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Concetti Chiave

  • Il sonetto di Pietro Bembo utilizza un collage lessicale basato principalmente sulle parole di Petrarca, creando un emblema del petrarchismo bembiano.
  • Il poema è un "catalogo di bellezze" dedicato a Lucrezia Borgia, elencando le sue doti in un crescendo che culmina nel finale.
  • Bembo adotta la tecnica del "centone", un mosaico di elementi presi da testi precedenti, esaurendo poeticamente un certo argomento.
  • Il sonetto è una raffinata citazione di Petrarca, con il verso finale riproducente quasi esattamente l'inizio della lirica 213 del Canzoniere.
  • La tecnica di Bembo venne parodiata da Francesco Berni, che rovesciò la lode amorosa esaltando gioiosamente caratteristiche fisiche opposte.

Indice

  1. Il Sonetto di Pietro Bembo
  2. La Bellezza di Lucrezia Borgia
  3. Tecnica del Centone e Parodia

Il Sonetto di Pietro Bembo

Il sonetto che segue esalta la bellezza femminile come valore assoluto, secondo il modello petrarchista. La tessitura lessicale del sonetto si avvale in modo quasi esclusivo delle parole di Petrarca; ne risulta una sorta di collage che può essere considerato l’emblema del petrarchismo bembiano.

Schema metrico: sonetto con schema ABBA ABBA CDE DEC.

La Bellezza di Lucrezia Borgia

Questo sonetto di Pietro Bembo, scritto nei primi anni del Cinquecento, è un “catalogo di bellezze” dedicato a Lucrezia Borgia, figlia illegittima di papa Alessandro VI, nota per la sua avvenenza e per i suoi intrighi. I pregi della donna vengono elencati in un crescendo: il «crin d’oro», gli « occhi soavi», il «riso», le rosse labbra e i bianchi denti («rubini e perle»), la «man d’avorio», il «cantar», il «senno maturo », la «leggiadria», la «somma onestade». Questo accumulo delle doti della donna crea un’attesa che culmina in un finale che dà valore e compimento ai versi.

Nel complesso, tutto il sonetto appare come una sorta di raffinata citazione: una tessitura di parole e stilemi tratti dalla lirica di Petrarca, fino al caso estremo del verso conclusivo, che è addirittura la riproduzione pressoché esatta del verso iniziale della lirica 213 del Canzoniere .

Tecnica del Centone e Parodia

La tecnica qui usata da Bembo era detta già dai teorici antichi “centone”, ovvero mosaico di elementi tratti da un testo precedente, già capace di esaurire tutto quanto fosse possibile dire, in forma poetica, su un certo argomento. Questo tipo di realizzazione ebbe grande fortuna nella letteratura contemporanea non soltanto lirica, ma anche trattatistica. Questo modo di poetare, basato sulla selezione e ricombinazione di versi petrarcheschi, è stato oggetto di rovesciamento parodico ad opera di Francesco Berni che, forse proprio nello stesso 1530, compone il sonetto Chiome d’argento fine, irte e attorte, in cui la lode amorosa è capovolta attraverso l’esaltazione giocosa di elementi fisici opposti a quelli tradizionalmente celebrati nella donna

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto di Pietro Bembo dedicato a Lucrezia Borgia?
  2. Il sonetto esalta la bellezza femminile di Lucrezia Borgia, elencando le sue qualità fisiche e morali in un crescendo che culmina in un finale significativo, utilizzando uno stile petrarchista.

  3. In che modo Pietro Bembo utilizza la tecnica del "centone" nel suo sonetto?
  4. Bembo utilizza la tecnica del "centone" creando un collage di parole e stilemi tratti dalla lirica di Petrarca, rendendo il sonetto una raffinata citazione del modello petrarchista.

  5. Come viene parodiata la tecnica del "centone" da Francesco Berni?
  6. Francesco Berni parodia la tecnica del "centone" nel suo sonetto "Chiome d’argento fine, irte e attorte", capovolgendo la lode amorosa attraverso l'esaltazione giocosa di elementi fisici opposti a quelli tradizionalmente celebrati.

Domande e risposte

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