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Habilis
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Indice

  1. Orlando innamorato, I, XVIII, 44
  2. Orlando innamorato, II, XVIII, 3
  3. La funzione nobilitante dell’amore
  4. Orlando, cavaliere colto e umanista

Orlando innamorato, I, XVIII, 44

Orlando rispose: «Io sono d’accordo con te (tiro teco a un segno): le armi rappresentano il primo [motivo] d’onore per un uomo; ma non sono d’accordo [sul fatto] che il sapere lo renda meno degno, anzi lo abbellisce come il fiore [abbellisce] un prato. Ed è simile a un bue, a un sasso, a un legno chi non riflette sull’eterno Creatore, e senza cultura religiosa (doctrina) non è possibile pensare in modo adeguato alla somma e alta maestà di Dio»

Orlando innamorato, II, XVIII, 3

Poiché Amore è quello che dà la gloria e che rende l’uomo degno d’onore, [poiché] Amore è quello che dona la vittoria e il coraggio al cavaliere in armi; per questo mi fa piacere tornare a raccontare (di seguir) la storia, che ho incominciato, di Orlando innamorato.

La funzione nobilitante dell’amore

Dopo averlo introdotto nel proemio, Boiardo torna a parlare del sentimento amoroso all’inizio del canto XVIII del secondo libro. Qui il poeta ne loda le virtù e afferma che, proprio per la presenza di Amore alla corte di re Artù, egli preferisce le storie di quest’ultimo e dei suoi cavalieri a quelle dei paladini di Carlo Magno, benché tra questi eroi ci siano Rinaldo e lo stesso Orlando.

Se è vero che un guerriero, per quanto forte e combattivo, innamorandosi diventa più fragile emotivamente e più umano, come Boiardo afferma nel proemio, è però anche vero che l’amore stesso rende l’eroe più «degno ed onorato». In altre parole il cavaliere che non ama è un combattente brutale e privo di sentimenti: è l’amore infatti che lo nobilita interiormente e che lo perfeziona nelle sue stesse qualità di guerriero (gloria, dignità e onore), infondendogli coraggio nel suo compito di lottare contro i nemici.

Orlando, cavaliere colto e umanista

Per consentire ai suoi nobili uditori di immedesimarsi nei personaggi del poema, Boiardo infine attribuisce loro i valori tipici della cultura rinascimentale. Orlando, ad esempio, non è soltanto un guerriero innamorato ma è anche un uomo colto e saggio, in grado di intrattenere con un re pagano, Agricane, una dotta conversazione su «cose degne e condecente a loro» (cioè su questioni adatte alla loro levatura sociale).

Elogiando di fronte ad Agricane, un giovane tutto dedito all’esercizio delle armi, il sapere e la religione (intesa come fede e come riflessione su Dio), Orlando si comporta come un intellettuale rinascimentale: le sue parole riflettono infatti il valore assegnato alla cultura e all’intelligenza dagli umanisti del Quattrocento. Per lui il coraggio e l’onore dimostrati sul campo di battaglia non sono sufficienti a conferire dignità a un cavaliere, ma occorrono anche la meditazione filosofica su Dio (la «doctrina») e la ricerca stessa del sapere. Sono infatti le doti intellettuali e la cultura (oltre all’amore) che ingentiliscono un eroe, distinguendolo dagli animali (come il bue) e dagli oggetti inanimati (come un sasso o un pezzo di legno).

Quali aspetti dell’Orlando innamorato derivano dalla Canzone di Orlando?
Quali dai romanzi del ciclo arturiano?
Quali aspetti dello stile dei canterini vengono ripresi da Boiardo?
Che funzione riveste l’amore nel poema?
In che modo la figura di Orlando viene attualizzata da Boiardo?

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