione.
- Bisogna evitare di interrompere gli altri per eccessivo desiderio di parlare o completare le loro frasi.
- È importante non criticare il racconto altrui, anche se contiene piccole inesattezze, e mostrare attenzione a chi parla.
- Lo stile del Galateo utilizza un linguaggio colloquiale e riferimenti quotidiani per rendere il testo accessibile e piacevole.
- L'anziano precettore intende insegnare al giovane come condurre conversazioni animate e rispettose delle norme di cortesia.
Indice
Le buone regole della conversazione
In questo capitolo l’anziano protagonista del Galateo impartisce al suo giovane ascoltatore alcuni equilibrati insegnamenti sulla condotta da tenere quando si parla con qualcuno. Ogni persona educata dovrebbe saper condurre una conversazione raffinata, interessante e piacevole; ma prima di tutto, nel conversare, bisogna osservare una giusta misura tra il desiderio di esprimersi e il rispetto per la volontà o le attese degli altri.Parafrasi
rr. 1-8 Sono poi numerosi quelli che non sanno frenarsi dal parlare (restar di dire) e, come una nave spinta dal primo vento non si ferma per il [semplice] fatto che è stata calata la vela, così costoro proseguono (scorrono) trasportati dall’impeto [di voler parlare] e, anche se hanno esaurito gli argomenti (mancata la materia) del loro ragionamento, non per questo si fermano, ma anzi o ripetono le cose già dette o chiacchierano (favellano) a vuoto. E alcuni altri provano un desiderio così eccessivo (ingordigia) di parlare, che non permettono agli altri di dire nulla; e, come noi vediamo talvolta sulle aie dei contadini un pollo strappare (tòrre) la spiga dal becco di un altro [pollo], così essi rubano (cavano) dalla bocca i discorsi di chi li aveva cominciati, e proseguono loro. Di sicuro questi (eglino) fanno venire voglia agli altri di litigare con loro […]. rr. 9-12 Così, dunque, come sono spiacevoli e vanno evitati (debbonsi fuggire) questi modi, e molti altri simili a questi, che tendono a impedire la voglia e il desiderio (appetito) degli altri, magari solo (ancora) per voglia di scherzare o di prendere in giro (per ciancia), così nel parlare il desiderio degli altri va agevolato, non ostacolato. rr. 13-17 Per questo motivo, se uno si sarà preparato (in assetto) per raccontare un fatto, non sta bene rovinarglielo o dire che tu lo conosci di già; oppure, se lui si inoltrerà nel racconto infarcendolo di qualche piccola bugia, non gliela si deve rimproverare, né a parole, né con i gesti (atti) come scuotere (crollando) la testa o girare gli occhi, come molti sono soliti fare […]. rr. 18-23 Anche l’interrompere le parole in bocca a un altro è un comportamento (costume) fastidioso (noioso) e spiacevole, non diversamente da quando uno ha l’impulso di (è mosso a) correre e un altro lo trattiene. Neppure è opportuno (si conviene), quando uno parla, fare in modo che chi lo ascolta lo trascuri o lo pianti in asso […]. E si deve (vuolsi) prestare attenzione a uno che parla, se (acciocché) non vuoi interromperlo a ogni momento (tratto tratto) con – Eh? – o – Come? –, vizio (vezzo) tipico di molti; questa è una cosa non meno sgradevole, per chi sta parlando, dell’inciampare (intoppare) in una pietra per chi sta camminando. rr. 24-25 Devono essere evitati (si vuol fuggire) tutti questi modi, e in linea generale tutto ciò che può ostacolare (ritenere) e interrompere il discorso (attraversare al corso delle parole) di colui che sta parlando (che ragiona).Le raccomandazioni per l’interlocutore
Il passo letto contiene norme pratiche e raccomandazioni sulle forme di cortesia che ogni persona educata deve rispettare, secondo Della Casa, nei confronti degli altri. Oggetto specifico del capitolo XXIV sono le buone regole della conversazione: bisogna – dice l’autore – consentire anche agli altri di parlare senza farsi trasportare dall’«impeto» di continuare il proprio discorso; non interrompere chi sta discorrendo, per «ingordigia» di parlare al suo posto; non negare all’interlocutore il piacere di narrare, neppure se sembra di riconoscere nelle sue parole qualche «bugiuzza»; evitare di criticare i contenuti del discorso altrui; non mostrare noia e non distogliere lo sguardo da chi parla; infine, sottrarsi alla tentazione di completare le frasi dell’altro.L’equilibrio stilistico
Questi consigli sono esemplificati con riferimenti alla vita quotidiana e con un linguaggio talora vicino al parlato: si veda per esempio la similitudine «come noi veggiamo talvolta su per l’aie de’ contadini l’uno pollo tòrre la spica di becco dall’altro »; ma anche termini quali «ciancia» o «bugiuzza» o ancora espressioni come «intoppare ne’ sassi». Questo tono colloquiale non è frequente nella prosa del Cinquecento; esso viene però mitigato e corretto da quell’ideale di civile conversazione, animata e interessante, che l’anziano precettore vuole insegnare al suo giovane ascoltatore. Tale equilibrio stilistico rende gradevole, ancora oggi, la lettura del Galateo.Domande da interrogazione
- Quali sono le buone regole della conversazione secondo il Galateo?
- Cosa si consiglia di fare se qualcuno racconta una storia con piccole bugie?
- Qual è l'atteggiamento da evitare durante una conversazione?
- Come viene descritto lo stile del Galateo?
- Qual è l'obiettivo dell'anziano precettore nel Galateo?
Le buone regole includono mantenere un equilibrio tra esprimersi e rispettare gli altri, evitare di interrompere, non criticare il discorso altrui e non mostrare noia.
Non si deve rimproverare né a parole né con gesti, come scuotere la testa o girare gli occhi.
Bisogna evitare di interrompere, di mostrare noia, di distogliere lo sguardo e di completare le frasi dell'altro.
Lo stile è colloquiale, con riferimenti alla vita quotidiana e un linguaggio vicino al parlato, ma equilibrato da un ideale di conversazione civile.
L'obiettivo è insegnare al giovane ascoltatore come condurre una conversazione animata e interessante, rispettando le regole di cortesia.