Concetti Chiave
- Pietro Bembo fu una figura centrale del Rinascimento, contribuendo al petrarchismo e alla codificazione della lingua letteraria italiana.
- Originario di una famiglia nobile veneziana, studiò umanistica e greco, collaborando con Aldo Manuzio per pubblicare opere importanti come De Aetna e gli Asolani.
- Bembo intraprese la carriera ecclesiastica per motivi economici, ricoprendo ruoli rilevanti come segretario di Leone X e sviluppando una polemica sull'imitazione di Cicerone.
- Le Prose della Volgar Lingua di Bembo propongono il toscano di Dante, Boccaccio e Petrarca come standard per la lingua letteraria italiana, influenzando autori come Ariosto.
- Nel suo trattato, Bembo stabilisce regole grammaticali per superare l'ibridismo linguistico, promuovendo un classicismo del volgare che diventa dominante nella letteratura italiana.
Crin d’oro crespo e d’ambra tersa e pura,
ch'a l'aura su la neve ondeggi e vole,
occhi soavi e più chiari che 'l sole,
da far giorno seren la notte oscura,
riso, ch'acqueta ogni aspra pena e dura,
rubini e perle, ond'escono parole
sì dolci, ch'altro ben l'alma non vòle,
man d'avorio, che i cor distringe e fura,
cantar, che sembra d'armonia divina,
senno maturo a la più verde etade,
leggiadria non veduta unqua fra noi,
giunta a somma beltà somma onestade,
fur l'esca del mio foco, e sono in voi
grazie, ch'a poche il ciel largo destina
Indice
Pietro Bembo e il Rinascimento
Pietro Bembo (1470-1547) fu una delle figure salienti del periodo rinascimentale; egli pose le basi del petrarchismo e diede un contributo decisivo alla codificazione della lingua letteraria italiana.
Formazione e Opere Iniziali
Nato in una ricca famiglia del patriziato veneziano, ebbe una formazione umanistica completa e studiò il greco a Messina.
Ritornato a Venezia, collaborò con il grande stampatore Aldo Manuzio presso il quale pubblicò il suo primo testo: una breve prosa latina intitolata De Aetna (1496). Nel 1501, sempre per Manuzio, curò un'edizione delle rime del Petrarca e una della Commedia dantesca (1502). Tra il 1497 e il 1499 fu alla corte ferrarese, dove approfondì gli studi filosofici. Nel 1505, presso Manuzio, stampò gli Asolani, dialoghi in 3 libri in cui si alternano poesia e prose. Tipico prodotto della letteratura cortigiana d'influsso neoplatonico, gli Asolani trattano dell'esperienza amorosa. La novità dell'opera consiste nel fatto che il tema dell'amore è sviluppato non più solo nella canonica forma poetica, ma anche in quella prosastica. Le rime presenti si segnalano per uno stile petrarchesco assai rigoroso.Carriera Ecclesiastica e Opere
Nel 1506 Bembo si trasferì da Venezia a Urbino, presso la corte dei Montefeltro, e abbracciò la carriera ecclesiastica per esigenze economiche. Al periodo urbinate, durato sei anni, appartengono le Stanze, 50 ottave di stile petrarchesco recitate a corte nel 1507. Nel 1512, a Roma, divenne segretario di Leone X; appartiene a questo periodo la polemica con l'umanista Giovan Francesco Pico e la conseguente stesura del trattato De imitatione, in cui si sosteneva la necessità per la prosa di imitare un solo scrittore: Cicerone. Nel 1522 Bembo si stabilì a Padova, città in cui progettò e ultimò le Prose della volgar lingua (1525), un trattato in 3 libri che, in forma di dialogo, svolge il tema della lingua e della letteratura in volgare. Divenuto ormai celebre, nel 1530 pubblicò le Rime, che costituivano l'applicazione dei suoi precetti linguistici in campo poetico. In quello stesso anno fu nominato storiografo e bibliotecario della Repubblica di Venezia, per la quale redasse una Historia veneta. Nel 1539 il papa Paolo III lo nominò cardinale. Raccolse inoltre le proprie lettere in un Epistolario, anch'esso pubblicato dopo la sua morte avvenuta a Roma.
Prose della Volgar Lingua
Stabilita la necessità di usare il volgare come lingua letteraria, nel primo libro delle Prose della volgar lingua Bembo sostiene il recupero del toscano di Dante, e soprattutto di Boccaccio e di Petrarca, come lingua letteraria nazionale, in opposizione a chi proponeva l'uso della lingua delle corti (per esempio, B. Castiglione) o quello del fiorentino contemporaneo. Nel secondo libro, riferendosi specificamente alla poesia del Petrarca, Bembo individua in Petrarca il modello di perfezione stilistica, metrica e retorica da imitare per i versi. Nel terzo libro egli detta le regole grammaticali della lingua volgare unitaria, ricavandole dai testi dei tre grandi scrittori del Trecento. In questa maniera Bembo delinea un "classicismo del volgare" (una lingua fondata sulla "gravità" e la "piacevolezza") in grado di superare in modo unitario l'ibridismo linguistico e stilistico dei vari volgari italiani scritti. La sua soluzione riuscì a imporsi nella società letteraria italiana: Ariosto, per esempio, modificò la lingua del Furioso e molti altri scrittori si adeguarono alle norme e alle regole codificate da Bembo.
Domande da interrogazione
- Chi era Pietro Bembo e quale fu il suo contributo al Rinascimento?
- Quali furono le opere iniziali di Pietro Bembo e come influenzarono la letteratura?
- In che modo Pietro Bembo contribuì alla carriera ecclesiastica e quali opere produsse in questo periodo?
- Qual è l'importanza delle "Prose della volgar lingua" di Bembo?
- Come influenzò Pietro Bembo la società letteraria italiana?
Pietro Bembo fu una figura chiave del Rinascimento, noto per aver posto le basi del petrarchismo e per il suo contributo alla codificazione della lingua letteraria italiana.
Tra le opere iniziali di Bembo ci sono "De Aetna" e "Asolani", che introdussero l'uso della prosa per trattare temi amorosi, influenzando la letteratura cortigiana con uno stile petrarchesco rigoroso.
Bembo abbracciò la carriera ecclesiastica per motivi economici, diventando segretario di Leone X e producendo opere come "De imitatione" e "Prose della volgar lingua", che trattano della lingua e della letteratura in volgare.
Le "Prose della volgar lingua" stabilirono il toscano di Dante, Boccaccio e Petrarca come lingua letteraria nazionale, proponendo un "classicismo del volgare" che superò l'ibridismo linguistico dei vari volgari italiani.
Bembo influenzò la società letteraria italiana imponendo le sue norme linguistiche, che furono adottate da scrittori come Ariosto, modificando la lingua del "Furioso" e uniformando lo stile letterario italiano.