Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Bernardo Cappello, poeta del Cinquecento, è noto per imitare lo stile petrarchesco, esprimendo un sentimento personale della natura.
  • Nella prima quartina, il poeta riflette sulla solitudine e la quiete che gli permettono di esprimere la sua sofferenza interiore.
  • La seconda quartina si rivolge alla natura, che diventa confidente dei segreti del poeta, attraverso metafore di colli e arie.
  • Nelle terzine, il poeta umanizza un ruscello, chiedendogli di accogliere le sue lacrime, simbolo di compassione e bellezza.
  • Il sonetto di Cappello si distingue per la capacità di esprimere emozioni personali, pur seguendo il rigido modello petrarchesco.

Indice

  1. Bernardo Cappello e il Petrarchismo
  2. Il Sonetto e la Solitudine
  3. La Natura come Confidente

Bernardo Cappello e il Petrarchismo

Bernardo Cappello è un poeta minore del Cinquecento. Nato da una nobile famiglia veneziana, fu un devono amico e discepolo di Pietro Bembo che conobbe durante il suo corso universitario a Padova. Con la sua poesia, egli si dimostra un seguace della poesia del Petrarca anche se spesso non mancano degli accenti più personali.

Nel XVI secolo, l’imitazione del Petrarca era un fatto di costume: tutti i letterati, nelle più svariate ricorrenze o occasioni , non mancavano di comporre soprattutto sonetti alla maniera petrarchesca. Questo succedeva perché si trattava di un ottimo modello in grado di dare al volgare la stessa dignità letteraria del latino. Inoltre il modello petrarchesco appariva come il mezzo più adatto per diffondere la concezione dell’amore platonico e dell’umanesimo cristiano; sul piano stilistico era il modello più adeguato per realizzare ideale rinascimentale di armonia e di equilibrio. Tuttavia, non tutti i lirici cinquecenteschi riescono a produrre opere originali e raramente nelle strutture e nel linguaggio petrarchesco troviamo l’esperienza e l’umanità del poeta imitatore. Il sonetto di Bernardo Cappello, pur imitando in modo quasi pedissequo il modello, riesce ad esprimere un sentimento della natura ed una vena elegiaca con accenti assai personali.

Il Sonetto e la Solitudine

Il sonetto si compone di una prima quartina di carattere riflessivo: il poeta considera la solitudine e la quiete che l’ambiente circostante gli offre e l’opportunità di esprimere compiutamente la propria sofferenza. [Questi sono i luoghi solitari e tranquilli, in cui nell’appagare, almeno in parte i miei desideri, posso sfogare le mie sofferenze che altrove, per ovvi motivi, non posso manifestare]. Tuttavia, le cause del suo dolore non vengono esplicitate, nemmeno nel corso del sonetto e vengono descritte soltanto con l’espressione “gli alti miei segreti”.

La Natura come Confidente

Con la seconda quartina, il registro linguistico da riflessivo si fa allocutivo. Infatti, il poeta si rivolge direttamente alla natura che lo circonda, i cui elementi diventano i componenti di un luogo idealizzato e piacevole, caratteristico della tradizione classica, e che sembra, in fin dei conti, il motivo ispiratore del sonetto. La natura ricopre il ruolo di confidente.[Voi dunque, o colli illuminati dal sole, piacevoli e fonte di gioia, adornati di zaffiri e di smeraldi -si tratta di una metafora per designare l’erba e i fiori attraverso il colore delle due pietre preziose, il verde e il blu – o voi, dolci arie, fedeli compagne dei miei sospiri amorosi, udite i miei più profondi segreti.]

Quindi, si rivolge ad un ruscello che con le sue acque bagna i fiori e l’erba e scorre serenamente pieno di bellezza, augurandogli che il cielo lo possa accompagnare così limpido fino al mare. Il corso d’acqua è quasi umanizzato, poiché il poeta gli chiede di accogliere le sue lacrime, se esso dimostra di avere un po’ di compassione nei suoi confronti. [E tu, o ruscello che dolcemente bagni i prati e i fiori con il tuo corso leggiadro, se ti sarà permesso dal cielo di arrivare al mare così limpido, e se in te provi un poco di compassione nei miei confronti, allora ti chiedo di accogliere nel tuo grembo le lacrime che sto versando].

Domande da interrogazione

  1. Chi era Bernardo Cappello e quale era il suo legame con il Petrarchismo?
  2. Bernardo Cappello era un poeta minore del Cinquecento, amico e discepolo di Pietro Bembo. Seguiva la tradizione del Petrarchismo, imitando il modello di Petrarca per dare dignità letteraria al volgare e diffondere l'amore platonico e l'umanesimo cristiano.

  3. Qual è il tema principale del sonetto di Bernardo Cappello?
  4. Il tema principale del sonetto è la solitudine e la quiete che permettono al poeta di esprimere la propria sofferenza, anche se le cause del suo dolore rimangono segrete.

  5. Come viene rappresentata la natura nel sonetto di Cappello?
  6. La natura è rappresentata come un confidente ideale e piacevole, con elementi come colli illuminati dal sole e ruscelli che ascoltano i segreti del poeta, creando un ambiente armonioso e classico.

  7. Qual è il ruolo del ruscello nel sonetto?
  8. Il ruscello è umanizzato e rappresenta un confidente compassionevole, a cui il poeta chiede di accogliere le sue lacrime, simbolizzando la bellezza e la serenità della natura.

  9. In che modo Cappello riesce a esprimere un sentimento personale nel suo sonetto?
  10. Nonostante l'imitazione del modello petrarchesco, Cappello riesce a esprimere un sentimento personale attraverso una vena elegiaca e un profondo legame con la natura, che diventa un confidente dei suoi segreti.

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